La notte trascorre tormentata da una zanzara assassina, ma non
è tutto.
Alle ore 6 in punto... BUUUM! BUUUM! BUUUM! Che sia scoppiata la
guerra e non lo sappiamo?
Poi un suono meno preoccupante finisce di svegliare la
Cozza già innervosita dal volatile notturno:
Che bello! La banda suona alle sei del mattino!!!
AAAARRRGGGHHHH!
Si può
forse pensare ad un risveglio migliore?
Al Perchio non gliene può frega' de meno, anche perché non ha sentito un
accidente, ma la Cozza è decisa ad andare a fondo della questione. |
Stando ben all'erta per evitare che la gnoma ci faccia
inciampare sbucando all'improvviso da qualche meandro segreto, scendiamo le
scale per dirigerci verso la veranda della colazione. Stavolta i salumi erano già sul
tavolo assieme a tutto il resto, non ci resta che spazzare il più possibile
cercando di finire tutto per non ritrovarci come ieri con gli avanzi da portare
a spasso! |
Terminata la colazione ci prepariamo alla partenza, non prima
che la Cozza abbia soddisfatto la sua curiosità sui rumori strani che l'hanno
buttata giù dal lettuccio all'alba. La gnoma, non si sa bene in che lingua, le
spiega che erano i soldati di non si sa che tempo, che festeggiavano non si sa
che cosa a colpi di cannone e a suon di banda. Mah! Ne sappiamo quanto prima.
Chissà che razza di anniversari militari possono festeggiare a Schwangau! |
Siamo pronti. Caricata la bambina del suo fardello partiamo per
una destinazione ignota quando il contachilometri segna 67584. |
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Ci fermiamo a Schongau per un caffè. In mancanza di parcheggi
moto decidiamo di seguire quella che sembra una moda da queste parti: il
parcheggio di un qualsiasi mezzo a due ruote all'abside della chiesa principale.
Facciamo un giretto per il centro brulicante di attività commerciali. Il paese
è carino, tutte casette colorate disposte attorno alla chiesa di oltre 250
anni, ma in effetti non c'è molto da vedere.
Ovunque si ripresentano caffè e ristoranti/pizzerie con
bandiere e nomi italiani... che palle!
Ripartiamo verso nord. |
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Dopo un infinito susseguirsi di prati punteggiati da mucche al
pascolo arriviamo a Landsberg am Lech. Ovviamente la strada principale che
stavamo seguendo conduce dritto nella piazza principale. Aiuto! È tutta storta
e ciottolosa! Pericolosissimo! Tra l'altro, qui esiste sì il parcheggio moto,
ma si trova nell'angolo più improbabile della piazza, ossia nel punto di massima
pendenza e con la ghiaia al posto dell'asfalto. Vorremmo tanto conoscere l'assessore alla viabilità
che ha pensato di metterlo proprio lì. |
Le costruzioni che circondano la piazza sembrano fatte di
zucchero, tutti colori pastello e forme elaborate. Il paese comunque ci appare
denso di kultur und tradition e ...di ragni schifosissimi, enormi e appesi
ovunque, che provocano crisi di panico alla Cozza risaputamente affetta da
aracnofobia.
Nonostante ciò ci sembra che valga la pena fermarci per la notte, quindi cominciamo a cercare
una stanzetta. Il primo hotel che contattiamo non ha posto mentre il secondo
è troppo costoso.
Per pensarci un po' su, ci beviamo una birra all' Eiscafè Venezia e chiediamo
aiuto alla padrona che, lo si capisce dall'accento, è sfacciatamente veneziana.
Ci indica la pensione Ausburgerhof nella quale ci installiamo
poco dopo per 60 euro mit frustuck. |
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Appena sistemati
partiamo per la visita della cittadina e finiamo addirittura sopra le colline in
un sentiero che la circonda. La passeggiata è gradevole nonostante le salite e discese perchiulanti,
scattiamo un po' di foto ai tetti e alle varie torri che circondano la cittadina
e torniamo a valle per chiedere informazioni all' Infotouristcenter. In
particolare ci interessa saperne di più su un concerto d'organo che si terrà
la sera stessa nella cattedrale e che è molto pubblicizzato su locandine
affisse ai muri del paese. Rimaniamo alquanto perplessi perché all'
Infotouristcenter non ne sanno un bel niente, a parte il prezzo... 22 euro:
troppo. |
Torniamo nella nostra stanzetta per una pennica. Ci rilassiamo
un po' e poi...via come al solito alla ricerca della pappa.
Ci soffermiamo su tre ristoranti, due sono troppo puzzoni, ma il terzo ci sembra
molto tipische! Il Zur Mohren è talmente tipische che non parlano nemmeno il
tedesco normale, che per noi è già un bel problema, ma solo il dialetto
locale! Entriamo e notiamo subito lungo
il corridoio un oggetto strabiliante: il meccanismo per far sì che la porta del
cesso si richiuda automaticamente altro non è che una corda con appesa
una boule d'acqua calda! |
Dopo vari spostamenti di tavolo per consentire al massimo numero di bocche
affamate di prendere posto, ci sediamo e consultiamo il menu, sul quale, oltre alle ormai
consuete parole incomprensibili, leggiamo anche frasi sconnesse che probabilmente
sono dei proverbi in dialetto.
Ma il problema della scelta non si pone affatto. La Cozza vede
passare un piatto e, accantonato il foglio del menu esclama: "Voglio
quello! The big one!" Trattasi di un megaknödel di circa 450 grammi
accerchiato da un bratwurst arrotolato di circa 70 centimetri di lunghezza,
un'altra palla di knödel al fegato e un intero filetto di maiale arrostito, il
tutto annegato in un chilo di krauti caldi all'aceto! Roba da rivoltare lo
stomaco, ma non quello della Cozza che, lentamente, ma inesorabilmente, riesce
ad ingurgitare il tutto grazie anche ad un fresco birrozzo!
Il Perchio s'accontenta invece di gigantesco pezzo di carne
fritta attorniato da speck, krauti e patate, ovviamente anche questo
accompagnato dal fresco birrozzo. Il tutto per 30 euro, caffè compresi. |
Facciamo un giro intorno alla chiesa per tentare di entrare di
frodo al concerto d'organo, ma è inutile. Ad ogni porta sono appostati
guardiani pronti al suicidio piuttosto che fare entrare qualcuno senza invito
ufficiale, o meglio, senza i 22 euri pagati. Che gente!
Meglio tornare a fare la nanna!
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