La Dottoressa Federica Carlieri Odontoiatra Riceve Presso L' ambulatorio Polispecialistico Dental-Kappa a Roma Via Asinari di San Marzano, 23-25-27-29 - Roma tel. 06-89010165 |
ACCESSO ALLA
CAMERA PULPARE
Dentina
primaria
Dentina
secondaria
Dentina
terziaria
Questa dentina è detta anche di
reazione o riparativa e si
presenta poco o niente canalizzata.
La produzione di dentina secondaria
e terziaria ha come conseguenza una
diminuzione di
ampiezza dell'endodonto.
Ne derivano un minor volume di
tessuto pulpare con meno cellule e vasi
disponibili per la difesa della
polpa, una più grave e precoce risposta
dolorosa
agli stimoli infiammatori.
Essa è responsabile del colore
giallo dei denti dei soggetti anziani,
ed è quella che più ci ostacola
nell'esecuzione di cure canalari perché
diminuisce il lume dei canali impedendo
un corretto accesso.
Penetrazione
nei canali Requisiti
fondamentali di una corretta
preparazione:
·
Un valido e completo accesso alla camera
pulpare.
·
Eliminazione della polpa camerale e
radicolare.
·
Raschiamento e allargamento del canale
radicolare.
·
Strumentazione che deve arrivare fino
all'apice.
·
Il mantenimento della anatomia originale
del canale.
·
Una forma progressivamente conica dei
canali radicolari
·
Una perfetta disinfezione
·
Una chiusura ermetica tridimensionale
specialmente della parte apicale.
Procedure
operative Cavità
di accesso e rimozione iniziale della
polpa.
Si procede inizialmente con frese
a palla diamantate del numero 1 - 2
montate su turbina.
Dopo aver praticato un'apertura
attraverso lo smalto e la
dentina, si giunge alla polpa
camerale.
In questa fase l'obiettivo è
quello di
creare una apertura che comprenda
l'intera camera pulpare e che sia
possibilmente divergente in
direzione occlusale.
È più comodo rimuove la
struttura dentale con un movimento di
trazione
utilizzando come guida il
perimetro interno del tetto camerale e
dei cornetti
pulpari.
In altre parole una volta che la
fresa a palla diamantata sia penetrata e
nella
cavità pulpare, procedendo
dall'interno verso l'esterno si può
eliminare
dentina e smalto fino a creare la
cavità di accesso.
Successivamente, le
pareti della cavità saranno
rettificate con una fresa tronco conica
che unirà
con linee rette la sommità dei
cornetti pulpari con i relativi imbocchi dei
canali
radicolari.
A tale scopo si potrà usare una
fresa di Bat a punta arrotondata.
Requisito indispensabile e
fondamentale è l'integrità del fondo
della camera
pulpare, che non dovrà
assolutamente essere modificato.
Infatti il fondo della camera
pulpare, è naturalmente convesso verso
il canali
radicolari.
Questa particolarità anatomica
permette alla sonda canalare, di
scivolare
sulla superficie del fondo della
camera e cadere direttamente nei canali
pulpari.
Con un fondo rovinato da una
fresatura incongrua, questa semplice
operazione diventa
difficilissima.
In seguito la camera pulpare
viene irrigata con una soluzione di
ipoclorito di
sodio a una concentrazione del
2,5% e si può procedere a una rimozione
della polpa della camera
utilizzando una fresa a rosetta in
acciaio montata su micromotore a basso
numero di giri per cercare di agganciare
la polpa
affinché questa venga strappata,
portandosi dietro parte della polpa
canalare.
Successivamente, utilizzando dei
tira nervi di calibro adatto ad essere
inseriti nel tessuto pulpare del
canale senza essere forzati, si estirpa
la polpa
canalare nella maniera più
completa possibile.
Sarà utile controllare la forma
della polpa rimasta attaccata al
tira nervi, che come dice il Marmasse
sarà
rivoltata come un calzino, per
rendersi conto se è stata eliminata
tutta o solo
un frammento.
