LE VITTIME INDIRETTE DEL DOPING
Guardiamo sempre, in televisione o allo stadio, con ammirazione, i campioni che superano i loro limiti, ottengono risultati meravigliosi e battono nuovi record. Non ha importanza se appartengono al nostro paese o no. Contano solamente le emozioni che nascono dentro di noi quando salgono sul podio. Ma più la gioia è grande, più la delusione è forte se la medaglia viene ritirata a causa di un risultato positivo al controllo anti doping. Ci sono delle situazioni in cui sia il cuore sia l’ambizione spingono l’atleta ad aumentare la sua prestazione per ottenere una medaglia accettando di prendere delle sostanze vietate. Ma ci sono anche delle situazioni in cui, cadono vittime dell'ignoranza degli altri membri della squadra che, invece di proteggerli, firmano il loro insuccesso. È il caso della ginnasta rumena Andreea Raducan che, essendosi ammalata, durante le Olimpiadi di Sydney 2000, è stata curata con un medicinale, (Nurofen che contiene la pseudoéfedrina) che guarisce il mal di testa causato dalla febbre e che, indebolisce le difese dell'organismo. Certo, il giorno della gara tutta la squadra romena pensava che Andreea non avrebbe potuto gareggiare ma nessuno poteva prevedere quello che stava per succedere . Dopo le varie prove della gara, i rumeni stavano provando un'emozione infinita: le prime tre ginnaste erano rumene e la migliore di tutte, paradossalmente, Andreea Raducan. Ma subito dopo, un colpo di scena offuscò questa gioia: al controllo antidoping, Andreea fu dichiarata positiva pertanto, le fu ritirata la medaglia.Certo la medaglia d’oro è passata alla seconda rumena, Simona Amânar, ma la delusione di Andreea, dei suoi allenatori e dei suoi fan è stata veramente toccante per tutti. Oggi, a distanza di anni ci si interroga ancora sul perché il medico della squadra non sapesse che questa sostanza era vietata. Perché viene punito un ginnasta che prende un medicinale su consiglio del suo medico? Un medicinale che sarà, più tardi, nel 2004, eliminato dall'elenco delle sostanze vietate. I periti internazionali si sono resi conto che indebolisce il corpo e che non lo fortifica. Questi episodi, dovrebbero servire da lezione affinché, gli sportivi non perdano più neanche un solo istante di gloria per colpa di un errore di cui non sono diretti responsabili. L’equipe di progetto della classe XII - Collège National “ Simion Barnutiu" - Simleu Silvaniei - Romania |
In questo numeroLe vittime indirette del doping A tutti i costi... compresa la vita?
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