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    Jacky Law "Big Phrama" Einaudi editore 
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    Recensione di Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
        
    La salute è molto importante, ognuno di noi dovrebbe fare tutto il possibile per mantenerla, per riconquistarla dopo le inevitabili malattie, per tentare di portarla con sé negli anni. Spesso, però, la nostra società frenetica, gli stili di vita sbagliati, la pigrizia ci portano ad allontanarci da una forma fisica ottimale. E non sempre abbiamo tempo e voglia di curarci in modo semplice e naturale: modificando il nostro modo di vivere, mangiando alimenti che possono farci star meglio, facendo attività fisica, tenendoci lontani da situazioni che possono creare stress eccessivo. Su questo si basano buona parte del successo e dei guadagni dell'industria farmaceutica. Invece di programmare una vita diversa, è più comodo prendere una pastiglia, tentare la via farmacologica per riagguantare una salute che sembra sfuggire o che è già fuggita. 
    Ma alle ditte farmaceutiche questo non basta e così, da anni, creano nuovi malati, costringendo persone perfettamente sane ad assumere quantità di farmaci: basta abbassare il tasso di colesterolo ammesso, la pressione sanguigna ideale, basta che siano le stesse ditte che producono farmaci a finanziare la ricerca e il controllo sui farmaci che loro stessi hanno prodotto. 
    Poi ci accorgiamo sempre troppo tardi che i farmaci erano inutili o dannosi, che "il 28 per cento dei ricoveri di persone anziane negli ospedali statunitensi è dovuto a disturbi provocati dall'assunzione di farmaci". Anche perché la vecchiaia, così come altre fasi della vita (infanzia, adolescenza, menopausa) sono considerate vere e proprie malattie, da curare, invece che tentare di vivere serenamente, con attenzione ma senza allarmi e cure assurde. 
    La ricerca investe sempre più su farmaci destinati a riportare le persone vicino allo standard proposto dalla pubblicità: è così che calvizie, obesità, gli sbalzi d'umore diventano vere e proprie malattie. I farmaci best-seller sono, per le case farmaceutiche, una priorità e pazienza se poi la ricerca sui farmaci che dovrebbero curare malattie vere subirà ritardi e sarà trascurata. È la stessa ragione che fa trascurare la ricerca sulle malattie rare: la vendita dei farmaci per curarle promette troppo poco guadagno. 
    Alla crescente ossessione alla salute non corrisponde una maggior conoscenza dei farmaci e delle loro possibili o dimostrate conseguenze. Anche in questo campo si va diffondendo il consumismo e i prezzi continuano a salire. Costi non sempre sopportabili che fanno lievitare il mercato illegale, quello dei farmaci "taroccati" e reperibili in internet. E mentre nel mondo ricco i farmaci sono disponibili per ogni piccolo disturbo, intere zone del mondo continuano a morire per malattie assolutamente curabili: i farmaci sono talmente cari e difficilmente reperibili che i loro abitanti non se li possono ancora permettere. 
    Jacky Law è una giornalista medico-scientifica che da venticinque anni si occupa di salute. "Big Pharma" è il suo primo libro. Un'inchiesta impietosa, attenta, documentata, di cui il "Sunday Times" ha scritto: "Se pensate di conoscere il peggio riguardo all'industria farmaceutica, ripensateci. Jacky Law racconta la storia di un mostro che ci è cresciuto dentro così velocemente che non ci siamo ancora resi conto degli effetti. Dobbiamo riappropriarci del controllo sul nostro destino di pazienti, e la grande forza di questo libro è che ci spinge a farlo". 
           
    gabriella bona 
      
 
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