LA STRAGE DEI BAMBINI CONTINUA

10 milioni all'anno, ma potremo salvarli 

Dal 1990 ad oggi quasi un terzo dei Paesi poveri ha ridotto la morte dei bambini di circa il 50%. Però non bisogna rallegrarsi, perché il rapporto annuale Unicef ci fa riflettere sul fatto che il risultato globale indica che ci sono differenze molto ampie fra le nazioni e anche che non ci sono strategie chiare sulla lotta alle malattie legate alla povertà.

Alcuni Paesi come Cuba e Siria hanno ottenuto buoni risultati con la riduzione della mortalità infantile, al contrario dell’Afghanistan, della Sierra Leone e dell’Angola dove, nonostante l’impegno, non ci sono stati progressi rilevanti. Ogni giorno muoiono circa 26mila bambini sotto i cinque anni, ma se si guarda dietro le cifre si può vedere che gli interventi chiamati dall’Unicef "misure salvavita" avrebbero potuto salvare tante persone.

Le vaccinazioni, la somministrazione della vitamina A, l’allattamento al seno, la distribuzione di tende trattate con sostanze antiparassitarie sono le "azioni minime" con le quali, negli ultimi anni, si sono ottenuti buoni risultati. Nonostante questo, l’opposizione delle lobby per il latte in polvere e alcuni interventi che finanziano progetti smisurati per eliminare la malaria hanno ostacolato la diffusione di queste misure minime che potrebbero con una spesa minima ridurre la mortalità per quelle malattie diffuse soprattutto nei Paesi del Sahel.

Noi siamo sicure che un domani la mortalità per malattie legate alla fame e alla povertà sparirà; molti passi sono stati fatti e molti saranno fatti, sconfiggendo l’egoismo umano. Ma bisogna fare presto.

Deborah Fusco e Lucia Pontone - classe II C  Scuola Media “Di Biasio”  Cassino

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