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    AA. VV. "Fragole e sangue" Edizioni clandestine
     
     Recensione di Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
        
    "La piazza. Fin dall'antichità centro della vita pubblica: Testimone di riti religiosi, commerci, spettacoli. Politica. Coreografico scenario propagandistico di regime o lugubre sfondo di esecuzioni capitali. Ma anche vivace teatro dell'agire sociale, della contestazione, della rivolta, dell'opposizione al potere. [...] Luogo di festa, lotta, indignazione", scrive Paola Staccioli nell'introduzione a "Fragole e sangue", l'antologia di racconti-testimonianze di Giovanni Alimondi, Nanni Balestrini, Andrea Camilleri, Massimo Carlotto, Geraldina Colotti, Erri De Luca, Daniela Frascati, Ermanno Gallo, Elena Gianini Belotti, Gianfranco Manfredi, Alessandro Pera, Ivo Scanner, Paola Staccioli, Stefano Tassinari e Roberto Tumminelli, autori che devolveranno interamente i loro diritti a progetti di solidarietà internazionale.
    Ognuno ha una propria piazza, un anno, un amico, un momento, un ricordo, giorni ormai lontani ma che hanno un significato particolare, che sono serviti per crescere, per capire, per conoscere il mondo e per scegliere. Genova 1960 contro il governo Tambroni e il congresso del MSI, il '68 a Torino, la lotta dei braccianti ad Avola, Roma 1969 contro gli Stati Uniti e la guerra in Vietnam, le lotte operaie di Torino nel 1969, Milano 1970 contro le stragi di Stato, Roma 1971 per il diritto alla casa, le autoriduzioni a Milano nel 1974, l'antifascismo militante a Padova nel 1975, il femminismo a Roma nel 1976, il movimento del '77 a Roma, Ferrara 1978 per la chiusura dei manicomi, Voghera 1983 contro le carceri speciali: sono diverse le età, le storie, le famiglie di coloro che hanno vissuto e oggi raccontano le "loro" piazze ma comune a tutti è il desiderio di giustizia, la lotta contro il sopruso, la voglia di un mondo nuovo e di essere protagonisti della storia, del futuro. Rimangono fotografie, lettere, bandiere, magliette diventate troppo piccole e tanti ricordi, importanti, anche se lontani. Piazze che hanno visto lotte, scontri, barricate ma anche gioia, girotondi e tanti, tantissimi giovani che spesso non sapevano che cosa volevano ma avevano ben chiaro che cosa non volevano più, da che cosa volevano liberare la loro vita adulta. Lotte che si sono ripetute negli anni, anche se non con quella frequenza, ma che ritroviamo con le stesse modalità quel giorno a Genova, quel 20 luglio 2001, quando Carlo Giuliani viene ucciso.
    Ed è Haidi Giuliani a firmare la postfazione al libro: cresciuta durante la guerra, quando la piazza del paese in cui era sfollata la raggiungeva in bicicletta con i figli dei contadini, scrive che "oggi la piazza è invasa dalle automobili, negata alle persone [...]. In cambio ci hanno rifilato piazzette virtuali, televisive o commerciali. No, grazie. Noi andiamo in piazza, quella vera e vitale. E in una piccola piazza ritorno appena posso perché riassume, per me, tutte le piazze del mondo. Piazza Alimonda. Per alcuni piazza Carlo Giuliani, ragazzo".
           
    gabriella bona 
      
 
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