L'ENERGIA TRATTA DAI RIFIUTI

Nuove tecnologie per la questione rifiuti. Vantaggio: la produzione d'energia.

In Italia la questione rifiuti è di grande attualità: con una produzione di 29 milioni tonnellate per anno nel nostro paese quella dei rifiuti è a tutti gli effetti un' emergenza nazionale, nonostante negli anni passati la legge Ronchi scoraggiava fortemente il ricorso alla discarica stabilendo che la percentuale di riciclaggio degli scarti doveva arrivare a un massimo del 35%. Emergenza che investe molti aspetti sociali e addirittura di pubblica sicurezza, tanto da aver portato a coniare il termine «ecomafia» per descrivere il fenomeno malavitoso che sui rifiuti prolifera e fa affari. Tutto ciò comporta un grave danno ambientale e la riapertura di vecchie questioni: è possibile liberarsi delle discariche? Si possono considerare i rifiuti come risorsa piuttosto che come scarto? E, infine, si può recuperare energia dai rifiuti senza produrre gli inquinamenti atmosferici dei vecchi inceneritori?

La prima soluzione è il riciclaggio che inquina meno e non spreca materie prime e energia. A maggior ragione nel caso della carta, che permette, se riciclata, di risparmiare foreste e alberi. In molte nazioni europee la percentuale di materiale riciclato supera il 30%, un ottimo risultato. Se confrontato a quello italiano di uno striminzito 14% (anche se in aumento). Ma nella civiltà dei consumi e degli sprechi la raccolta differenziata non riesce a interessare tutti gli scarti, né tutti i rifiuti sono totalmente riciclabili: può, perciò, essere una soluzione transitoria quella di bruciare rifiuti per produrre energia? E se non tutti i rifiuti sono riciclabili, può una percentuale limitata di questi essere utilizzata comunque a questo scopo?

Una soluzione transitoria di bruciare i rifiuti è la valorizzazione termica: essa infatti utilizza come combustibile il cosiddetto CDR ( combustibile derivato dai rifiuti); si tratta di una selezione di rifiuti che devono avere per legge un determinato potere calorifico. Questo processo risolve però parzialmente il problema dello smaltimento dei rifiuti e sostituisce la produzione di energia da altri impianti, ma non quello della resa energetica. La termovalorizzazione potrebbe permettere un risparmio di 200 milioni di euro se si destinassero a questo processo almeno 4 milioni di tonnellate di rifiuti, cioè il 200% del totale (nella media europea), ricordando che si tratta sempre di rifiuti selezionati. Non si può parlare di corretto utilizzo di termovalorizzazione se non sono garantite le nonne rigide di sicurezza nelle emissioni inquinanti. Se da un lato la camera di combustione garantisce l'assenza di sostanze organiche, dall'altro i fumi in uscita subiscono un lavaggio chimico-fisico attraverso sistemi di filtraggio ornai molto efficaci. Il vapore surriscaldato prodotto nella camera alimenta le turbine le quali trasformano l'energia termica in energia meccanica che aziona il generatore elettrico; il vapore rimanente viene condensato e, in parte, recuperato. Le ceneri pesanti che avanzano dal processo( tra il 10 e il 30%), una volta inertizzate, possono essere utilizzate per la fabbricazione di cementi a asfalti. Va inoltre aggiunto che l'energia termica recuperata può essere direttamente utilizzata localmente anche per produrre acqua calda o per riscaldare le serre. In Italia sono operativi 44 impianti di valorizzazione termica, contro i 120 della Francia, ma più che in tutti gli altri paesi europei, anche se la nostra produzione di energia per questa via è più bassa non soltanto della Francia, ma anche della Germania, della Danimarca, della Svezia e della Svizzera.

Recentemente si è aperta anche una nuova frontiera per il recupero di energia dai rifiuti non più portandoli a combustione, ma "gassificandoli" grazie a nuove tecnologie come la torcia al plasma. Il processo di formazione della torcia al plasma è un sistema che produce un gas di sintesi combustibile e un residuo solido vetrificato e non fumi, ceneri e scorie, riducendo fortemente i problemi di inquinamento, pur usufruendo di un'apparecchiatura pesante e costosa.

Mara Tomassi

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