La Dottoressa Federica Carlieri Odontoiatra Riceve Presso L' ambulatorio Polispecialistico Dental-Kappa a Roma Via Asinari di San Marzano, 23-25-27-29 - Roma tel. 06-89010165 |
RADIOLOGIA La radiologia ebbe origine nel 1895 dalla scoperta dei raggi X da parte del
fisico tedesco Wilhelm
Conrad Röntgen, per cui
venne insignito del premio
Nobel per la fisica. In seguito, i raggi X e altri
tipi di radiazioni sono stati utilizzati per produrre immagini utili alle
diagnosi cliniche. Ad esempio, nella tecnica chiamata risonanza magnetica
nucleare (RMN), le immagini vengono ottenute registrando la differenza nel tempo
di rilassamento dei nuclei dei tessuti in un campo elettromagnetico. La
radiologia terapeutica si basa principalmente sull'uso delle radiazioni
ionizzanti ed è spesso associata a varie forme di chemioterapia. Radiologia
diagnostica
La radiologia diagnostica consiste nella valutazione, tramite immagini
radiologiche statiche o dinamiche, delle alterazioni anatomico-fisiologiche dei
tessuti, causate da malattie o infortuni. La maggior parte di queste immagini si
ottiene facendo passare un fascio localizzato di raggi X attraverso la parte del
corpo da esaminare, ottenendo così un'immagine statica su pellicola. Tale
immagine, chiamata radiografia, può assumere diverse forme. Può essere una
radiografia normale, una tomografia (dal greco tomos, "sezione"), cioè l'immagine di una sezione del
corpo, oppure una tomografia assiale computerizzata (TAC),
cioè l'immagine di
una sezione trasversale del corpo analizzata da un computer. Molti organi e sistemi che non sono visibili con le tecniche radiografiche L'uso delle radiazioni ionizzanti nella valutazione della malattia comporta
gli stessi rischi dell'impiego dei farmaci nella terapia delle malattie. Gli
esami radiografici diagnostici dovrebbero essere eseguiti solo su
CONSIDERAZIONI SULLE RADIOGRAFIE ORTOPANTOMOGRAFICHE A ognuno il suo mestiere. L'Odontoiatria e il Radiologo hanno in comune uno strumento di lavoro, l'Ortopantomografia, che usano in modi, tempi e con mentalità differenti. Se da una parte è ovvio che ognuno "legga" l'OPT SECONDO LA PROPRIA FORMAZIONE PROFESSIONALE guidato dalle proprie necessità cliniche specifiche, appare evidente che il Dentista è più legato a canoni di diagnosi ristretta in maniera specifica al suo campo, mentre, per il Radiologo, questo campo si espande a tutte le strutture interessate dall'immagine radiografica. Spesso gioverebbe confrontarsi e lavorare assieme. Proviamo quindi a illustrare il punto di vista del Radiologo, cogliendone i suggerimenti. Note tecniche La traduzione fra i due modelli operativi è difficoltosa fin
dall'inizio, perché la radiografia è una rappresentazione imperfetta
della realtà. È un'immagine bidimensionale di un oggetto tridimensionale. L'OPT
in particolare è una radiografia di uno strato curvo. L'immagine si ottiene
combinando il movimento rotatorio contemporaneo del tubo catodico e di un
collimatore a fessura (scanografia), con la traslazione in senso opposto della
pellicola radiografica. Il risultato è una tomografia: l'immagine di uno strato
con la cancellazione delle strutture anteriori e posteriori adiacenti.
