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L'Irlanda vista dalla moto !
Il Perchio e la Cozza

Mercoledì 11/9/2002

Cashel - Sneem

Sveglia h 8.30
Stamattina le 8.30 sono davvero le 8.30 del luogo in cui ci troviamo.
Dopo le abluzioni mattutine scendiamo al piano di sotto per la colazione e ci sediamo al tavolo al quale, oltre ai due vecchietti residenti, sono pronti per la pappa anche tre ragazzi spagnoli. Si tratta di due femmine ed un maschio, tutti molto giovani e con la faccia da ebete. Una delle ragazze parla un discreto italiano e ci dice che sono studenti e che si trovano lì per visitare la Rock of Cashel, a proposito della quale ci chiedono informazioni, soprattutto se vale la pena di andare a visitarla. Il Perchio, con faccia alquanto schifata, descrive il sito come una deludente costruzione semidistrutta dove non c’è molto da vedere, e così facendo non trasmette di certo la voglia di andarci. Alla successiva richiesta della Cozza del motivo per cui aveva così malamente descritto l’abbazia, il Perchio risponde che non vuole incrementare il turismo irlandese contribuendo così a conservare l'atmosfera ancestrale di questi luoghi.
Intanto i vecchietti, dietro le quinte della cucina, si scambiano animatamente frasi di stupore sulla esagerata quantità di cibo che sono costretti a produrre quella mattina, ed in particolare si colgono distintamente le parole : “Miiiinghia quanto magnano quei due lì…”. Nonostante ciò, col sorriso sulle labbra, ci propongono il bis, ma noi rifiutiamo causa bonza colma.
Siamo più che soddisfatti sia di bed che di breakfast, perciò paghiamo 55€ lasciando anche qualcosa di mancia. Recuperato il mezzo e caricato il bagaglio, partiamo… PRONTI, VIA!
Il cielo promette dei buchini azzurri, ma prima o poi, immancabilmente, ricomincia a piovigginare. Da Cashel, in direzione Ring of Kerry, sbagliamo strada per oltre 60 km. Anziché percorrere la strada in linea retta est/ovest, probabilmente ad un bivio senza indicazioni, perdiamo l’orientamente e solo dopo oltre 30 km ci accorgiamo di dirigerci verso nord. Capito l’errore, invertiamo la rotta e torniamo sulla retta via. Lungo la strada facciamo tre soste ed ogni volta è un cinema…
Prima sosta: in Irlanda, per fare benzina, si può andare dal panettiere… il commesso abbandona un momento pagnotte e sfilatini ed esce sul marciapiede a farti rifornimento dalla pompa mezza scassata che indica ancora oggi sterline al posto degli euro. Ovviamente paghi con Visa…
Seconda sosta: in Irlanda, se stai viaggiando e vuoi fare una sosta per un caffè ed una pisciata, ci si può fermare ad un benzinaio… qui abbiamo trovato il nostro primo filippino di lingua gaelica. Alla vista della moto esclama: “Nai bai”. Dopo averci pensato un po’ abbiamo capito che intendeva “It’s a nice bike”… l’importante è capirsi. E ancora. Il Perchio gli chiede: “Where is the toilet, please?” e il phylippino gli risponde: “Out of the corner, I give the key”. Nel senso che fuori, dietro l’angolo, c’è il cesso chiuso con un lucchetto e deve darci la chiave per aprirlo.
Terza sosta: in Irlanda non fidarti mai delle apparenze. Ci fermiamo nuovamente per fare benzina, questa volta da un benzinaio che vende anche il pane, e veniamo serviti da un ragazzo modello Fonzie che ripete in continuazione “Here we go!” con camminata dinoccolata facendo gesti scomposti con le braccia. Anche il viso non trasmette un briciolo d’intelligenza, ma gli basta uno sguardo per capire che la Cozza ha il vescicone e quindi indica il cesso senza bisogno di scambiare parola alcuna.
Finalmente arriviamo a Killarney, punto di partenza per il Ring of Kerry, una splendida penisola sulla costa atlantica. Dopo tutti quei chilometri sotto l’incessante pioggia e a poche ore dal tramonto, il Perchio cede alla sosta notturna appena raggiunto il primo paese civile sul Ring of Kerry, Sneem.
Lungo i pochi chilometri percorsi nell’avvicinarci a Sneem siamo immersi in un paesaggio nebuloso ed umido fatto di stupende vallate che si aprono ai nostri occhi ad ogni curva e che mantengono intatta la loro atmosfera nordica proprio grazie a tali condizioni del tempo. Ci fermiamo una sola volta per alcune foto.

Ad una curva con chiesetta con annesso ponticello sul fiume dal color Guinness, apprezziamo appieno le macchie di colore brillante che spuntano nel grigiore dell’insieme. Rigogliosi ciuffi di eriche rosa intenso tendente viola, selvaggi boschetti di fucsie color fucsia, sprazzi di sconosciuti fiorellini gialli e rami morti dallo strano color rossastro si confondono ed allo stesso tempo spiccano all’interno delle svariate tonalità di verde ingrigito dalla pioggia. Il momento poetico viene bruscamente interrotto dall’incastramento della pellicola fotografica che ci costringe a cambiare rullino nella bufera.


Clicca qui per ingrandire l'immagine

Arriviamo quindi a Sneem. Le case sono tutte colorate, ognuna di un colore diverso ed in un angolo spuntano anche degli gnomi indaffarati in strani lavori...?!?!?
Circumnavigando l'unica piazza del paese veniamo rincorsi ed assaliti da una belva inferocita che intende azzannarci una gomma (1 cagnolino di 2 kg al massimo).
Per nulla spaventati, seminiamo il quadrupede in pochi metri e ci installiamo all'Arch B&B (50€) per la notte.
A proposito... sembra che fra i B&B il nome "Arch" vada molto di moda!
Nonostante Sneem sia un paesino di poche case, si nota subito che non è un paese privo di cultura… pullula di statue e monumenti! Proprio di fronte al B&B che abbiamo scelto vi è un monumento celebrativo alla visita di Charles De Gaulle, con tanto di scritta in francese. Poco più in là si vedono alcune sculture criptiche dal significato oscuro ed in un angolo la vera essenza perchioluta del paese: la statua di John Doe, di professione wrestler. Una vera celebrità autoctona!

 Cartolina regolarmente acquistata in loco

Per una Guinness come aperitivo ci rechiamo al pub più rinomato del luogo.La sua fama internazionale è dovuta alla PIETRA MILLENARIA subito fuori dalla porta. Non per niente la sua immagine è riprodotta su una cartolina disponibile in tutto il paesello e preda ambita da ogni turista (anche perchè è l'unica che si possa trovare nei negozi).
All'interno però appare come il CRAL dei pescatori e veniamo anche assaliti da una seconda belva. Questa, più che inferocita, finge di volere le coccole, ma in realtà sbava per la pinta fra le mani della Cozza.
Ceniamo al ristorante Blue Bull (ha persino una testa di toro colorata di blu sopra la porta !) col famoso Irish stew. Al termine,data la soddisfazione, la Cozza paga il conto senza nemmeno guardare il prezzo (35€).
Dopodiché tutti in vita al pub più ignorante del paese per un Irish coffee modello beverone.
A questo punto, dopo la Guinness per aperitivo, la zuppa liquida di pesce, lo stufato in umido con verdure, la Guinness di contorno e l’Irish coffee finale, la Cozza s’è trasformata in una zampogna ripiena di liquidi… chissà che notte passeremo !

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