Recensione di Luca A. e Alberto


Cap. 24.

Veruca nella stanza delle noci

 

Wonka riprese a correre lungo il corridoio.
Si fermò davanti a una porta dove c’ era scritto: "Stanza delle noci"
Wonka disse di fermarsi lì perche dentro c’ erano degli scoiattoli.
Si affacciarono tutti alla porta e videro cento scoiattoli, intenti a sgusciare una montagna di noci.
Wonka spiegò che non usava gli Umpa-Lumpa perché spezzavano le noci a metà.
Aggiunse anche che prima di sgusciare la noce gli scoiattoli davano un colpettino per sentire l'interno: se la noce era vuota la buttavano nella spazzatura.
A un certo punto, Veruca strillò che voleva uno scoiattolo; la mamma la tranquillizzò e le disse che gliene avrebbe comprato uno.
Ma Veruca strillò che lo voleva subito; allora avanzò suo padre che andò dal signor Wonka e gli chiese quanto costava uno scoiattolo.
Wonka gli rispose che gli scoiattoli non erano in vendita, ma era già troppo tardi. Nel frattempo Veruca era sparita. Era entrata di corsa nella stanza.
Appena entrata, gli scoiattoli si fermarono, lei tentò di prenderne uno ma, a un certo punto, le si attaccarono tutti

Veruca è una bambina viziata e prepotente, per questo è stata buttata giù nel buco che porta i rifiuti all’inceneritore che sta nella stanza delle noci, a spingerla sono stati gli scoiattoli.
Sentendo le grida della figlia sono corsi preoccupati i signori Salt, genitori di Veruca.
La mamma si inginocchia sul pavimento e guarda dentro al buco che porta all’inceneritore, a quel punto arrivano gli scoiattoli che spingono anche lei dentro, stessa sorte toccò anche a papà.
Gli Umpa – Lumpa operai della fabbrica, cantarono una canzoncina nella quale spiegavano il perché gli scoiattoli avessero buttato dentro non solo Veruca, ma anche i suoi genitori.

RIFLESSIONI

Secondo gli Umpa-Lumpa Veruca era sì, una bambina viziata e prepotente ma la colpa era dei suoi genitori che l’avevano educata male, ecco perché fecero tutti la stessa fine.
Questo capitolo mi ha insegnato che non bisogna essere prepotenti e volere tutto quello che si vede, perché ‘chi troppo vuole, nulla stringe’.

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