Rimandando ai molti trattati esistenti gli approfondimenti specifici, per
comprendere le "trappole" dell'OPT normale occorre partire da concetti
di geometria dell'immagine, dalle variabili tecniche dei radiogrammi e da
considerazioni di anatomia regionale. Radiogeometria dell'OPT e problemi interpretativi connessi La nitidezza della radiografia panoramica Il radiogramma di confronto Sarebbe una buona norma per il Clinico confrontare le OPT dei suoi pazienti
con una radiografia di riferimento universale, giudicata corretta per i dati
radiografici e per i rilievi anatomici. È un accorgimento del tutto empirico,
peraltro pratico. L'OPT può essere "eccessivamente chiara", a causa
della temperatura di sviluppo bassa o per un tempo di sviluppo breve, per
diluizione del mezzo
Anatomia radiografica e problemi interpretativi L'altro vantaggio dell'impiego di una OPT "base" è quello di
riconoscere mediante il confronto i punti radioanatomici di riferimento. La
radiografia deve essere visualizzata secondo la posizione anatomica del
paziente. I primi criteri di valutazione sono forniti dalla v rappresentazione simmetrica
dei condili mandibolari e dalla branca ascendente della mandibola, che deve
avere uguale ampiezza nei due lati: il rilievo di questi particolari consente di
scoprire la maggior parte degli artefatti da rotazione. Si procede valutando i
profili e la struttura della mandibola. Si ricercheranno i canali e i forami
mandibolari, tenendo conto della possibilità di variazioni anatomiche
individuali. Individuare i forami mandibolari, evita la confusione, talvolta
possibile, con altre immagini di A lato del mento e in parte sovrapposte dalla mandibola, troviamo un'area di
radiotrasparenza per lato, che corrisponde alla fossa delle ghiandole
sottomandibolari. Tali reperti non vanno confusi con aree di radiotrasparenza
malacica o litica dell'osso mandibolare. Lungo la linea mediana, oltre alla
radiopacità determinata da sinfisi, tubercolo mentoniero, forami linguali ed
altre strutture minori, può comparire una radiopacità a banda verticale, a
causa della sovrapposizione proiettiva del mento e della colonna cervicale. In
una OPT ottimale, deve essere comunque possibile valutare le regioni apicali
degli incisivi. Sempre lungo la linea mediana, a livello Conclusione Per concludere, è utile ricordare che 1'OPT ottiene un dettaglio minore di
quanto sia possibile con radiografie mirate, a vantaggio della panoramicità
diagnostica. L'indagine riesce a dimostrare carie di un certo volume, fratture
dentarie, perdita di otturazioni, patologia parodontale. I1 Radiologo "non
dedicato", che non opera prevalentemente in ambito odontoiatrico, ha una
competenza generica della patologia dentale e parodontale. La finalità del
referto radiografico è quella di segnalare le variabili fisiologiche, i reperti
patologici più evidenti e l'eventuale presenza di alterazioni extra-orali. In
un certo senso, viene delegata al Clinico specialista una lettura più
approfondita ed orientata dell'immagine radiografica. È quindi ragionevole
pensare che l'Odontoiatra riscontri, a titolo d'esempio, più carie di quante il
Radiologo ne segnali ! Radiologia
terapeutica
La
radiologia terapeutica consiste nel trattamento dei tumori maligni (cancro) con
radiazioni ionizzanti, da sole o in associazione a ipertermia o a
farmaci. Tale pratica deriva dalla scoperta, risalente alla fine del XIX secolo,
degli elementi radioattivi presenti in natura. La radioterapia viene spesso
descritta in base all'energia del fascio impiegato: superficiale (meno di 120 kV),
ortovoltaggio (da 120 a 1000 kV) e megavoltaggio (oltre 1000 kV). La
radioterapia superficiale serve per la terapia di neoplasie maligne della pelle,
dell'occhio o comunque delle superfici corporee. La terapia in ortovoltaggio è
stata sostituita quasi completamente dal megavoltaggio (cobalto, acceleratore
lineare e betatrone), che utilizza acceleratori di particelle. Questi ultimi facilitano e rendono più
efficace la penetrazione della dose di radiazioni necessaria a raggiungere i
tumori profondi, risparmiando nello stesso tempo danni alla pelle e ai tessuti
circostanti non colpiti. La radioterapia può essere usata da sola: come trattamento d'elezione nella
maggior parte dei tumori della pelle; in alcuni stadi del tumore dell'utero, della
mammella e della prostata, nonché
in alcuni tipi di leucemia e linfoma, in particolare il linfoma di
Hodgkin. In questi casi, la radioterapia ha come obiettivo la guarigione
dell'affezione. In associazione a farmaci antitumorali (terapia combinata), può
essere impiegata anche come palliativo (cioè per alleviare i sintomi). La
radioterapia viene, inoltre, applicata spesso, prima o immediatamente dopo la
rimozione chirurgica di certi tumori, per aumentare le possibilità di
guarigione tramite la distruzione delle cellule tumorali che potrebbero
diffondersi o essersi già diffuse nell'organismo, in aree diverse da quella
operata. La radioterapia viene, infine, impiegata comunemente per tenere sotto
controllo le recidive di tumori localizzati dopo asportazione chirurgica. Fondamento
della terapia
La radioterapia si basa sul fatto che, rispetto alle cellule tumorali, i
tessuti normali hanno una maggiore capacità di guarigione dagli effetti delle
radiazioni. Pertanto, una dose di radiazioni sufficiente a distruggere le
cellule tumorali compromette, invece, solo temporaneamente le cellule sane
adiacenti a esse. Talvolta la capacità di guarigione dei tessuti normali è
uguale o inferiore a quella del tessuto canceroso; in questi casi si dice che il
tumore è radioresistente e la radioterapia non viene considerata applicabile.
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Per nessun motivo questi appunti possono venire utilizzati ne interpretati come dati medici con i quali formulare diagnosi ne cercare cure per potenziali pazienti. Le nozioni indicate possono risultare incomplete e anche INESATTE e non devono essere considerate in nessun modo come mezzi diagnostici "fai da te" perché potrebbero indurre a errori di interpretazione. Le diagnosi possono essere fatte solo da laureati in medicina abilitati alla professione medica o da specialisti delle varie materie. |