L'atomo dai greci a Dalton
Scienza greca
Il problema della costituzione della materia è stato uno dei più dibattuti nell'antichità, in particolare
presso gli antichi greci.
Secondo altri autori la conoscenza atomica avrebbe trovato la sua prima formulazione presso i cinesi e, soprattutto,
presso gli indiani i quali ammettevano l'esistenza di cinque sostanze materiali (terra, acqua, luce, aria, etere) e
di quattro immateriali (tempo, luogo, anima, e coscienza), costituite da atomi indivisibili e diversi per le varie
sostanze.
In Grecia le prime idee sull'atomismo sviluppate solo su basi filosofiche, si attribuiscono a Leucippo (V secolo a.C.):
ma poco si sa quanto egli abbia contribuito con le sue attività speculative allo sviluppo di questa tendenza filosofica.
| Il vero teorico della dottrina atomica fu
senza dubbio Democrito di Abdera (circa 460-371 a.C.), scolaro del precedente filosofo Leucippo; egli sospettava che
tutte le sostanze, metalli, liquidi, piante e persino il corpo umano, fossero costituite da minuscole indivisibili
particelle talmente piccole ed elementari da non poter essere ulteriormente frazionate.
Per illustrare la sua teoria, Democrito soleva sgranellare una zolla di terra fra le mani, finché non rimanevano
che pochi invisibili granelli di polvere; così egli diceva: «bisognava immaginare la particella finale e infinitesimale
della materia cioè l'atomo».
Qui a sinistra supposto busto del filosofo Democrito |
Democrito sosteneva che gli atomi fossero di forme diverse e che da esse dipendessero, appunto, gli aspetti generali
e la natura delle varie cose: così gli atomi cubici a spigoli aguzzi formavano i metalli duri; gli atomi a superficie
liscia, sferica, costituivano i liquidi; gli atomi non soltanto lisci e tondi, ma anche estremamente leggeri formavano
i gas e le fiamme.
Scienza greco-romana
Dopo Democrito la dottrina atomistica fu ripresa e sviluppata da Epicuro (341-270 a.C.), il quale cercò di integrarla
introducendovi teorie e argomentazioni tratte dalla fisica di Aristotele ed enunciando un sistema che doveva essere
poi completato da Lucrezio (990-55 a.C.) nel "De rerum natura".
Scienza araba
Presso gli arabi l'atomismo si sviluppò in alcune sette religiose nell'interno dell'Islam; i filosofi arabi più famosi
furono Avicenna (980-1037) e Averroé (1126-1198). La filosofia atomistica araba a somiglainza di quella greca, si basa
sul presupposto che la materia sia formata di piccoli corpuscoli, di punti senza estensione uguali fra loro, che occupano
una determianta posizione e che si riuniscono per formare i corpi materiali. Il movimento è reso possibile dal moto
esistente tra gli atomi.
Evo moderno
In epoche più recenti, l'atomismo fu sostenuto da Giovanni Alfonso Borelli (1608-1679), il quale partendo dallo studio
dei fenomeni di capillarità stabilì una teoria corpuscolare della materia; da Joachim Jungius (1587-1657), che ravvicinò
l'antica concezione atomistica alla chimica; dal cavaliere Kenelm Digby (1603-1665), il quale cercò di esprimere le
qualità sensibili della materia con concettimeccanicistici; da Pierre Gassendi (1592-1665), sosteniutore di un atomismo teologico:
egli ammetteva l'esistenza di uno spirito superiore al quale attribuiva la capacità di creare gli atomi e di regolare
il loro movimento.
Allo sviluppo della dottrina atomistica contribuì, notevolmente, Robert Boyle (1626-1691), il quale attribuì alal materia
tre proprietà fondamentali: grandezza, forma e movimento, e fece anche distinzione tra particelle di primo e secondo ordine.
Successivamente Isaac Newton (1642-1727) con la legge della gravitazione, rafforzò il concetto materialista, che è
alla base della teoria atomistica.
Per tutto il secolo XVIII l'atomismo continuò a conservare un carattere prettamente metafisico; all'inizio del
secolo XIX lo studio dei fenomeni chimici portò alla scoperta di due principi fondamentali: la legge delle proporzioni
definite e Costanti di J. Proust (1755-1826) e la legge delle proporzioni multiple di John Dalton (1766-1844).
La prima, pur partendo dal presupposto che le sostanze fossero composte di particelle puiccolissime (atomi e molecole),
non dava, però alcuna informazione né sulla grandezza degli atomi, né sulla loro masssa.
A Dalton spetta il merito di aver stabilito un metodo per determinare il peso atomico relativo degli elementi, assumendo
quello dell'idrogeno uguale a 1.
Bibliografia
Adolfo Ferrari "Trattato di chimica generale ed inorganica" ed. Riccardo Pàtron, Bologna 1965
Rafaele Capozzi "Enciclopedia internazionale" ed. Curcio, 1970
Beniamino Andriani "Aspetti della Scienza in Dante" 1981
Alexander Roob "Alchimia & mistica" Taschen 1997
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