MARINA ITALIANA
PORTAEREI GIUSEPPE GARIBALDI (551)
AIRCRAFT CARRIER GIUSEPPE GARIBALDI
"Obbedisco"
CARATTERISTICHE TECNICHE / TECHNICAL SPECIFICATIONS
Nave | Giuseppe Garibaldi |
Tipo | Portaerei Leggera, Incrociatore porta elicotteri |
Classe | Garibaldi |
Motto | Obbedisco |
Identificazione | 551 |
Cantiere di costruzione | CRDA di Monfalcone |
Aerei imbarcati | 18 |
Impostazione | Giugno 1981 |
Varo | 11 Giugno 1983 |
Entrata in servizio | 30 Settembre 1985 |
Lunghezza | 180 metri |
Larghezza | 23.50 metri |
Lunghezza ponte di volo | 174 metri il ponte di volo |
Larghezza ponte di volo | 30.40 metri il ponte di volo |
Immersione | 6.70 metri (media) |
Dislocamento | 10.000 tonnellate (standard) - 13.370 tonnellate (a pieno carico) |
Apparato motore | 4 turbine a gas "General Electric" - 2 eliche |
Potenza | 80.000 cavalli vapore |
Velocità | 30 nodi (56 Km/h) |
Combustibile | - |
Autonomia | 7.000 miglia (13.000 Km) a 20 nodi |
Armamento | 6 mtg da 40 mm. - 6 lanciasiluri da 324 mm. (per siluri a.s.) |
Missili | 4 "Teseo" (sup. - sup.); 16 "Albatros" (sup.- aria) |
Protezione verticale | - |
Protezione orizzontale | - |
Equipaggio | 550 (oltre a 230 addetti della componente aerea) |
Approvatane la costruzione alla fine del 1977, la portaerei leggera "Giuseppe Garibaldi" è stata la prima unità "tuttoponte" a capacità aerea ad entrare in servizio nella Marina italiana.
Il progetto è più propriamente quello di un incrociatore portaelicotteri, poichè deriva dal "Vittorio veneto" (7.500 tonnellate, un incrociatore con impieghi antisommergibile e contraerei costruito alla fine degli anni 60', dotato di un ponte di volo poppiero di 39x19 metri e in grado di operare con nove elicotteri) e dai precedenti della classe "Caio Duilio", che imbarcano quattro elicotteri.
Si tratta, tuttavia, di una vera e propria "portaerei leggera" in grado di impiegare sia elicotteri che aerei a decollo verticale e/o corto (V/STOL).
Nonostante la sua primaria funzione antisommergibile, per assolvere la quale può imbarcare 18 elicotteri "Sea King" (di cui 12 parcheggiati nell'Hangar di 110x15x6.3 metri, posto sotto il ponte di volo), la Garibaldi è dotata di un significativo armamento antinave e antiaereo, articolato su due lanciatori binati "Teseo" (per missili antinave "Otomat"/SSM) a poppa due "Albatros" a 8 celle per missili antiaerei "Aspide" SAM) alle due estremità dell'isola, completati da 3 complessi binati da 40/70 mm. ad alta cadenza di fuoco sistemati, due a prora ai lati del ponte e uno all'estrema poppa.
Il ruolo antisommergibile, oltre ad essere affidato agli elicotteri imbarcati, è assicurato anche a due complessi di tubi lanciasiluri trinati e da un sistema sonar "DE 1160".
Due elevatori, uno a proravia e uno a poppavia dell'isola, spostati sulla dritta rispetto alla mezzeria, collegano l'hangar con il ponte di volo.
La dotazione di apparecchiature radar è costituita da sitemi "RAN - 3L" e "RAN - 10" (per la ricerca). oltre ai vari sistemi per la condotta dei missili (RTN/NAD - 30,...) e delle mitragliere (RTN - 10X).
