Percorrendo la statale 14, S.Donà di Piave-Portogruaro, fra il
Piave ed il Livenza si incontra il comune di Ceggia, comune una
volta toccato dalla laguna che separava la pianura dall'Adriatico;per
questo motivo gli abitanti di Ceggia si dissero ciliensi,
derivando quel toponimo da cilia, neutro plurale di
cilium (ciglio).
Nel 131 a.C. lungo tale ciglio il Console T.Annio Rufo costruì
la via Annia che collegava Roma ad Aquileia (strada cancellata
ormai dalle invasioni barbariche e dalle poderose alluvioni fra
il IX ed il XII secolo.
Il movimento commerciale di un tempo fra Oderzo ed il mare si
svolgeva proprio con l'aiuto del Piavon, fiume cha attraversa il
territorio del comune; appunto per questo traffico Ceggia appare
nel medioevo.Nel XII sec. il comune di Treviso pose alla foce del
Piavon un posto doganale (palada) per
incamerare i dazi sulle merci che andavano dalla Marca Trevigiana
ed il Dogado Veneziano.
Amministrativamente e religiosamente Ceggia era frazione (regula)
del più importante Chiarano (Pieve).
Una volta che Venezia si impossessò della Marca (XV sec.), i
quattro borghi di Ceggia (Ciesa, Salezzo, Noghera,Pra d'Arca)
vennero inclusi nella podesteria di Motta di Livenza.Il Regno
Napoleonico (1806-1815) spostò al Distretto di S.Donà di Piave
il comune di Ceggia, Gainiga, Riva Zancano e Pra di Levada.
Il Paese riprese vita grazie alla costruzione della linea
ferroviaria fra Venezia e Portogruaro e della stessa strada
statale "triestina".
Durante la guerra 1915/18, subì gravissimi danni dovendo esser
martellata dalle artiglierie italiane.La bonifica del dopoguerra
tra il 1922 e il 1931 la fece rifiorire e l'idoneità della
coltura della barbabietola ha portato alla costruzione di un
grande zuccherificio che svolge un ruolo primario, in tale ambito,
nel Veneto Orientale.
Presso Riva Zancana si ritrovano i resti (due pilastri e testate
in arenaria) del ponte romano con cui la consolare via Annia
valicava il Piavon nel suo antico corso.Interessante è la chiesa
di San Vitale di cui la prima citazione risale al 1334,
e si riferisce ad una cappelletta madre dell'attuale chiesa.La
guerra fortunatamente ha risparmiato il soffitto della navata
centrale raffigurante il trionfo di San Vitale (Gian
Battista Canal 1745-1825).Superstite delle ruberie
degli austriaci è la "Deposizione di Gesù dalla
Croce" dipinto su tela da Lorenzo da Soligo (1773-1806).
Al centro del capoluogo si erge la villa Bragadin, poi Lavena-Treves,
costruita nel XVI secolo (Marcantonio Bragadin,
il veneziano governatore di Cipro trucidato dai turchi nel 1571).Fra
Ceggia e Gainiga è la bella villa Loro che si apre ad un grande
parco preceduto da un giardinetto centrato da un pozzo in stile
veneziano.