Storia del mosaico

Il termine mosaico deriva dal latino musivum opus dove il termine musivum sta ad indicare il luogo di preferenza del mosaico (muri e pareti), il termine musivum potrebbe infatti derivare da muro oppure da Musa, alle Muse infatti erano dedicati pareti e volte decosate a mosaico nelle grotte e nelle fontane dei romani.
I più antichi reperti che fanno uso di una tecnica artistica descrivibile come accostamento di diversi elementi (sassi, coni di argilla, ecc.) sono stati trovati in Mesopotamia (a partire dal IV millennio a.C.). SOno tazze, brocche, strumenti musicali, statuette, piccoli pannelli decorativi (Stendardo di Ur).
Composizioni parietali di mattoni policromi si trovano presso gli Egizi, i Babilonesi ed i Persiani.
Associati alle culture orientali sono anche i mosaici della Frigia (a partire dall'VIII sec. a.C.), in particolare gli studiosi hanno messo in luce parallelismi tra tappeti e ,osaici pavimentali, con caratteristici motivi di triangoli, quadrati e figure correlate agli esagoni. Motivi geometrici che verranno conservati e aumentati nei secoli successivi dalle culture greca e romana.
In occidente nel continente europeo il mosaico primitivo è pavimentale e costituito da un accostamento più o meno organizzato di elementi più o meno grandi, naturali o artificiali, usati nella loro integrità.
Il mosaico nella cultura Grecia si ritrova come rivestimento pavimentale in ciottoli e l'esempio più antico, ritrovato a Gordio in Frigia (Asia Minore), data dell'VIII secolo a.C. Non presentava colori vistosi (bianco, nero, giallo e rossiccio, i quattro fondamentali colori dell'arte antica) ed aveva soprattutto funzione pratica quanto decorativa. Si usavano materiali che potessero durare nel tempo quali ciottoli rotondeggianti.
Non bisogna dimenticare che il mosaico, così come lo conosciamo oggi è un'opera artistica tra le più pesanti e che se fissato alle pareti costituisce un aumento di peso notevole per l'intera struttura che forse non tutti gli edifici dell'epoca riuscivano a sostenere.
D'altra parte bisogna ricordare che alcuni storici ci raccontano di navi (non certo da combattimento) con gli interni decorati a mosaico. Gradualmente i ciottoli vengono sostituiti da tessere tagliate ad hoc per la composizione dei mosaici; l'invenzione sembra da attribuirsi ad artisti operanti ad Alessandria d'Egitto nel III sec. a.C. Il più antico pavimento in tessere è stato ritrovato a Morgantina (Sicilia) e risale appunto a questo periodo.
I soggetti rappresentati sono principalmente animali, scene di caccia e motivi mitologici.
Ma è con l'impero romano che il mosaico trova la sua massima utilizzazione e celbrità. Gli artisti romani infatti consideravano questa tecnica artistica come loro propria. Accanto alle classiche rappresentazioni agresti greche, i romani sviluppano anche un soggetto astratto composto da immagini non legate le une alle altre ed estendibili all'infinito.
Gradualmente il mosaico si arricchirà maggiormente di colori, quasi parallelamente alla tendenza in corso per la pittura, ritrovandosi accanto al bianco, nero, giallo e rossiccio anche i colori oro, rosso, blu, verde. Con la separazione dell'Impero romano in due parti assistiamo poi ad una diversa evoluzione nel mosaico: la religione e l'astrattismo domineranno l'opera ad Oriente mentre in Occidente continuerà per breve periodo una rappresentazione più classica non molto distinguibile da quella precedente pagana.

Dei due esempi qui riportati il leone è un dettaglio di un opus lapilli pavimentale sul tema della caccia al leone risalente al IV sec. a.C. a Pella (Macedonia)
Il secondo mosaico è un dettaglio di un mosaico in tessere di una scena fantastica, in origine presso la villa dell'imperatore Adriano a Tivoli (II sec. d.C.).

Bibliografia
Giovanna Galli "Il mosaico" Ulisse 1989
Arne Effenberger "Chefs-d'oeuvre des musées de Pergame et Bode" Mainz 1995
Isotta Fiorentini Roncuzzi e Elisabetta Fiorentini "Mosaico" MWeV editore 2001