Religione, oppio dei popoli

Religione, oppio dei popoli

Marx, su quest’argomento, riprende il pensiero di Feuerbach per il quale l'uomo può essere reintegrato nella sua piena realtà solo se si lotta contro l'alienazione religiosa.

Cos'è l'alienazione religiosa per Feuerbach? Essa si ha quando l'uomo, infelice della sua finitezza, si autoaliena, cioè si proietta nell'al di là con un'immagine potenziata di se stesso che chiama Dio.

Marx riconosce l'importanza della lotta che deve ricondurre la religione a fatto umano, e sostiene che l'opera di Feuerbach deve essere completata, riflettendo sul fatto che l'uomo che sente il bisogno dell'illusione religiosa non è un individuo astratto, ma è il salariato che vive nella società capitalistica, che non è vittima di qualcosa di astratto, come l'idea di Assoluto, ma è schiavo di qualcosa di più concreto: il denaro, il capitale. In questo caso dunque, l'uomo vive una forma di alienazione pratica determinata dalle seguenti caratteristiche:

1) Il prodotto del lavoro non appartiene al lavoratore;

2) L'attività lavorativa è costrittiva, perché viene fatta in funzione degli interessi del padrone ed è accettata dal lavoratore in quanto egli deve soddisfare le sue necessità materiali;

3) Le caratteristiche fondamentali del lavoro umano, cioè la creazione e la libertà, sono assenti nel lavoro ripetitivo e forzato cui costringe la società capitalistica;

4) L'"altro" rispetto al lavoratore è innanzi tutto il capitalista, e questo rende più difficile concepire rapporti con altri che non siano di sfruttamento.

In definitiva, solo rimuovendo quest’alienazione pratica si può rimuovere poi, quella religiosa. Quindi, la differenza sul concetto di alienazione tra Marx e Feuerbach consiste nel fatto che mentre per Feuerbach l'alienazione è un fatto interiore, per Marx è un fatto storico-sociale.

All'origine dell'alienazione vi è la proprietà privata dei mezzi di produzione che permette al capitalista di sfruttare il proletario per aumentare la propria ricchezza.