Il consiglio dei ministri ha
dato il via libera al maxidecreto per
l'attuazione della legge 30 sul mercato del
lavoro. Da settembre, come ha annunciato il
ministro del welfare Roberto Maroni,
diventeranno operative le nuove
figure contrattuali previste dalla
legge. Si va dal lavoro a chiamata allo staff
leasing (lavoratori a tempo indeterminato in
affitto) passando per il lavoro ripartito (job
sharing). La legge raccoglie molte delle misure
elaborate nel Libro bianco di Marco Biagi.
Lo schema di decreto legislativo, che consta di
circa novanta articoli, include anche la
trasformazione del
collocamento. Prima dell'approvazione
definitiva - ha spiegato però Maroni - sarà
necessario un confronto "non formale"
con le parti sociali, con la conferenza
Stato-Regioni oltre al parere delle
Commissioni parlamentari. Nella nuova figura
contrattuale del lavoro a progetto, in
particolare, dovrebbero secondo il governo
confluire molti lavoratori parasubordinati
attualmente in regime di collaborazione
coordinata e continuativa. Per questi lavoratori
che entro l'anno effettueranno il passaggio -
come ha spiegato il sottosegretario al lavoro
Maurizio Sacconi - l'aliquota sarà portata al
19%.
Cgil: il governo manomette il diritto del
lavoro
“Il Consiglio dei ministri ha adottato oggi un
maxi-decreto che, in attuazione della pessima
legge 30, manomette ampiamente il sistema di
norme e tutele che compongono il diritto del
lavoro”. E’ duro il giudizio di Giuseppe
Casadio, segretario confederale Cgil, sulle
decisioni prese oggi dal governo.
La Cgil denuncia, innanzitutto, l’abnormità
del fatto che un provvedimento di così grande
importanza per le condizioni di lavoro e di vita
di un milione di persone, in particolare delle
giovani generazioni, venga adottato senza che il
governo e i suoi tecnici si siano in alcun modo
confrontati con le organizzazioni sindacali e
con le altre forze sociali. “Delle norme
contenute nei circa 90 articoli di cui è
composto quel maxi-provvedimento – spiega
Casadio – allo stato è dato conoscere
solamente la sequela di veline fatte circolare
ad arte e le affermazioni infondate e
ideologiche che il presidente del Consiglio e il
ministro del Welfare hanno dispensato a piene
mani nella conferenza stampa al temine del
Consiglio dei ministri; mentre i princìpi
contenuti nella legge delega da cui origina il
decreto varato oggi segnano un pesante
arretramento dei diritti individuali e
collettivi delle persone che lavorano o che
cercano lavoro”. La conferma di questo,
secondo Casadio, la si può trovare nelle parole
dello stesso presidente del Consiglio, quando
afferma che “ora il mercato del lavoro
italiano è fra i più flessibili nella Unione
europea”.
Ma non basta. “La Cgil
denuncia questo modo di procedere – afferma
ancora il segretario della Cgil – come indegno
di un paese civile: in esso si manifesta un
totale disprezzo per ogni pratica di confronto
fra interessi e punti di vista diversi. La Cgil
non si adeguerà mai a questa pratica
sostanzialmente autoritaria delle relazioni
sociali, nella convinzione che anche altri
soggetti della rappresentanza sociale non
possano assistere passivamente a un tale scempio
della stessa idea di ‘dialogo sociale’ che
pure il governo enfatizza strumentalmente”.
I dettagli del decreto
In un comunicato distribuito dall'ufficio stampa
del ministero del Welfare si precisano i settori
di intervento del decreto. I capitoli di
intervento sono:
* la fornitura regolata di lavoro; "le
nuove norme definiscono con maggiore certezza il
confine tra l'appalto di servizi e la
somministrazione di lavoro";
* i contratti a tempo parziale: oggi sono
soltanto il 9%. Il lavoro a tempo parziale
"offre la possibilità di un lavoro a molte
più persone e consente in alcuni casi di
trasformare in un rapporto a tempo indeterminato
forme di lavoro precario e sommerso",
* lavoro intermittente: si tratta di contratti
che prevedono tempi di lavoro certi e/o tempi di
lavoro incerti durante i quali il lavoratore
riceve "una adeguata indennità";
* lavoro a coppia: si tratta "di lavoro di
qualità, a tempo indeterminato";
* lavoro a progetto: riconduce gli attuali
Cococo (collaborazioni coordinate e
continuative) o a lavoro subordinato o a lavoro
a progetto, forma di lavoro autonomo con limiti
definiti;
* voucher prepagati per lavoro occasionale: per
attività specifiche quali baby sitting,
badanti, lezioni private, giardinaggio,
eccetera.
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