L'unità, progettata per operazioni antinave, antiaeree e
antisommergibile e per assolvere funzioni di comando e di controllo di
operazioni da parte di forze complesse, dispone di una componente aerea che può,
alternativamente, essere composta fino ad un massimo di 12 aerei STOVL AV-8B
Harrier II o 18 elicotteri Agusta SH-3D. Lo scafo è suddiviso in 13
compartimenti stagni da paratie verticali, mentre è suddiviso in sei ponti in
senso longitudinale.[4] Particolare cura è stata posta, in fase progettuale,
allo studio della carena, sottoposta a numerose prove presso l’INSEAN l'Istituto
Nazionale di Studi ed Esperienze di Architettura Navale di Roma, che, su
richiesta dell’Italcantieri, ha predisposto un bacino per le prove in condizioni
di mare agitato e per lo studio dei fenomeni di cavitazione, mentre nel lago di
Nemi sono state effettuate le prove di manovrabilità su un modello della nave di
8,57 metri. Lo scafo è dotato di normali alette antirollio, mentre con una
velocità di navigazione superiore ai 18 nodi, due coppie di pinne retrattili, a
comando elettro-idraulico, consentono una riduzione del rollio da 30° a 3°;e in
funzione di riequilibrio dei carichi, in seguito a spostamenti di elicotteri o
aerei, il bilanciamento trasversale viene assicurato da casse di compensazione,
mediante immissione od espulsione di acqua.
Il ponte di volo, dalla caratteristica struttura disassata rispetto all'asse
longitudinale della nave, è dotato di un trampolino di lancio (sky-jump)
inclinato di 6° 5', è lungo 174 e largo 30 metri ed è provvisto di una
passerella laterale per il movimento del personale e per la sistemazione di
attrezzature accessorie quali punti rifornimento carburanti, prese di energia e
servizi antincendi. Tale passerella è posizionata circa un metro al di sotto del
ponte di volo.[4][3] e l’aumento di quota della prora, in seguito alla decisione
di adottare lo ski-jump, ha consentito il miglioramento della stabilità della
nave in condizioni di mare agitato.
All'equipaggio che con il personale del comando complesso sfiora i 600
componenti, vanno aggiunti 230 del personale del gruppo aereo. L'hangar per
ospitare la componente imbarcata è situato al di sotto del ponte di volo; esso
misura 108×15×6 metri, è diviso in tre sezioni da due pareti tagliafiamma ed è
dotato di due elevatori da 18×10 m della portata di 18 tonnellate della
Navalimpianti, posti rispettivamente a prua ed a poppa della sovrastruttura
(detta isola) e praticamente in asse con la sovrastruttura, che a sua volta è
raggruppata intorno all’unico fumaiolo, in cui vengono convogliati i gas di
scarico dei due gruppi propulsori, dei generatori diesel e delle calderine
ausiliarie. L’isola, posizionata sul lato di dritta è lunga circa 60 metri ed
ospita la plancia di comando, i locali operativi, e i gli alberi che sostengono
gran parte delle numerose apparecchiature elettroniche.
Inizialmente era previsto un secondo ponte continuo al di
sotto del ponte di volo, ma considerazioni riguardanti sulla stabilità della
nave hanno indotto a preferire la soluzione alla fine adottata,con
l'inconveniente che l'hangar, con i due elevatori collocati a proravia e
poppavia dell’isola, blocca le comunicazioni tra i due lati dell’unità,
possibili solo al di fuori della zona occupata dall’aviorimessa;sotto il ponte
di volo si contano altri sei ponti.
La nave è dotata di impianto di condizionamento, usabile in assetto NBC, dotato
di tre compressori centrifughi Termomeccanica con potenza complessiva di
3.000.000 fr/h, per il periodo estivo, e di due scambiatori di calore da 700.000
Cal/h, per il riscaldamento invernale.
L'mpianto di produzione dell'acqua è costituito da due evaporatori SCAM-FLASH da
120 tonnellate al giorno ciascuno, che producono acqua dolce calda e fredda
distribuita per le varie esigenze, il cui funzionamento è assicurato da quattro
calderine ausiliarie Bono.
