Una specie vivente: il Betta splendensLa famiglia degli AnabantidiSono pesci dalle strane abitudini, dimoranti nelle risaie e nelle paludi dell'Asia orientale.Il sottordine degli Anabantoidei (o Labirintidi, come spesso sono ancora chiamati), a cui appartiene il Betta splendens, è caratterizzato dalla presenza di un organo respiratorio supplementare, il labirinto appunto, che consente a questi pesci di estrarre ossigeno direttamente dall'atmosfera. Questo gli permette, in condizioni di sufficiente umidità, di sopravvivere fuori dall'acqua addirittura per alcune ore. In realtà, si tratta di un sofisticato adattamento alla vita in habitat acquatici a basso tenore di ossigeno e a rischio di prosciugamento, habitat che gli Anabantidi riescono ad abbandonare, nei periodi di siccità,"camminando" per brevi percorsi sulla terraferma. Non è dunque stupefacente incontrare questi pesci che passeggiano, prendono il fresco in un giardino o si arrampicano sugli alberi grazie ai raggi delle loro pinne come nel caso dell'anabate (Anabas scandens) del Bengala, della Birmania e dell’alta Malesia. Fanno parte di questo gruppo, fra gli altri, i generi Colisa, Macropodus, Trichogaster, Belontia e Helostoma. Il genere Betta (incluso nella famiglia Belontiidae) comprende molte specie interessanti da allevare in acquario. Il maschi di Betta pugnax, ad esempio, incubano nella propria bocca le uova fino alla schiusa. Quelli di Betta rubra, pur combattendo fra di loro, raramente arrivano a ferirsi, limitandosi, in genere, a delle semplici parate intimidatorie. OriginiI pesci combattenti appartengono alla medesima grande famiglia degli Anabantidi. Questi superbi esemplari hanno acquistato un posto di rilievo nei nostri acquari, ma il loro interesse zoologico è di tutt’altra natura. Esso risiede nello splendore del loro aspetto durante l'accoppiamento e nell'originalità dei loro atteggiamenti durante le fasi della riproduzione. Un esemplare di questa numerosa famiglia, il Betta splendens, è un bel pesce scuro, lungo circa 5-6 centimetri, dalle scaglie piccole e dalle grandi pinne fluttuanti. Originario del Siam, dove viene tuttora allevato per esaltare la sua forza e la sua aggressività che sono necessarie per i combattimenti, mostra il suo massimo splendore nelle razze oggi selezionate negli U.S.A. che arrivano ad avere prezzi oltre 200$ la coppia.In Italia l'allevamento di queste razze è completamente sconosciuto, forse anche perché la riproduzione stessa di queste meraviglie della natura viene considerata taboo da tutti coloro che possiedono allevamenti di pesci tropicali. Molti dei preconcetti in riguardo nascono a causa dei prezzi bassissimi che vengono applicati dagli allevatori del Sud-Est asiatico: questo spinge a non prendere nemmeno in esame l'idea di allevare i pesci combattenti ed al contempo determina la messa in circolazione di false credenze in riguardo; la più diffusa di queste è che "I pesci non vengono ne grossi ne belli se allevati da noi": nulla di più falso. Amore e coloreAllorché la temperatura dell'acqua aumenta, essi preavvertono l'imminenza del periodo degli amori e il loro comportamento si modifica immediatamente. Abitualmente calmi, si mettono allora in agitazione e girano inquieti intorno alle erbe e alle alghe, mentre a poco a poco una straordinaria metamorfosi trasforma il loro colore: da ogni scaglia sembra sprizzare un piccolo arcobaleno, mischiando in una moltitudine di riflessi i verdi e i rossi, i gialli e i violetti più intensi. Gli opercoli si sollevano e mostrano le branchie di un rosso vivo mentre le pinne diventano blu-notte; tuttavia alcune specie sono di un rubino porpora intenso, con frange blu pallido alle pinne e sul capo; altre ancora assumono tutte le tonalità arancio, con qualche seme di smeraldo. L’intensità dei colori raggiunge il massimo, quando un combattente maschio entra in competizione con un rivale. L’eccitazione è allora al colmo: i due avversari si esibiscono in ogni modo possibile, ciascuno tentando di avere la meglio sull'altro, finché dopo brevissimo tempo il confronto degenera in vero e proprio combattimento. Si tratta allora di una lotta violenta, sovente mortale per uno