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Ti chiamano p'tak gli antichi guerrieri,
sei goffo, maldestro e i timori non celi.
Inseguono glorie, conquiste e imperi,
si credono forti, son solo crudeli.
Se volgo lo sguardo, incontro un bambino
di cui non ho visto accadere la vita,
seguire il suo corso, restargli vicino.
Ti chiedo perdono per esser partita.
Che sogni, o figlio, battaglie e onore,
oppure di essere quello che sei?
Tua madre ti giudica solo col cuore
e un grande eroe tu sei agli occhi miei.
Non manca il coraggio, se il cuore vacilla,
non è da codardi, se la forza langue,
può nascere il fuoco da una scintilla,
su, versa da bere quel vino di sangue!
Annoda la treccia da vero guerriero,
puntella il tuo orgoglio, se a volte è sbilenco.
Un giorno tuo padre di te sarà fiero.
Di te canteranno, Alexander Rozhenko.
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