Nel qual caso si deve ripetere
l'operazione fino a quando non
si è ragionevolmente sicuri di
aver eliminato tutta la polpa.
Naturalmente tutto questo deve
essere effettuato con continui lavaggi
di
ipoclorito di sodio per eliminare
eventuali frammenti pulpari rimasti
all'interno
dei canali. STRUMENTARIO ENDODONTICO
-
Strumentario
tradizionale All'inizio del secolo,
venivano costruiti in acciaio al
carbonio che conferiva agli
strumenti una rigidità e una
fragilità difficilmente controllabili.
Si passò quindi agli acciai
inossidabili di moderna concezione con
cui ancora
oggi viene prodotta la maggior
parte degli strumenti endodontici e si
pensò di
regolare la loro costruzione
secondo una standardizzazione ISO ancora
attuale.
La metodica tradizionale prevede
l'inserimento dei file in maniera
sequenziale
dal diametro più sottile, il
n° 10 (spessore 0,10
mm)strumentato fino all'apice, passando via via a
diametri crescenti di 0,05 mm in 0,05 mm
fino
ad un numero adeguato che di
solito è il 30 - 40.
Ogni passaggio deve arrivare fino
all'apice, sotto abbondante soluzione
chelante e disinfettante.
Questa metodica, ancora oggi in
uso, ottiene buoni risultati solo a
condizione
che i canali radicolari siano
diritti o solo leggermente curvi
altrimenti data la
rigidità dell'acciaio, è
impossibile strumentare oltre il n° 20.
E' per questo motivo che nel 1960
venne introdotto il metodo N2, basato
sulla
estirpazione parziale della polpa
sia vitale che necrotica, detersione
meccanica ridotta al minimo,
nessuna irrigazione ed otturazioni
immediata a
diversi millimetri dagli apici ;
sperando che, alla cattiva
strumentazione del
canale, supplisse la forza
disinfettante e distruttiva della
paraformaldeide.
Un completo insuccesso.
Teoria
dimensionale di Schilder Dopo
oltre trent'anni, si sono finalmente
notate le incongruenze che
caratterizzano la
standardizzazione nella costruzione
degli strumenti canalari
aderenti alle norme ISO e
finalmente con gli studi di Schilder si
è potuto porvi
riparo.
La necessità di revisionare le
norme ISO è stata così giustificata
dall'autore.
1) IL numero totale degli
strumenti endodontici è troppo elevato.
2) Gli incrementi dimensionali
tra strumenti successivi che attualmente
è di
0,05 mm, spiegano le difficoltà
che si incontrano nell'inserire in un
canale,
dove è già passata una lima n°10,
la successiva lima n°15.
Infatti l'incremento
percentuale è del 50%.
3)Il margine di errore sul
diametro di + - 2/100 di mm ammesso
dall'ISO è
troppo elevato e può accentuare
ulteriormente l'incremento di diametro
tra
strumenti successivi Se si
considera che l'incremento maggiore in
percentuale si rileva proprio in
quegli strumenti più sottili che
servono per " aprire la strada
" agli altri
strumenti più grandi, si capisce
come l'attuale standardizzazione sia
incongrua.
Partendo da queste osservazioni
Schilder ha ideato una nuova serie di
strumenti endodontici denominati
"
Profiles serie 29" con le
seguenti
caratteristiche : ·
Gli strumenti numerati dall'1 all'11
coprono un'area compresa tra i diametri
10 e 130/100 di mm + due
strumenti chiamati 0 e 00 che
corrispondono agli
strumenti 6 e 8 della vecchia
standardizzazione.
·
In totale si hanno 13 strumenti.
I calibri superiori ai 130/100
sono stati
considerati inutili.
·
l'incremento di diametro non
avviene più secondo dimensioni lineari
variabili come nell'attuale
standardizzazione ISO, ma secondo un
valore
percentuale fissato uguale per
tutti al 29,17%.
·
In pratica ogni strumento e più grandi
di quelli immediatamente precedenti
non
più di 5 centesimi di mm ma del
29,17%, con una curva degli incrementi
percentuali di tipo parabolico e
non caotica ed irregolare.
