Il quattrocento

tempera dei quattrocentisti
La tempera dei quattrocentisti con la quale i Mantegna, i Vivarini, i Bellini hanno dipinto i loro quadri, era composta (secondo il Linzi) da colori amalgamati con rosso d’uovo, con aggiunta di resina o gomma resa solubile a contatto del rosso d’uovo. Tale miscela veniva diluita con acqua o con latte di fico o con l’albume sbattuto.
maiolica
Nel XV secolo Faenza diventa un importante centro di produzione. Il bianco è dovuto al rivestimento di smalto ricco in stagno (SnO2) e viene decorata con i colori bruni (MnO2) e verde/azzurro (Cu)
zaffera a rilievo (rilief blue)
In questa tecnica della ceramica sullo smalto bianco che ricopre al superficie del vaso, si mette un colore blu di cobalto molto scuro, steso con un certo spessore e usato in associazione con il bruno di manganese (MnO2).
l’alchimia
Nozioni di alchimia erano note a molti artisti. Rappresentazioni alchemiche o con elementi o simbolismo alchemici sono presenti in numerosi autori del ‘400 e del ‘500. Ricordiamo Hans Weiditz, Albrecht Dürer e Lucas Cranach. Il fascino dell’alchimia non era limitato al nord, poiché anche gli artisti italiani Giorgione, Campagnola e Parmigianino hanno inserito nei loro quadri allegorie alchemiche.
tecnica ad olio
L’olio possiede un indice di rifrazione più alto rispetto all’acqua e alle soluzioni acquose di conseguenza l’aspetto di molti colori varia.
Alcuni pigmenti perdono parte della loro bellezza: l’oltremare diventa più scuro, il vermiglione meno coprente, il bianco della calce quasi trasparente.
Altri cambiano in meglio: i colori traslucidi come quelli delle lacche diventano non solo più trasparenti ma anche più caldi e producono un effetto più vivo quando vengono stesi in strati sottili su altri colori.
Sebbene nota fin dal V sec. per la pittura di superfici in legno, fu solo con van Eyck che la tecnica ad olio fu sfruttata e valorizzata per la realizzazione di quadri.
Gli oli usati per impastare i pigmenti sono i cosiddetti "oli siccativi" principalmente olio di lino, di noce e di papavero che asciugando formano una pellicola elastica e resistente all’acqua.
In ogni caso l'asciugatura di un olio è lenta a paragone di quella della tempera d’uovo: richiedeva ore o perfino giorni invece di minuti e questo è naturalemtne un inconveniente poiché non si può stendere un secondo strato di pigmento fino a che il primo non è asciugato.
rosso garanza (rosso di robbia o rosso alizarina)
Per ottenere un pigmento pittorico occorre impastare il colore con terre argillose che agiscano da supporto (creta bianca, osso di seppia, ecc.), ne viene fuori un colore trasparente da usare preferibilmente nella pittura ad olio e nell’acquerello. Non è molto resistente alla luce e tende a svanire.
L’impiego in pittura è quindi estremamente raro ed era impiegato in combianzione con altri rossi.
Il rosso porpora di Jan van Eyck era realizzato sovrapponendo più strati di garanza pura.
giallo di piombo/stagno (PbSnO3 o Pb2SnO4)
Usato fin dal XIV sec. ne esiste di due tipi: il I) si ottiene fondendo in un crogiuolo PbO2 + SnO2 tra 650 e 800°C; il II) similmente ma contiene anche silicio.
Mescolato con olii e vernici ha un buon potere coprente, asciuga rapidamente (come molti altri pigmenti a base di piombo) e annerisce in presenza di zolfo.
Talvolta è confuso col massicot (PbO)
doratura
I fondali di molte opere religiose sono dati con foglia d’oro.
Solo se la superficie veniva lisciata (brunita) strofinandola con un oggetto duro, l’oro riacquistava lo splendore riflettente del metallo che perde poi gradualmente col tempo.
La lamina d’oro veniva fatta aderire al supporto per mezzo di sostanze adesive. Su tavola veniva impiegato soprattutto il bolo d’Armenia, una terra rossa particolarmente soffice e untuosa, ma anche altri tipi di bolo, le ocre ed il gesso.
Nelle miniature si usavano invece chiara d’uovo, miele, latte di fico, succo d’aglio, ecc.
Robert Campin detto “Maestro di Flémalle” (ca. 1375-1444)
Pittore fiammingo indicato anche come maestro di Mérode, da ricordare per l’energica precisione del disegno ed il forte senso plastico.
In questo dipinto le vesti si sono schiarite a causa dello scolorimento della lacca rossa usata.
Jan van Eyck (ca. 1395-1441)
L’azzurro del cielo del pannello centrale nell'adorazione dell’agnello mistico è reso con azzurrite mescolata al bianco di piombo.
Jacopo Bellini (1400-1470)
La tecnica di dipingere con l’oro se ben usata permette di creare effetti stupefacenti come quelli raggiunti da Bellini in questo quadro.
Qui il manto della Vergine è lumeggiato usando una spruzzatura d’oro che conferisce al tessuto una consistenza sericea, eterea e mistica.
Cosmé Tura (1430-1495)
Pittore ferrarese pressoché sempre impegnato alla corte estense dalle interessanti figure esoteriche di contorno.
Operò anche con cartoni base per la preparazione di arazzi.
Questa figura allegorica (da identificare secondo alcuni con la musa Erato) di Cosmé Tura, risulta una delle prime opere italiane eseguite (in parte) ad olio
Antonio di Iacopo Benci detto il “Pollaiolo” (1431-1498)
Artista fiorentino che in molte composizioni considerò i modelli classici della pittura.
Il fogliame scuro ed il paesaggio marroncino in questo dipinto non rispecchiano le intenzioni dell’autore, ma sono dovuti all’ossidazione del resinato di rame in origine verde.
Sandro Botticelli (1445-1510)
Artista fiorentino pienamente inserito nel suo contesto sociale.
Egli intreccia con l’oro i capelli di venere in questo suo capolavoro, e lo sparge anche tra le foglie degli alberi dietro di lei.
Leonardo da Vinci (1457-1519)
Un’analisi della veste di Cristo ha rivelato le seguenti stratificazioni:
1) strato di carbonato di calcio
2) sottile strato omogeneo di bianco di piombo
3) sottile strato di nero carbone
4) strato di vermiglione
5) sottile strato non uniforme di lacca rossa (assente in altri frammenti)
6) altro strato di vermiglione, probabilmente si tratta di un restauro posteriore
7) strato di vernice o adesivo.
Bibliografia
Autori Vari "La fabbrica dei colori" Il Bagatto
R.J. Clark articoli pubblicati tra il 1995-2001
Philip Ball "Colore una biografia" Rizzoli 2001
Bodo W. Jaxtheimer "Impara l'arte" Rizzoli 1962
Journal of cultural Heritage Vol. 3 (2001) e Vol. 4 (2002)
Carlo Linzi "Tecnica della pittura e dei colori" Hoepli 1930
Gino Piva "Manuale pratico di Tecnica pittorica" Hoepli 1991