A causa della legislazione vigente all'epoca dell'entrata in
servizio, che permetteva esclusivamente all'Aeronautica il possesso di mezzi
aerei militari ad ala fissa il Giuseppe Garibaldi non ebbe, fino al cambio delle
legge nel 1989, alcuna dotazione di aerei. In seguito all'approvazione della
legge 36 del 1 febbraio 1989, la Marina fu autorizzata a dotarsi di velivoli ad
ala fissa. Dopo una valutazione tra il Sea Harrier britannico e l'Harrier II
americano, la scelta italiana ricadde su quest'ultimo, dotato di un radar
multimodale più sofisticato uguale a quello montato sullo F/A 18 Hornet, e che
contrariamente al Sea Harrier[8] è tuttora in produzione; nel 1990 venne fatto
l'ordine per l'acquisto degli AV-8B+ con la consegna ai piloti e tecnici della
Marina Militare dei primi due velivoli che avvenne il 7 giugno 1991, presso la
base dei Marines di Cherry Point nella Carolina del Nord, con la cerimonia
ufficiale di consegna che avvenne il successivo 23 agosto a bordo del Garibaldi,
ormeggiato nella base americana di Norfolk in Virginia.
Nonostante il Garibaldi avesse imbarcato i primi aerei a bordo solamente a
partire dal 1991, già in precedenza durante le esercitazioni internazionali,
alcuni Harrier alleati avevano operato sul ponte di volo del Garibaldi come in
occasione dell'esercitazione NATO Dragon Hammer 90.
L'apparato di propulsione è del tipo COGAG, con quattro
turbine a gas LM 2500 costruite dalla Avio su licenza della General Electric,
ciascuna delle quali sviluppa una potenza di 25.000 CV, ma che vengono impiegate
ciascuna per una potenza di poco più 20.000 CV), allo scopo di permettere una
lunga vita operativa, fornendo così una potenza, a regime, di 82.000hp (60MW)
alle due linee assi dotate di eliche a cinque pale fisse che, in marcia avanti,
girano verso l’interno e consentono una velocità massima di 30 nodi, con una
velocità di rotazione delle eliche, la più bassa al momento realizzata. La nave
ha un'autonomia di circa 7.000 miglia (13.000 km) ad una velocità media di 20
nodi. Le quattro turbine a gas sono accoppiate a due a due agli assi tramite
riduttori/invertitori Vulcan/Tosi. La configurazione dell'apparato propulsivo
permette la navigazione con una sola linea d’assi, azionata da una o due turbine
a gas oppure con due linee d’assii, che possono essere azionate da due o quattro
turbine. L’apparato di propulsione è suddiviso in due gruppi distanziati da
altri due compartimenti stagni, in modo da garantire la sopravvivenza dell’unità
e la sua governabilità anche con tre compartimenti attigui allagati. Le turbine
aspirano aria da condotte in acciaio inox, indipendenti da ciascuna macchina,
presenti sulle due murate, ad un’altezza compresa fra il 1° corridoio ed il
ponte di volo, e munite di filtri deumidificatori, silenziatori e di dispositivi
antighiaccio. I gas di scarico vengono eliminati tramite condotte, che
confluiscono nell’unico fumaiolo, mentre la presenza di dispositivi per
abbattere la temperatura dei gas provvede alla diminuire l’emissione
dell’infrarosso.
L’apparato motore è dotato di centrale di Automazione S.E.P.A. 7614 la cui
consolle principale di comando e controllo è sistemata in COP (Centrale
Operativa di Piattaforma) dove vengono vengono effettuate tutte le operazioni
richieste dalla plancia.
La linea di trasmissione sinistra dell’apparato motore, è costituita dalle due
turbine a gas poste nel locale più vicino alla prora, ed è diretta in quanto
l’elica di sinistra gira nello stesso verso di quello delle turbine, mentre la
linea di trasmissione di destra, costituita dalle due turbine a gas poste nel
locale più vicino alla poppa, è inversa, poiché l’elica di dritta gira in senso
contrario rispetto a quello delle turbine e l’inversione viene ottenuta ruotando
di 180° tutta la sistemazione dell’apparato motore, in maniera che l’innesto con
la linea d’asse avvenga al contrario.
Ai servizi ausiliari di bordo provvedono quattro gruppi elettrogeni Grandi
Motori Trieste tipo 230/12 Ansaldo da 1.560 Kw ciascuno sistemati nei locali
dell’apparato motore, chiusi separatamente in cassoni antiacustici, allo scopo
di ridurre il rumore emesso durante il funzionamento, con due gruppi di
emergenza da 1.560 Kw ciascuno, che per maggior sicurezza, sono collocati il
locali separati, rispetto a quelli principali.
