Degradazione degli alimenti
Il deterioramento delle sostanze può avvenire tramite due cause: 1) chimico-fisiche e 2) biologiche.
1) chimico-fisiche
- L'ossigeno è una sostanza estremamente reattiva in grado di danneggiare molti
principi alimentari, in particolare colpisce gli acidi grassi insaturi contenuti nei grassi
e numerose vitamine quando esposte all'aria. L'ossigeno facilita lo sviluppo di
microrganismi aerobi.
- La temperatura può agire sia in senso conservativo che degradativi. Aumenti di
temperatura denaturano le proteine, sviluppano reazioni di deidratazione e facilitano
l'insorgenza di microrganismi.
- L'umidità e l'acqua di per se non risulta deteriorare le sostanze, ma facilita
l'insorgenza di infezioni. L'idratazione risulta dannosa per gli alimenti essiccati,
probabilmente diluendo i principi antimicrobici che sono presenti in questo tipo di cibi.
- La luce proprio grazie a reazioni chimiche è in grado di danneggiare numerose
vitamine e meno proteine e acidi grassi insaturi (ove favorisce l'irrancidimento ossidativi).
- Il pH di una soluzione acquosa (interna o esterna agli alimenti) condiziona la
conservabilità. Un pH troppo acido (1-2) o troppo basico (10-14) sviluppa reazioni chimiche
di idrolisi a carico di tutti i principi alimentari (eccezione fatta per i sali), pH neutri
facilitano lo sviluppo dei microrganismi. A valori di pH di circa 4 (acidità del vino) la
maggior parte dei microrganismi non è in grado di svilupparsi e le sostanze più semplici
(principi nutritivi) sono in grado di conservarsi inalterati.
2) biologiche
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