·Le
uniche differenze consistono negli
incrementi dimensionali, mentre il
disegno e l'angolazione delle
lame rimangono invariati.
·Gli
strumenti della serie Profiles
serie
29 sono infatti disponibili come
K files, Hedstrom files e Reamers
sia in acciaio che
in Nichel-Titanio.
E' interessante notare che anche
la conicità degli stumenti è rimasta
invariata.
STRUMENTI ENDODONTICI Ni-Ti
A causa della loro limitata
flessibilità, gli strumenti
convenzionali in acciaio, impegnati in
un canale curvo, hanno la tendenza a
raddrizzarsi ed a lavorare solo sulla
parte opposta alla concavità della
curvatura.
Questo comportamento denominato
" restoring force " è
dipendente dalla tensione elastica che
si accumula nei metalli sottoposti
a deformazione e può causare:
Gradini o intaccature; False strade o
perforazioni; Trasporto apicale;
Detersione canalare incompleta.
Gli strumenti in Nichel Titanio,
·
Somministrare energia meccanica in
maniera costante ed omogenea attraverso
la a rotazione
Tale rotazione può essere
ottenuta manualmente o con manipolo
contrangolo che non superi la velocità
di rotazione di 200 gpm limite di
adattamento della lega.
·
A causa della elasticità della lega,
gli strumenti in nichel titanio non
possono essere ottenuti per torsione di
un filo metallico come avviene ad
esempio per i "K Files" o per
i "Reamers", ma soltanto
incidendo sulla loro superficie
dei solchi in modo da renderli
taglienti.
Tra i possibili disegni delle
lame ricordiamo quello dei:
-
·
"Mac File", strumenti manuali
che ricordano il disegno della lima di
Hedstrom.
·
"NT Sensor File"
Disegno a superficie lavorante a spirale
con due o più lame degli strumenti
rotanti.
·Disegno
caratterizzato da più scanalature degli
"U Files" e degli
"H Files"
·Strumenti
simili alle frese di Gates ma più
flessibili che sono i "Light Speed"
Mac File
Gli strumenti numero 08 - 10 - 15
presentano il disegno di una lima K. Gli
strumenti dal numero 20 in poi sono
stati realizzati secondo un disegno
appositamente studiato.
Questi strumenti sono stati
ottenuti partendo dal disegno di una
lima Hedstrom modificata in modo da
avere su ogni sezione trasversale due
lame contrapposte.
Il disegno dello strumento è
stato ulteriormente modificato il modo
da ottenere un aumento progressivo del
passo delle lame procedendo da quelle più
coronali verso quelle più apicali. Il
disegno dei Mac Files è stato
completato aggiungendo una terza lama di
taglio meno profonda che,presentando un
passo diverso,interseca le lame dello
strumento.
Meccanismo
d'azione Le leghe Nichel Titanio,
data la loro super elasticità,
garantiscono un taglio perimetrale in
presenza di qualunque anatomia canalare
anche con curve molto accentuate.
L'uso di questi strumenti,
elimina il rischio di modificare la
traiettoria dei canali curvi, rischio
che esiste invece in tutte le tecniche
che fanno uso di strumenti in acciaio.
Tecnica
d'uso
I Mac File richiedono una
tecnica d'uso particolare, infatti, lo
strumento deve lavorare in una
condizione di carico e costante,
condizione che si ottiene adottando un
movimento di rotazione continua. Lo
strumento deve essere inserito nel
canale e fatto progredire con un
movimento di rotazione continua fino a
che non si arresta a causa di un
eccessivo impegno nella dentina. Poi
lo strumento viene estratto da canale. Quindi
nuovamente inserito, sempre utilizzando
un movimento di rotazione
continuo.
Questa sequenza viene ripetuta più
volte fino a raggiungere la lunghezza di
lavoro.
Più gli strumenti sono sottili,
e meno dovrà essere la forza applicata
alla rotazione, e più frequente dovrà
essere l'inserimento e l'estrazione.