Per la difesa aerea a medio raggio la nave è dotata di due
lanciamissili brandeggiabili a otto celle Selenia "Albatros", posti sulle tughe
prodiera e poppiera dell’isola e dotati di barriera di dispersione dei gas di
scarico a protezione del ponte di volo, ciascuno dei quali dispone di otto
missili pronti al lancio e sedici di riserva per un totale di quarantotto
missili Aspide. Per la difesa antiaerea ravvicinata sono presenti tre torrette
binate dotate di cannoni leggeri Breda da 40mm/70 integrate nel Sistema di
difesa di punto Dardo; le tre torrette, con una cadenza di fuoco di 300
colpi/minuto (ed una portata di 4km contro missili e bersagli aerei e di 12km
contro bersagli di superficie) sono collocate in modo da garantire una visuale
ottica a 360°, con due torrette posizionate sulle fiancate laterali ed una a
poppa estrema.
Per la difesa antisommergibile la nave dispone di due lanciasiluri tripli del
tipo ILAS-3 da 324mm, simili al tipo MK 32 americano, armati con siluri leggeri
Mk 46 e A-244[9]. Gli stessi siluri leggeri equipaggiano anche gli elicotteri
ASW di bordo.
Sul cielo della parte poppiera dell’isola vi erano due lanciarazzi Breda SCLAR
da 105mm, montati su affusto, per venti razzi illuminanti o per il lancio di
chaff, flares e per il jamming, che sono stati riposizionati dopo i lavori di
ammodernamento del 2003.
In origine era installato anche un sistema missilistico teleguidato antinave
basato su quattro lanciamissili OTOMAT, posizionati lateralmente ad estrema
poppa, con possibilità d’impiegare un totale di otto contenitori sovrapposti a
coppie per la versione Mk-2 con ali ripiegabili, sbarcati nel 2003 per
consentire un allargamento del ponte di volo.
Il centro vitale dell'unità è la COC (Centrale Operativa di
Combattimento) che scandisce e regola tutte le sue attività della nave e dalla
quale vengono dirette le attività della nave sia durante le esercitazioni sia
durante le reali attività di crisi; il locale della Centrale Operativa di
combattimento trova la sua ubicazione dietro la Plancia di Comando e ospita il
SADOC 3 (Sistema Automatizzato per la Direzione delle Operazioni di
Combattimento) che ha il compito di ricevere ed elaborare le informazioni di
tutti i sensori di bordo, fornendo informazioni, istante per istante, della
situazione riscontrata tramite processi di trasformazione delle informazioni da
analogico a digitale, attivando i sistemi difensivi in maniera selettiva in
funzione del tipo di minaccia riscontrata, controllando e guidando i dispositivi
di offesa verso il bersaglio. Lungo le pareti della COC sono presenti dieci
consolle verticali SOC (Single Operator Consolle) del sistema integrato di
elaborazione e presentazione dati Selenia IPN-20: con il compito di discriminare
e seguire una sola attività prescelta; al centro due consolle multiple (Multiple
Operators Consolle), che possono seguire tutte le attività in maniera da
visualizzare la situazione tattica complessiva, ed infine una consolle
orizzontale con un grande display.[10] Il Sistema Automatizzato per la Direzione
delle Operazioni di Combattimento, che era stato introdotto a bordo delle unità
della classe “Audace” con il SADOC 1 con capacità di solo Comando, ha subìto nel
tempo, grazie al progredire della tecnologia nei campi dell’elettronica e
dell’informatica, ampliando le capacità con compiti di Comando e Controllo (C2),
di Comando, Controllo e Comunicazioni (C3) e nell'ultima evoluzione, C4I, con
compiti di Comando, Controllo, Comunicazione, Computer ed Informazione.[10] Il
processo automatizzato dello scambio di dati ed informazioni in tempo reale è
stato inizialmente assicurato dal sistema di comunicazioni Elmer con il Link 11
HF e UHF Link 14 e le predisposizioni per il Link 16 implementato dopo i lavori
a cui l'unità è stata sottoposta nel 2003.