dei due protagonisti, sotto l'occhio apparentemente indifferente delle femmine che sfoggiano per l'occasione molti vivaci colori, anche se inferiori a quelli dei maschi..I diritti dei vincitoreTerminato il combattimento, il vincitore sale alla superficie per respirare; infatti l'ossigeno dell'acqua, filtrato dalle sue branchie, è insufficiente al suo funzionamento fisiologico.Il combattente maschio, a qualunque specie appartenga, stabilisce un dominio subacqueo dal quale scaccia senza remissione qualunque altro pesce. Esso ritorna quindi di tanto in tanto alla superficie e aspira dell'aria che tosto espelle sotto forma di una miriade di bollícine iridescenti le cui pareti sono costituite da un sottile strato mucoso secreto dalla faringe dell'animale. Questa operazione si prolunga per parecchi giorni; le bolle rimangono unite le une alle altre grazie a questo muco e si forma così una specie di «zattera», una meravigliosa rete di luce, le cui forme e dimensioni sono assai variabili: rotonda, quadrata, rettangolare con uno spessore di 2-5 cm e una lunghezza di 6-12 cm. Allorché il pesce è soddisfatto del proprio lavoro, si cerca una compagna. Le gira e rigira intorno, spiegando tutto il fascino dei suoi colori e danzando un Balletto stupefacente per grazia e leggerezza. E' raro che la femmina rimanga insensibile a tale spettacolo di bellezza, ma se ciò talvolta accade il maschio ritenta subito di interessare un'altra compagna. Il combattente e i suoi piccoliQuando la coppia si trova d'accordo, i due combattenti si accostano l'uno all'altro e, più volte, la femmina depone le sue uova (da 200 a 700). Il maschio, con una destrezza prodigiosa, le prende in bocca a una a una, prima che calino sul fondo, le avvolge di saliva e le depone delicatamente sulla luminosa zattera da lui stesso fabbricata. Da questo momento si assume il compito sorvegliare la nidiata e non l’abbandonerà per un solo istante, allontanando i malintenzionati dal nido di schiuma e aerandolo con un continuo sbattere delle pinne. Per otto o dieci giorni esso tralascerà perfino di nutrirsi, per non abbandona la sua guardia. Quando i pesciolini saranno nati, il padre non smetterà di sorvegliarli, osservandone le evoluzioni e prendendo in bocca i più audaci, per riportarli vicino al nido. Esso non abbandonerà i piccoli che dopo 12 o 20 giorni, quando saranno in grado di provvedere da soli ai loro bisogni. Le sue scaglie e le sue pinne avranno allora perso gli splendidi colori e il suo corpo sarà diventato scuro e magro. Affamatissimo, il combattente si.getterà su tutte le prede che gli capiteranno a tiro e per un anno condurrà un’esistenza opaca e monotona... un intero lunghissimo anno.Il pesce combattente è uno degli esemplari più ricercati dall'uomp per i suoi acquari, dove questo pesce conduce un'esistenza tranquilla al riparo dai pericoli delle risaie e delle paludi asiatiche, infestate l'altro da rettili voracissimi e ghiottoi della sua carne. allevamento in cattivitàInnanzitutto come riconoscere maschio e femmina: i maschi che hanno la mutazione a velo presentano le caratteristiche pinne lunghe (a velo appunto), in oltre tra le due pinne ventrali (sotto le branchie per intenderci) hanno tre piccoli puntini bianchi; le femmine hanno pinne più corte, ma non si tratta di un sufficiente tratto distintivo tra i due sessi in quanto esistono maschi che non presentano la mutazione velo (ed hanno quindi pinne corte). Le femmine hanno una piccola escrescenza sferica bianca tra le due pinne ventrali che è visibile se sono guardate dalla parte inferiore di un contenitore trasparente.La scelta dei due riproduttori: i riproduttori devono essere in ottima salute: vivacità, brillantezza dei colori, pinne con bordi netti e possibilmente o neri o trasparenti sono tutti segni di buona salute; devono essere possibilmente giovani: da cinque mesi in su (quasi tutti quelli che arrivano dal Sud-Est asiatico hanno questa età, altrimenti se allevati da hobbisti fatevi specificare la loro età); maschi e femmine devono avere la medesima taglia. Il condizionamento dei riproduttori: per tutta la settimana che precede la riproduzione è conveniente indurre la produzione di