La colazione a buffet è
immancabilmente abbondante. Pochi minuti per infagottare il bagaglio e
siamo pronti per la Repubblica Ceca, ma prima dobbiamo risolvere un
problema. |
Il volume del bagaglio ha passato il
limite "bauletto", quindi occorre ridurlo. Soluzione: pacco
postale per l'Italia con tutto quello che risulta inutile per il
proseguimento del viaggio.
All'ufficio postale compriamo una scatola di dimensioni appropriate,
imballiamo al meglio possibile i pezzi fragili e affidiamo al destino il
prezioso pacco.
Inutile raccontare l'apprensione della Cozza... arriverà? Ci ruberanno
qualcosa? Non si romperà nulla?
Verremo poi a sapere che è andato tutto bene. |
Partiamo sotto un cielo grigio,
quindi ci bardiamo preventivamente nelle tute anti-pioggia, ma alla
prima sosta pipì, la Cozza sembra metterci un'eternità e il Perchio si
chiede cosa le sia successo... niente di grave, durante gli equilibrismi
necessari a non farsela nei pantaloni, la Cozza si era solo incastrata
nella tuta. |
Siamo in Boemia e il panorama è stupendo. Lungo
la strada tortuosa foreste di abeti si perdono a vista d'occhio e
intanto il sole prende il posto delle nubi. Ad un certo punto dobbiamo
entrare in una superstrada, ma in prossimità del confine la segnaletica
ci obbliga ad uscire e ci perdiamo.
Crediamo sia meglio fermarci a controllare il
percorso e allora perchè non farlo davanti a qualcosa da mangiare?
Un grazioso bar-ristorante si affaccia sulla strada, vi entriamo,
ordiniamo uno spuntino con caffè ed estratta la cartina chiediamo
all'oste di indicarci la via giusta.
Al confine
la patente del Perchio risulta sospetta e viene meticolosamente controllata dal
frontaliere tedesco. Il ridicolo è che non gli viene nemmeno chiesto di
togliere il casco per vedere se la faccia corrisponde a quella della foto sulla
patente. Il ceco invece neanche la
vede. Scusate il gioco di parole, ma il senso è che il frontaliere della
Repubblica Ceca ci lascia passare senza guardare i documenti...
Immediatamente dopo il confine ci fermiamo al
benzinaio per la Vignette (il contrassegno per l'autostrada), ma la cassiera ci dice che in moto non serve.
Che bella notizia... ma in che lingua abbiamo comunicato? |
|
|
Ci perdiamo volutamente nel bosco boemo prendendo
strade secondarie per ammirare il panorama, ma poi ci
perdiamo veramente. Il paesaggio naturale è stupendo, ma le case e le varie costruzioni che
incontriamo sono malridotte e cadenti, tutt'altra cosa rispetto a quelle a cui eravamo abituati a
vedere fino a questo momento.
Così facendo allunghiamo il percorso di almeno
40km e siamo costretti a passare per Plzen, dove decidiamo di andare in centro a dare
un'occhiata alla città.
Nell'attraversarla non ci sembra un granchè...
un gran traffico e insegne della Skoda ovunque. Giunti nella piazza principale facciamo 2 o 3 foto alla
cattedrale e agli antichi palazzi che vi si affacciano e poi riprendiamo il
cammino. |
Con l'autostrada arriviamo a Praga in breve tempo e,
grazie alle precise indicazioni sulla prenotazione email, troviamo subito la Pension
Brezina.
Mettiamo subito la moto nel loro garage in un palazzo
poco distante e poi saliamo in camera. Stanza molto spaziosa (ormai dovremmo
essere abituati agli standard stranieri) e completa di tutto,
A/C, TV ecc...
Usciamo per un giro esplorativo della città.
La Cozza:"Porta la macchina fotografica."
Il : "E' buio, troppo buio per le foto."
Risultato: nessuna foto decente causa scarsità di luce, ma molti
esperimenti nella speranza che si veda poi qualcosa.
La città è bellissima e piena zeppa di cipponi
stupendi. Vicoli e buchini pieni di locali e negozi. I prezzi in vetrina sembrano
indicare che la vita qui costa circa la metà che in Italia, tranne i jeans.
|
|
Troviamo la pappa in un locale very tipische, anzi, come
dice la Cozza, "SPECIFICO".
Sulla vetrina c'è scritto "Traditional Czech dishes" ed infatti il
Perchio sceglie il ginocchio di maiale servito su tagliere con forchettone
infilzato verticalmente, mentre la Cozza si "accontenta" di un tris di carni. Tutto
mooolto buono. |
|
|
Stasera tutti in vita!
Alle 23.00 siamo ancora alla birra della staffa e solo verso l'una siamo a nanna.
|
|