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L'Europa centrale vista dalla moto !

Il Perchio e la Cozza

Sabato 27/9/2003

Nova Bystrice (CZ) - Wien (A)

Facciamo la colazione al ristorante dell'hotel. Anzichè il solito buffet o la megacolazione a menu fisso dei B&B, possiamo scegliere "à la carte" e questo, anzichè spronarci all'abbuffata, ci spinge ad accontentarci di una scelta sobria e modesta.
Così come il pomeriggio precedente, anche stamattina, per recuperare la bambina, il Perchio guida senza casco, ma stavolta è davvero pericoloso, in quanto proprio davanti all'hotel staziona un poliziotto che, accortosi del guidatore imprudente, lo guarda con aria molesta e sospettosa. Per fortuna del Perchio, il poliziotto decide di non intervenire.
Notare gli occhiali !!! Da un cartellone pubblicitario di un night club capiamo che il paesino di confine attira turisti austriaci in cerca di cose poco legali a casa propria... ci fa ridere la donna nuda con gli occhiali le cui parti intime sono coperte da una foglia di maria.
Una foto alle tristi case-cubo, un'ultima sosta di economica benza ceca e partiamo alla volta della panoramatic.
Avete visto il film "The cube" ?
Giunti in dogana, l'omino austriaco, accortosi della nostra provenienza italica, esclama alcune parole che suonano così "Italiano boia". Forse abbiamo capito male, chissà... comunque ci lascia andare via tranquillamente non senza prodigarsi a spiegarci la strada per Vienna.
Dopo innumerevoli cartelli di attenzione ai cervi, finalmente ne scorgiamo un gruppo nei campi ai lati della strada, ma sono troppo lontani per avere una foto decente.
La strada in direzione di Vienna perde l'attrattiva paesaggistica montagnola e diventa autostrada, sulla quale però è necessario avere la Vignette, che noi non abbiamo. Dopo molti km (troppi per l'ansia da multa della Cozza) finalmente raggiungiamo una stazione di servizio.

L'addetto alla cassa ha una faccia ed un atteggiamento tanto triste da farci pensare che abbia finito la voglia di vivere e ci comunica di aver finito anche le tanto sospirate Vignette. Sembra quasi che niente per lui abbia più importanza, figuriamoci se debba averne il vendere una vignette a due turisti stranieri di passaggio... riusciamo comunque a pagare ben 1 euro una mini bottiglia d'acqua.
Ci fermiamo alla successiva stazione di servizio dove finalmente ci vendono l'agognata vignette per soli 4,20 euro (molto meno che per le auto e la differenza, inesistente in Italia, ci fa sempre piacere) ponendo termine all'ormai divenuta angoscia della Cozza. Meno male che comunque il Perchio ha sempre i piedi per terra... la commessa dimentica di obliterare la vignette e il Perchio se ne accorge redarguendola.
Arriviamo a Vienna e come al solito il Perchio, entrando nelle grandi città senza cartina alla mano, s'incazza perchè non trova le strade ad intuito. Furioso ha la bella pensata di chiedere ad un Hotel che, sicuramente (pensa lui) può fornirgli una mappa della città. Ma il tanto famoso Best Western incrociato è forse l'unico hotel al mondo senza reception. Sbraitando come un ossesso il Perchio riprende Cozza, moto e bagagli e inizia a girare a trottola nel ring (una specie di circonvallazione interna di Vienna) a caso. La Cozza lo fa fermare ad ogni cartina che vede, persino quelle delle fermate degli autobus, ma è tutto inutile. Chiediamo ad un altro hotel ed allora, cartina bene in vista, tutto diviene più semplice ed arriviamo alla meta.
Alla reception la prima sorpresa. Il garage dell'hotel è in ristrutturazione e quindi non c'è un posto chiuso dove lasciare la bambina. Ci indicano la strada... Eh!??!! Cosa??!!?! "It was written!". Insistiamo ed alla fine un omino italoparlante ci concede l'uso del cortile della ditta a fianco dell'hotel.
Pennica. Primo giro di Vienna per le vie del centro strapiene di carrozze a cavalli per turisti. La presenza di tanti cavalli ammorba l'aria di puzza di piscio di cavallo imperiale che si incunea nelle narici della Cozza ammazzandole il gusto del Käse Bretzel.
Il centro è uno stradone ipergriffato pieno di antichi bidoni achitettonici. La Cozza rimembra un luogo papposo, l'Augustiner Teller, dove si era trovata bene in un suo precedente viaggio. Riusciamo a trovarlo sulla guida telefonica di una cabina, poi con un paio di domande ai passanti e la cartina del centro in mano lo raggiungiamo.

Particolare del tetto della cattedrale

Sembra proprio un bel posticino, pieno di compagnie rumorose e suonatori folkloristici che allietano la cena dei clienti. La scelta dei piatti non è vasta, ma i piattazzi sono sempre buoni ed abbondanti. L'attesa infinita del conto manda in bestia il Perchio che decide di alzarsi e andarsene senza pagare nel caso nessuno l'avesse fermato. Giunti alla cassa attendiamo qualche momento e proprio un attimo prima che il Perchio facesse il primo passo verso l'uscita viene raggiunto dal cameriere che, scusandosi infinitamente in mille modi ci prepara immediatamente il conto. La carta di credito viene passata 3, 4 anche 5 volte, ma ci dev'essere qualche problema tecnico e ci chiedono di pagare in contanti. Accettiamo anche questa e usciamo all'aria aperta.
Appena fuori la Cozza inizia a tremare e sudare freddo. Un colpo di freddo? Dopo una mezz'oretta seduti sui gradini della fontana della peste, torna il colorito alla Cozza e così ci infiliamo in una caffetteria che sembra carina e caratteristica.
Il Perchio prende la birra della staffa e consiglia alla Cozza di rimanere tranquilla sul caffè. I camerieri sono tutti infighettati, tutti alti e tutti grossi, ma la padrona dimostra 156 anni! E' lei l'attrazione del locale. In euforia da clienti cerca in ogni modo di far accomodare tutti quelli che si affacciano alla porta, anzi, a volte da anche uno sguardo fuori per tirarne dentro qualcuno riluttante all'idea di doversi bere una birra seduto sul pianoforte.
Andiamo a nanna.

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