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a cura di Vincenzo de Simone

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Pescara

 

 

  Palazzo Pernigotti, via dei Mercanti, 11

 

La denominazione è novecentesca e fuorviante come l'aspetto attuale, ma sotto entrambi si nasconde un immobile dalla storia lunga seppur lineare, con implicazioni per la comprensione dello stesso assetto urbanistico della città medievale. Chiariamo subito che non è l'ex monastero di Santa Maria della Pietà detto la Piantanova, come universalmente si legge, sia su carta stampata che online, per l'uso dello scrivere senza prima aver letto e l'abuso del copiaincolla.

Il monastero, sia l'antico che il ristrutturato con l'annessione della chiesa di Santa Maria della Neve di Portanova (attuale Santissimo Crocifisso), per cui fu detto la Piantanova, si estendeva a meridione della chiesa, non ad oriente, e oggi è rappresentato dall'ex brefotrofio provinciale.

Le case antenate dell'attuale Palazzo Pernigotti le troviamo al 1559 in possesso di Ottaviano Pescara, nell'atto con il quale se ne fitta una parte consistente in uno stabulo grande con porta sotto un arco, un magazzino, una stalletta, cortile, pozzo, lavatoio, due pergole e quattro camere sopra, in parrocchia di Santa Maria di Portanova alis della Neve, confinante con altre case dello stesso Ottaviano, con detta chiesa e altri confini. Nel 1574 e nel 1576 si precisano i confini meridionali delle case: con il gallinaro e con l'orto del monastero di Santa Maria della Pietà.

Nel 1593, passata la proprietà a Matteo Pescara, l'immobile è descritto in più membri inferiori e superiori, con cellaro sotto l'arco che confina con i beni di Casa Pagano, accosto al monastero della Pietà e accosto alla chiesa di Santa Maria. Di questo arco, che scavalcando via dei Mercanti raggiungeva le case Pagano, estese dal settentrione della via al palazzo di San Benedetto (attuale Museo provinciale), si accennava già in una serie di sette atti distribuiti fra il 1566 e il 1585, che, descrivendo le case Pagano, le dicevano confinanti con beni di Ottaviano Pescara, il che non poteva avvenire se non con un manufatto che scavalcasse la via. Nel 1584 lo troviamo citato come lo archo di Casa Piscara e nel 1595 addirittura entrato  nella denominazione della casa: Casa de Piscara del Archo.

Esso altro non era che la prima porta Nova, costruita sull'odierna via dei Mercanti, probabilmente nel 1117, in sostituzione della porta di Elino ed operante fino agli inizi del Quattrocento, quando, includendosi fra le mura l'area di piazza Sedile di Portanova, fu creata la seconda porta Nova sul tratto orizzontale dell'attuale via Portanova. Dunque, l'antico muro orientale della città medievale, proveniente dalla marina, fino ad inizio Quattrocento tagliava l'area oggi di Palazzo Pernigotti e proseguiva sull'area delle case Pagano, per raggiungere il Palazzo di San Benedetto edificato sull'area che era stata di Castel Terracena, come ci conferma una convenzione del 10 aprile 1602 fra quattro mastri muratori e Camillo Pagano, con la quale i mastri si impegnano a sfabbricare, da quell'oggi ed entro tre mesi, tutta la muraglia che è nel giardino di esso Camillo, a porta Nova, col patto che tutte le pietre, tufi, marmi ed eventuali colonne risultati da tale demolizione rimangano di proprietà di Camillo; con l'esclusione delle mura divisorie che sono fra esso Camillo e l'abbazia di San Benedetto. Appare evidente che tale ingente lavoro non poteva che interessare un tratto residuo del muro orientale della città medievale. 

Nel 1600 Matteo Pescara è citato per l'ultima volta come proprietario del futuro Palazzo Pernigotti; nel 1616 l'immobile è detto Casa Pescara della chiesa di Santa Maria della Pietà. Nell'Apprezzo del Catasto onciario, il 29 gennaio 1754 (foglio 466, particella 4), il sito di case del monastero di Santa Maria della Pietà è detto consistente in quattro botteghe, un forno, un ambiente di servizio per uso di farinaro, cortile e sei stanze superiori, confinante da tramontana con strada Maestra, da mezzogiorno e ponente con la clausura del monastero, da levante con Odoardo Ferrara.

 

 

 

 

Per la chiesa del Santissimo Crocifisso e il monastero di Santa Maria della Pietà si veda Santissimo Crocifisso.

Per il sito della Porta di Elino si veda L'identificazione della via che conduceva alla porta di Elino.

Per il sito di Castel Terracena si veda Il sito del castello di Terracena in Salerno.