NASCITA


Secondo i Maya, la vita, il comportamento, di ogni uomo dipendeva dalla data di nascita.
Il bambino veniva considerato bello se aveva la fronte rientrante ed era strabico.
Per ottenere la fronte appiattita stendevano il neonato su un’asse con la nuca appoggiata e lo legavano ad essa. Poi procedevano legando sulla prima asse un’altra tavola, in modo che quest’ultima schiacciasse la fronte del bimbo e lo lasciavano così per alcuni giorni.
Per abbellire i figli facevano diventare strabici. Provocavano questo effetto appendendo ai capelli dei loro bambini delle palline di resinacee penzolavano davanti ai loro occhi: fissandoli con insistenza questi diventavano strabici.
Le mamme foravano orecchie, labbra, setto nasale ai bambini per appenderli degli anelli.
Dopo la nascita, il bambino, veniva portato da un sarcedote che gli attribuiva tre o quattro nomi.
I bambini venivano allevati dalla madre fino a quattro anni. A quell’età, i maschi, si legavano una pallina tra i capelli e alle femine una cinghia rossa, simbolo di verginità.
Questi simboli, venivano tolti ai maschi a 14 anni e 12 alle femmine durante un rito che li promuoveva da adolescenti a persone mature.


Torna all'Inizio di pagina

precedente successiva

Le pagine web sono state elaborate dall'insegnante Mariagrazia Zago