Fiorenzo Panero "Si informano
i Signori viaggiatori ..." Daniela Piazza Editore
Recensione di
Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
Sono 9200 i treni che ogni giorno
viaggiano su e giù per l'Italia, 1050 nel solo Piemonte. I "signori
viaggiatori", diverse decine di migliaia, sono in larga maggioranza lavoratori
e studenti che, quotidianamente, si spostano per raggiungere il posto di
lavoro, la scuola, l'università e poi per tornare a casa.
Ritardi, disservizi, treni soppressi,
bagni inagibili, porte che non si aprono hanno finalmente trovato il loro
aedo: Fiorenzo Panero, 55 anni, pendolare e giornalista, si è assunto
il compito di dare voce al popolo che viaggia, che aspetta, che non può
fare pipì perché tutti i bagni sono fuori servizio, che soffre
il "freddo freddissimo o il caldo caldissimo", che viaggia accalcato
come sardine in scatola, che spreca 4305 minuti in un anno in ritardi,
quanti l'autore ne ha contati nel 2006 nel viaggio di andata e ritorno
da Savigliano a Torino.
Con uno stile preciso e pulito,
mai rancoroso anche nella denuncia, Panero racconta vicende che, se non
fossero vere, sembrerebbero tratte da qualche film di Totò: "il
treno è in partenza dal terzo binario" in una stazione che di binari
ne ha soltanto due può stupire soltanto chi non ha visto e sentito
di molto peggio. Si parla di alta velocità e non si riesce a far
segnare a tutti gli orologi della stessa stazione la stessa ora; i ritardi
sono enormi ma hanno inventato tabelloni che li segnano in ore, minuti
e anche secondi; le porte non si aprono, nessuno se ne accorge, né
il personale del treno né in stazione, si scende alla fermata successiva
e si torna indietro oppure il treno si ferma "a un paio di chilometri da
Racconigi. Il ferroviere è lapidario: 'Noi apriamo le porte, vedete
voi'. E noi tutti ci incamminiamo a piedi lungo la strada bianca che costeggia
la linea ferrata" per arrivare dove dovrebbero esserci i pullman che però,
dopo aver aspettato per un po', se ne sono andati.
Le Olimpiadi, almeno nelle valli
interessate alla manifestazione, hanno dato, per qualche settimana, la
sensazione che tutto fosse migliorato. Poi sono finite e i treni hanno
ripreso le loro solite abitudini. La pioggia e la neve che mandano in tilt
le motrici appena inaugurate; le linee a binario unico e gli incidenti,
spesso con morti e feriti e i conti di Trenitalia sempre più disperatamente
in rosso e l'ex presidente e amministratore delegato delle Ferrovie, Elio
Catania, che ha lasciato l'incarico con una buonuscita di 7 milioni di
euro, il premio per aver portato un'azienda in pareggio a un buco di un
miliardo e 600 milioni di euro (ma la sua professionalità è
stata premiata: nel 2007 è stato nominato membro del consiglio di
amministrazione di Intesa-San Paolo): sono alcuni dei temi toccati da Panero
in un libro che riesce a raccontare, a denunciare, a far conoscere una
realtà quotidiana altamente irritante e anche a divertire, con quella
lieve ironia che rende il messaggio molto più chiaro e incisivo
di tanti documenti la cui lettura è ostica, noiosa e deprimente.
È sempre più numeroso
l'esercito dei pendolari, viaggiare in automobile costa troppo e il traffico
cittadino ne rende impossibile l'utilizzo. Il treno potrebbe essere la
soluzione ideale se i treni viaggiassero davvero, se l'annuncio "si informano
i signori viaggiatori che il treno sta viaggiando in orario" non fosse
così raro, quasi impossibile da sentire.
gabriella bona
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