Raggiunta la lunghezza di lavoro
lo strumento viene fatto ruotare
ripetutamente tenendolo alla lunghezza
desiderata. Una
caratteristica di questa tecnica, che può
creare apprensione quando la si esegue
per la prima volta, è data dal fatto
che il movimento di rotazione continua,
quando lo strumento raggiunge un certo
grado di impegno all'interno del canale,
è accompagnato da uno stridore
caratteristico. Nel
momento in cui lo strumento viene a
trovarsi più libero all'interno del
canale questo rumore scompare. Nella
maggior parte dei canali il passaggio
dagli strumenti di piccolo diametro a
quelli di misura maggiore è
estremamente veloce soprattutto perché
sono costruiti secondo la metodica
incrementale di Schilder. Se
lo si ritiene necessario, si può
arrivare alla lunghezza di lavoro con
strumenti numero 40 - 45 senza alcun
rischio di alterazione della morfologia
canalare. Inoltre
con i Mac File si può ridurre la
frequenza delle irrigazioni in quanto
non si formano mai tappi o gradini.
Gli strumenti di cui abbiamo
parlato finora, sono tutti a conicità
2.
Questo significa che aumentano di
0,02 mm ogni 1 mm in direzione del
manico, e sono stati concepiti con un
concetto di lavoro indifferente per
quanto riguarda la tecnica "Step -
Back " o "Crown - Down".
Strumenti
a conicità modificata Coloro che
considerano la tecnica
Infatti questa tecnica divide
concettualmente il canale radicolare in
3 parti distinte e prevede il
graduale allargamento del canale
radicolare iniziando dall'alto e
lavorando 1/3 canalare alla volta.
Negli ultimi anni, venendo
incontro alle esigenze di tecniche di
preparazione canalare piuttosto
sofisticate, si è cominciato a pensare
di aumentare la conicità degli
strumenti basandosi sulle seguenti
osservazioni: Anziché svasare il
canale, è preferibile svasare gli
strumenti saranno essi a sagomare
automaticamente il canale e nella forma
adeguata. Adoperando
lime più coniche si ottiene una rapida
e precoce eliminazione delle
interferenze coronali ed una accesso al
terzo apicale diretto e agevole anche
per strumenti di calibro relativamente
elevato, con minor rischio di
complicazioni. Alternando
strumenti di diametri e conicità
differenti, è possibile selezionare la
parete e la porzione del canale su cui
lavorare. Potremo
così cominciare con lime a conicità
molto alta per eliminare le interferenze
all'imbocco canalare, passare poi a
quelli a conicità intermedia che
saranno utili per preparare i terzo
medio e terminare infine con strumenti
poco conici che
allargheranno senza ostacoli il
terzo apicale.
Preparazione
canalare Crown Down Tra i numerosi
strumenti esistenti, parliamo di quelli
che sembrano essere i più semplici da
usare a parità di risultato finale.
La serie : Profiles U files 0,4 taper
(della Tulsa Dental), presentano le
seguenti caratteristiche generali :
1) Sono Strumenti meccanici, da
adoperare montati su manipolo
contrangolo con riduttore di velocità
in grado di portare il numero dei giri a
circa 200 gpm.
Ricordiamo che sono assolutamente
controindicati tutti i manipoli con
numero di giri minimo, superiore a 200
nonché quelli sub sonici, ultrasonici o
di tipo Giromatic perché stressano
eccessivamente gli strumenti causandone
la
rottura.
2) Sono disponibili in 10 misure
differenti dal numero 2 al numero 11 e
nelle lunghezza di 21 e 25 millimetri
con parte lavorante di 16 millimetri. Il
diametri in punta risultano essere
incrementi costanti di 29,17%
tipici di tutti gli strumenti
Profiles
secondo Schilder.
Disegno
delle lame Appartengono al gruppo
degli U Files essendo ottenuti mediante
3 scanalature ad U elicoidali parallele
sulla superficie di un filo rotondo di
Nichel Titanio con grado di rastrematura
di tipo 4 cioè con 4/100 di mm ogni 1
mm di lunghezza ( il doppio della serie
2).