uova nel ventre della femmina alimentandola sino a tre volte al giorno con cibo congelato (artemia o chironomus), un'abbondante alimentazione è consigliata anche per il maschio in vista degli sforzi che dovrà compiere durante l'allevamento della prole; forse solo scaramanticamente, gli allevatori di Betta lasciano per questa settimana i due riproduttori in due contenitori trasparenti adiacenti (barattoli), in modo che si possano studiare. L’allestimento della vasca: la vasca dovrebbe essere di circa 20 litri; anche in previsione del fatto che qui dovranno essere lasciati per circa un mese gli avannotti (per la sola riproduzione sarebbe sufficiente uno spazio più piccolo): consigliabili pure le vaschette di plastica che si riescono a trovare da 5 a 8 euro della misura 4. Non deve esserci ghiaia che renderebbe il lavoro di ricerca delle uova cadute da parte del maschio molto difficile (questo passaggio sarà più chiaro quando si assisterà all'accoppiamento); sono necessari alcuni nascondigli per la femmina: io utilizzo frammenti di vasi di terracotta appoggiati con la parte concava rivolta verso il basso (tre o quattro); per aumentare le possibilità della femmina di sfuggire alle "espansive proposte" del maschio consiglio di mettere una pianta (es. cabomba) o del mop da killy (della lana non colorata messa in modo da assomigliare ad una pianta.); poiché la temperatura deve essere mantenuta sopra i 26° C è necessario un termoriscaldatore ed un termometro; la copertura della vasca è fondamentale: essa non serve soltanto per impedire che la femmina salti fuori, ma è necessaria perché genitori e figli non si ammalino: consiglio per questo utilizzo una lastra di plexiglas opportunamente inclinata per permettere alla condensa di scivolare senza rovinare il nido di bolle che costruirà il maschio. Personalmente per precauzione sterilizzo tutta l’attrezzatura con acqua bollente o con disinfettante (uso clorossidante elettrolitico Amuchina- in soluzione all’1,5% cioè 15 ml per litro): è però necessario essere cauti nell'utilizzo di qualsiasi disinfettante perché potrebbe, se non debitamente rimosso, provocare abrasioni sui pesci o anche essere causa di decesso. Caratteristiche dell'acqua: i Betta richiedono acque tendenzialmente alcaline, il cui pH dovrebbe quindi essere di poco superiore a 7 : in molte città il pH dell'acqua è proprio questo quindi è possibile utilizzare l'acqua del rubinetto dopo averla lasciata a riposo per un paio di giorni in modo che il cloro evapori; la temperatura deve essere mantenuta come sopra indicato tra i 26°e i 29° C: temperature più alte possono essere usate per poche ore per indurre la costruzione del nido di bolle del maschio, ma sono al contempo pericolose; ovviamente nitriti, nitrati ed ammoniaca devono essere assenti o presenti in quantità molto basse. La sistemazione dei riproduttori nella vasca: l’acclimatazione dei pesci è d'obbligo, quindi è necessario mettere il pesce in un barattolo (non entrambi nello stesso) o in un sacchetto di plastica trasparente aggiungendo acqua dalla vasca di riproduzione, come sempre si dovrebbe fare quando si spostano i nostri beniamini in un acqua con diversa temperatura o diverse caratteristiche chimico-fisiche; molti allevatori lasciano la femmina per un paio di giorni in un barattolo o una sala parto per guppy all'interno della vasca in modo che il maschio possa costruire il nido di bolle indisturbato; se anche dopo un paio di giorni il maschio non ha costruito il nido di bolle (un ammasso galleggiante di bolle di forma circa sferica, più o meno esteso), si può immettere nella vasca la femmina che aveva atteso nel barattolo galleggiante o nella sala parto; il momento migliore per mettere entrambi i pesci nella vasca è la sera prima di spegnere le luci: il corteggiamento avrà inizio il giorno seguente. La fase del corteggiamento: nel momento in cui i due pesci si trovano uno a fianco dell'altro allargano le pinne mostrando i loro colori più brillanti. All'inizio si studieranno, poi il maschio inizierà a compiere un movimento ad S cercando di attirare la femmina sotto al nido; se il nido non è ancora stato costruito il maschio inseguirà la femmina