PRENDI UNA MOLECOLA PER CASO: IL MUSK-XILENE

Infinite sono le combinazioni tra gli atomi, in particolare nella chimica del carbonio vista la grandeversatilità di questo elemento a formare catene e cicli legandosi con se stesso. Di recente mi è stato chiesto di occuparmi di una interessante molecola ritrovata non si sa come in un vinello di Romagna. Il musk-xylene o MX non è altro che l’1,3-Dimetil-2,4,6-trinitro-5-terbutilbenzene un essenza sintetica spesso usata in profumi, detersivi e saponi a sostituzione di essenze naturali. Come tutti i composti chimici organici e inorganici anch’esso possiede un nome scientifico specifico detto Chemical Abstract Name: 1-(1,1-Dimethylethyl)-3,5-dimethyl-2,4,6-trinitrobenzene ed una sigla o numero CAS No.: 81-15-2.
Come classe di composti appartiene ai nitrocomposti aromatici tra i quali il rappresentante più famoso è forse il 2,4,6-trinitrotoluene o TNT un potente esplosivo.



Poiché molto usato nella cosmesi è possibile venire a contatto con questo composto che, se da una parte ha una tossicità acuta piuttosto bassa (studi compiuti in Germania ed in Svizzera), dall’altra potrebbe avere effetti carcinogenetici difficilmente stimabili in breve periodo, infatti è un composto stabile agli agenti biologici e chimici, altamente lipofilo e quindi facilmente assimilabile dalle cellule anche per semplice contatto. Grazie a queste caratteristiche e in base a studi fatti l' MX si accumula, come altri nitrocomposti stabili, nella catena alimentare nei mammiferi localizzandosi soprattutto nel tessudo adiposo e nel latte.
Parzialmente è in grado di essere metabolizzato dalle nostre cellule da nitrocomposto (lipofilo) ad amminocomposto (1-terbutil-3,5-dimetil-4-ammino-2,6-dinitrobenzene, più idrofilo) ed in quest’ultima forma è stato determinato attraverso analisi del sangue grazie al suo legame all’emoglobina.
Uno studio a lungo termine sui topi (80 settimane) ha prodotto negli animali del laboratorio un aumento negli adenomi epatici (risultando quindi un cancerogeno) in entrambi i sessi e adenomi all’apparato riproduttivo soprattutto nei maschi, ma fortunatamente nessun effetto teratogeno (mutazione nella prole).
I pochi studi al momento effettuati comunque non hanno ancora dimostrato gravi rischi per la salute umana e quindi questo composto continueremo a ritrovarlo un po’ dappertutto per la gioia delle generazioni che ci seguiranno.

Bibliografia
Merk index IX edizione
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