Lavoro e plusvalore
Il lavoro è una merce che il proletario vende al capitalista in cambio del salario; ma, allora, come fa il capitalista ad avere il guadagno che gli permette di accumulare il denaro?
Per Marx, il guadagno del capitalista (PLUSVALORE) non nasce nel momento in cui si vendono le merci, ma nel momento stesso della produzione capitalistica, cioè nel momento stesso della produzione delle merci. In questa fase, infatti, il proprietario acquista una merce che Marx chiama forza-lavoro; tale merce viene pagata con un salario che non è in proporzione al valore del prodotto finale, ma alla necessità di sussistenza del lavoratore.
Per esempio, se il valore di 10 ore lavorative è pari a 10, il capitalista pagherà al lavoratore un salario pari a sei tenendo per sé il valore restante, (PLUSVALORE) e che costituisce il capitale che si accumula in continuazione. Attraverso questo tentativo, Marx vuole spiegare scientificamente il fenomeno dello sfruttamento capitalistico: ovviamente non tutto il plusvalore diventa profitto, perché l'imprenditore per poter far fronte alla concorrenza deve investire parte del plusvalore per potenziare i mezzi di produzione. In questo modo quindi, anche i capitalisti sono schiavi del meccanismo produttivo che essi stessi hanno instaurato.