fino a che essa non trovi rifugio nei nascondigli sul fondo o tra le piante, a questo punto sarà stremato, ma dopo un momento di riposo inizierà probabilmente la costruzione del nido; Normalmente i pesci dimostrano una certa dose di aggressività, ma si tratta di un comportamento normale: è comunque necessario osservarli in questa fase che rimane una delle più delicate dell'accoppiamento. Capita di sovente che le pinne della femmina vengano morsicate dal maschio, ma si tratta "del rituale"; nel caso in cui però la femmina manifesti chiaramente disagio (problemi di galleggiamento), o per le ferite vada incontro ad infezioni o fungosi è necessario dividere i due riproduttori. Nel caso in cui tutto sia andato per il meglio a questo punto i due riproduttori si accoppieranno: è il momento magico che lascia tutti gli allevatori di Betta incantati. C'è qualche cosa di poetico nei loro movimenti e nell'incredibile intesa che raggiungono in questo momento… Per questo non descriverò come la magia avvenga, lasciandovi lo stupore. Se le prime volte la deposizione non avvenisse o le uova non si schiudessero, potete sempre riprovare assicurandovi però che la femmina non sia troppo stressata e in salute. Le uova: sono bianche opache di una misura che varia da 1 a 0,6 mm, hanno una minuscola goccia di una sostanza oleosa che le tiene incollate alle bolle; se vi siete persi il momento dell'accoppiamento per trovarle dovrete osservare attentamente la parte inferiore del nido di bolle dove il maschio probabilmente si troverà con l'intento di metterle apposto con la bocca; il giorno successivo alla deposizione molti allevatori tolgono accuratamente la femmina affinché non mangi gli avannotti che nascono in 24-48 ore. Il maschio si occupa amorevolmente di riportarli al nido nel caso si allontanassero troppo. Vi assicuro che è una scena da non perdere vederlo prendere in bocca un avannotto e poi riportarlo nel nido; roba da non credere per un pesce combattente! Trascorsi 3-4 giorni, quando gli avannotti cominciano ad allontanarsi sempre più dal nido e a nuotare liberamente, è giunta l’ora di allontanare anche il maschio che potrebbe a questo punto non riconoscerli più come figli e mangiarseli. L’alimentazione dei piccoli: dal quinto giorno è indispensabile la somministrazione di naupili d'artemia appena schiusi; alcuni allevatori somministrano rotiferi, indicati particolarmente nei primi giorni di vita, viste le piccole dimensioni del cibo, che si adatta molto bene alla minuta bocca dei nuovi nati. Non provate a nutrirli con cibi già preparati perché è tutta fatica sprecata, poiché accettano solo pappa viva. Organizzatevi in modo da poterli nutrire almeno 3 volte al giorno; io utilizzavo un siringa alla cui estremità era attaccato un tubicino di plastica (tipo quelli degli areatori) per indirizzare i naupli nei pressi dei bettini. L’inquinamento dell’acqua è mortale per i piccoli quindi è consigliabile somministrare cibo in modo particolarmente parsimonioso. Dopo un mese di artemie il pranzo dei piccoli potrà essere integrato con chironomus tritati e mangime secco sbriciolato. Gli avannotti dovranno essere nutriti con cibo vivo per i primi 40-50 giorni quando raggiungeranno 5-6mm di lunghezza; potete cominciare a questo punto ad integrare i naupli con cibi già preparati (liofilizzati e secchi), tendendo sempre presente che il vivo e anche il congelato sono i più graditi ed anche i più nutrienti. Dopo circa due mesi, se la grandezza dell’acquario non è sufficiente, è preferibile trasferire i Betta in un acquario più grande in quanto maggiore è lo spazio loro concesso, più sani e forti cresceranno; e poi lo sapete anche voi che tra fratelli si litiga e figuratevi come si picchiano i bambini del combattente. I Betta sono pesci resistentissimi anche se non molto longevi (vivono circa due anni); se ne possono allevare fino a 17 in un acquarietto di circa 30 litri per circa 2 mesi e mezzo senza neanche farne morire uno. Purtroppo sono pesci che non vedono di buon occhio i propri simili e quindi preparatevi a regalarli ad amici fidati o a riportarli al negoziante. SCHEDA RIASSUNTIVA
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