IL passo elicoidale è orientato
quasi ad angolo retto, le parti tra le
scanalature (lame) non sono affilate ma
conservano un arrotondamento dovuto alla
iniziale rotondità del filo di
partenza.
Questa caratteristica permette di
avere un taglio delicato e di lasciare
la dentina liscia e levigata.
La mancanza di lame ad angolo
vivo evita l'avvitamento degli strumenti
nella parete dei canali, mentre la punta
arrotondata ne favorisce la progressione
in senso apicale.
Naturalmente devono essere usati
con cautela evitando di forzarli con
diametri eccessivi soprattutto in canali
curvi e intercalando strumenti più
piccoli con quelli più grandi.
L'angolazione delle scanalature
e la rotazione continua rigorosamente in
senso orario rendono i Profiles 4 tapers
degli ottimi asportatori di
Ne consegue una minore frequenza
di tappi di dentina e di infezioni
periapicali dipendenti dal passaggio
oltre apice di materiale infetto.
Una abbondante irrigazione con
Ipoclorito di sodio al 5%
alternato ad EDTA al 17%, può lasciare
le pareti dentinali perfettamente pulite
da ogni residuo
di fango dentinale. Sequenza operativa
1) Radiografie diagnostica e
apertura della camera pulpare.
2) Controllo della percorribilità
del canale e della lunghezza di lavoro.
3) Preparazione dell'accesso al
terzo medio adoperando, alla velocità
200 gpm e per dieci secondi ciascuno, i
seguenti strumenti:
§
Numero
4
per una profondità
di
4 mm dall'inizio del canale.
§
Numero
5
per allargare i precedenti 4 mm.
§
Numero
3
per una profondità di
6 millimetri dall'inizio del
canale
§
Numero
2
per una profondità di
8 mm I primi due strumenti usati
in ordine crescente servono ad una
precoce eliminazione delle interferenze
coronali e per fare strada ai file
successivi che sono invece utilizzati in
ordine decrescente per l'iniziale
preparazione del
III coronale medio. 4)
Preparazione del terzo canalare medio
ripetendo la sequenza precedente numero
4 numero 5 numero 3 e numero 2,
spingendosi però fino a tre quarti
della lunghezza del canale
ed irrigando dopo ogni strumento
con ipoclorito di sodio al 2,5%
alternato ad EDTA al 15%.
5) Radiografia di controllo della
lunghezza di lavoro.
6) Allargamento del terzo
coronale con frese di Gates adoperate in
ordine crescente alla velocità di circa
7) Ricapitalizzazione
ripetendo la sequenza 4, 5, 3, 2
spingendosi ancora più apicalmente, ed
eliminando eventuali gradini prodotti
dalle frese di Gates.
Ricordarsi di irrigare sempre a
ogni passaggio.
8) Preparazione del III apicale,
il cui accesso è ormai diretto e libero
da interferenze, adoperando i seguenti
strumenti alternati ad abbondanti
irrigazioni.
Strumenti
n° 2,3,4, fino alla lunghezza di
lavoro.
Strumento n° 5 meno 1 mm.
Strumento n° 6 meno 2 mm.
9) Ricapitolazione con il
n° 4 aumentando la velocità a
circa 600 gpm per raccordare le pareti.
A questo punto, dopo un lavaggio
con EDTA seguito da ipoclorito di sodio,
lasciati agire per 2 - 3 minuti, siamo
pronti per l'otturazione canalare. |
Per nessun motivo questi appunti possono venire utilizzati ne interpretati come dati medici con i quali formulare diagnosi ne cercare cure per potenziali pazienti. Le nozioni indicate possono risultare incomplete e anche INESATTE e non devono essere considerate in nessun modo come mezzi diagnostici "fai da te" perché potrebbero indurre a errori di interpretazione. Le diagnosi possono essere fatte solo da laureati in medicina abilitati alla professione medica o da specialisti delle varie materie. |