Alla ricerca aerea a lungo raggio provvede il radar tridimensionale Hughes
AN/SPS-52C in banda E che ha ben 400km di portata ed opera in associazione con
il radar bidimensionale di scoperta aerea a lunga distanza Selenia MM/SPS-768
(RAN-3L) che opera in banda D, con una portata di 200km, dotato di secondario
IFF associato Mk. XII. Il radar bidimensionale Selenia SPS-774 (RAN-10S) che ha
una portata di 150km provvede alla ricerca aerea a media distanza e bassa quota
ed è dotato di secondario IFF associato Mk. XIII. Il radar di scoperta di
superficie S.M.A. MM/SPS-702 in banda I, installato su una mensola dell’albero
di prora, ha anche compiti di scoperta di bersagli aerei a basse quote ed è
associato all’interrogatore MM/UPC-718 (per il riconoscimento di velivoli amici
dotati di trasponditore MM/UPC-719) ed all’antenna in banda G/H per la teleguida
dei missili Teseo. All’inizio degli anni novanta l’unità è stata dotata di un
radar MM/SPS-702 CORA, la cui antenna, racchiusa in un radome di dimensioni più
ridotte, rispetto a quello imbarcato delle fregate “Lupo”, posizionato sul
vertice di dritta della plancia di comando. Il radar di navigazione MM/SPN-749
della GEM Elettronica opera in banda I con una potenza di picco di 20Kw, con due
antenne separate sistemate lungo l’asse longitudinale dell’unità, con quella
“master” installata in testa alla plancia di comando e quella “slave” in testa
alla plancia poppiera. Inizialmente sull’unità era previsto l'imbarco di un
radar di navigazione SMA MM/SPS-703, la cui antenna sarebbe dovuta essere
poggiata su di una mensola, tuttora esistente, posizionata sull’albero di prora,
al di sotto di quella utilizzata per l’antenna del radar MM/SPS-702, ma è stato
preferito il sistema MM/SPN-749 della GEM Elettronica, che prevedeva l’impiego
di due antenne, sistemate ciascuna di esse nella zona prodiera e poppiera
dell’isola. Al sistema Albatross/Aspide sono asservite tre direzioni di tiro
SPG-75 con radar Selenia RTN-30X Orion e centralina Elsag NA-30B Argo con due
apparati collocati sul cielo della plancia di comando ed il terzo a poppavia del
fumaiolo. Ai tre CIWS Dardo sono asservite tre direzioni di tiro SPG-74 con
radar Selenia RTN-20X e centralina Elsag NA-20 i cui apparati sono collocati
nelle immediate vicinanze di ciascun impianto.
All'assistenza del decollo ed appontaggio di velivoli provvede il Tacan Face
Standard URN-25 cui sono affidati anche compiti di radio assistenza per
procedure IFR di volo.
Per le operazioni di guerra elettronica l'unità è dotata dal sistema integrato
ESM/ECM Elettronica MM/SLQ-32 Nettuno, i cui elementi operano sia in funzione
ECM (Electronic Counter Measures) attiva per disturbare ed ingannare i radar
avversari ed i sistemi di guida dei missili nemici, sia in funzione ESM
(Electronic Support Measures) passiva, per la localizzazione e l'analisi delle
emissioni di apparecchiature elettroniche ritenute non amiche.
La protezione elettronica antisiluro è affidata al sistema SLAT e al sistema
AN/SLQ-25 Nixie, usato da molte marine NATO. Il sistema AN/SLQ-25 è dotato di
una fonte di decoy antisiluro mediante un apparato filabile in mare, che emette
segnali di disturbo, come il rumore di un'elica o del motore per ingannare e
deviare i siluri in arrivo. Una versione più moderna del sistema AN/SLQ-25,
denominata AN/SLQ-25B, è dotata di sensori in grado anche di individuare e
localizzare sommergibili e siluri in arrivo.
La dotazioni dei sensori è completata dal sonar a bassa frequenza, inizialmente
il Raytheon DE 1160LFmontato a scafo sostituito dal DMS-2000 dopo i lavori di
ammodernamenti del 2003.
Al sistema Selenia IPN 20 è affidato il compito di raccogliere i dati dai vari
sensori e dai sistemi di comunicazione.
PORTAEREI GARIBALDI / AIRCRAFT CARRIERS GARIBALDI
MARINA ITALIANA / ITALIAN NAVY
PORTAEREI NELLA STORIA / AIRCRAFT CARRIERS