Pino Frisoli "La TV per sport"
Edizione Tracce
Recensione di
Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
Il 13 gennaio 1954 viene inaugurata
ufficialmente la televisione in Italia ma la sua storia è già
vecchia di ben venticinque anni.
“In Italia i primi esperimenti di
trasmissione a distanza dell’immagine sono tenuti a Milano il 28 febbraio
1929 [e] la prima dimostrazione pubblica di televisione viene tenuta l’8
ottobre 1933 a Milano, in occasione della V Mostra Nazionale della Radio”,
scrive Pino Frisoli – telecronista dei campionati di calcio di serie A
e B per Alice Home TV, laureato in scienze politiche e attento studioso
di sport e di storia della televisione – in “La TV per sport”, un libro
che ci porta a ripercorrere la storia difficile e accidentata della televisione
nel nostro paese, fanalino di coda nella sua realizzazione.
Nel libro di Frisoli troviamo anche
il collegamento continuo e importante tra la televione e lo sport: dalle
notizie lette sui giornali si è passati alla radio, dove milioni
di sportivi hanno potuto seguire i grandi avvenimenti sportivi, dal calcio
al ciclismo, i più amati dagli italiani, alle radiocronache di altri
sport. La televisione permette, anche se per anni con orari differiti rispetto
allo svolgimento degli avvenimenti, di vedere atleti e gare, di conoscere
meglio il mondo dello sport, di avere la sensazione di essere presenti
alle manifestazioni. E non soltanto in Italia televisione e sport viaggiano
a braccetto: Olimpiadi, Mondiali di calcio, grandi manifestazioni ciclistiche
attirano gli spettatori e forniscono un’ampia clientela ai venditori di
apparecchi televisivi. I grandi picchi di vendite si registrano proprio
in questi periodi.
Poi, dalla televisione in bianco
e nero si passa alla Tv a colori e ancora una volta l’Italia è in
ritardo: quando molti altri paesi già trasmettono a colori, noi
non abbiamo ancora neppure deciso quale sarà il sistema scelto:
se il Pal o il Secam.
Intanto, per ribadire il legame
tra Tv e sport, leggiamo: “La prima rete televisiva europea a iniziare
un regolare servizio di televisione a colori è la Bbc2, il secondo
canale britannico, che il 1° luglio 1967 sceglie un grande avvenimento
sportivo per inaugurare questa novità”: la sesta giornata del torneo
di tennis di Wimbledon.
Mentre in Italia il colore è
ancora lontano, molte zone del paese possono vedere, a colori, la televisione
svizzera e Capodistria. Comincia così la lunga serie di battaglie
tra la Rai e le altre emittenti sui diritti televisivi. Poi ci saranno
le televisioni private, la pay-tv, la pay-per-view, il digitale terrestre
e chissà che cosa succederà ancora nei prossimi anni.
Oggi è difficile immaginarlo
ma le nuove vie continueranno a essere legate allo sport, al calcio soprattutto,
almeno per i prossimi anni: che cosa riesce a fermare intere nazioni se
non i Mondiali di calcio?
gabriella bona
|