Pigmenti e tecnica delle miniature

note generali
La miniatura è da molti considerata un’arte secondaria, non va però dimenticato che artisti quali Giotto e Cimabue si cimentarono in quest’arte.
La miniatura fa uso di pigmenti spesso caratteristici come pure di leganti non comuni con l’arte pittorica. Legante diffuso era bianco d’uovo in presenza di miele, melasse, zuccheri, glicerina o altro.
conservazione
Molti sono gli agenti che possono alterare un’opera miniata. Luce, calore, livelli troppo alti o bassi di umidità, abrasione, debolezza del supporto cartaceo sono i principali.
Identificare e riconoscere i materiali usati nelle miniature e nella fabbricazione dei manoscritti ci aiuta per conoscere le condizioni migliori di conservazione.
La conoscenza di questi dati ci arriva in parte dagli stessi autori che hanno messo per iscritto i procedimenti da loro utilizzati per fabbricare carta e colori, sia dalla tecniche analitiche oggi a disposizione.
para-realgar (As4S4)
Di colore giallo, fu raramente usato in pittura ma si ritrova come giallo in alcuni manoscritti miniati. Si ottiene per irradiazione della luce solare sul realgar rosso, ed è al pari di questo velenoso.
verderame ( (CH3COO)2Cu•H2O)
Il verderame era un pigmento comune, sia nella pittura che nell’arte miniata. Gli acidi organici usati per prepararlo (acido acetico), in alcuni casi intaccavano la pergamena o la carta su cui era applicato, formando buchi netti, come se fossero stati magiucchiati da insetti amanti del verde.
porpora (1,6-dibromoindaco C16H8Br2N2O2)
Nel medioevo al porpora si utilizzò anche per tingere le pergamene, ma l’uso andò gradatamente scomparendo insieme al mercato della porpora.
Esempi di tali applicazioni rimangono in numerosi codici, particolarmente famosi il frammento di Sinope (Parigi) ed il Codex purpureus rossanensis.
esempio di miniatura (XIII sec.)
Quest’esempio di miniatura è tratta da un testo musicale-liturgicodel XIII sec.
I pigmenti identificati con una tecnica ottica risultano:
grafite (C); minio (Pb3O4); cinabro (HgS); stannato piombico (PbSnO3); ocra rosso (ossidi ferrici Fe2O3); malachite (CuCO3•Cu(OH)2); lapislazzuli (Na8[Al6Si6O24]Sn).
esempio di miniatura (XIII sec.)
Dettaglio di una miniatura del primo XIII sec. tratta da un vangelo bizantino/siriaco.
I pigmenti chiave sono indicati (in inglese) e risultano:
bianco di piombo mutato in PbS scuro; pararealgar (+ realgar); vermiglione o cinabro HgS; orpimento As2S3.

esempio di miniatura (XIII sec.)
Miniatura del XIII sec. tratta da un libro di canti religiosi. Il colore blu che si vede è realizzato con uno strato di lapislazzuli deposto sopra uno strato precedente di azzurrite.
Questa operazione era molto comune anche nella comune tecnica pittorica. esempio di miniatura (XIII sec.)
esempio di miniatura (XVI sec.)
Miniatura araba su carta, ai lati del testo ci sono due righe d’oro. Mediante tecniche ottiche sono stati riconosciuti i seguenti pigmenti principali:
minio (Pb3O4); cinabro (HgS); orpimento (As2S3); malachite (CuCO3•Cu(OH)2); lapislazzuli (Na8[Al6Si6O24]Sn).

Bibliografia
Autori Vari "La fabbrica dei colori" Il Bagatto
R.J. Clark articoli pubblicati tra il 1995-2001
Bodo W. Jaxtheimer "Impara l'arte" Rizzoli 1962
Journal of cultural Heritage Vol. 3 (2001) e Vol. 4 (2002)
Carlo Linzi "Tecnica della pittura e dei colori" Hoepli 1930
Gino Piva "Manuale pratico di Tecnica pittorica" Hoepli 1991