Presentazione: Attirati da una misteriosa
sonda, Kirk, Spock e McCoy scendono su un pianeta abitato da
alieni le cui tradizioni ricalcano un'antica cultura terrestre,
come spesso accade nella serie classica. Una volta sulla
superficie, la squadra di sbarco riceve un'accoglienza alterna.
Tuttavia, la minaccia di una calamità naturale fa
decisamente pendere il piatto della bilancia verso una situazione
di pericolo da cui gli ufficiali dell'Enterprise dovranno
riuscire a liberarsi.
1. La sonda
"Capitano!"
"Sì, signor Sulu."
"Rilevo un oggetto su una rotta di intercettazione. Raggio 90.000
km."
"Lo metta sullo schermo."
L'immagine di un piccolo cilindro metallico si
materializzò dinanzi agli ufficiali dell'Enterprise.
"È una tecnologia sconosciuta" constatò Sulu.
"Sembrerebbe una piccola sonda, o piuttosto una boa
spaziale."
"Esegua una scansione" gli ordinò Kirk.
"Un momento," li interruppe Uhura "ricevo un segnale
dall'oggetto. Si tratta di una trasmissione, una sequenza di
cifre ripetute. Il resto del messaggio è
incomprensibile."
"Lo inserisca sull'audio, tenente" le chiese incuriosito il
capitano.
Uhura schiacciò un pulsante e, dopo una breve scarica di
statica, si udì una voce, appena leggermente metallica,
recitare: "378.2... 378.2... 378.2...
distanza... anni... 378.2... 378.2...
378.2..."
Kirk, che aveva ascoltato il messaggio con l'orecchio proteso,
nel sentire ripetere sempre gli stessi numeri, improvvisamente
comprese. "È proprio..." cominciò a dire.
"Una rotta, capitano" completò in tono piatto Spock dalla
sua postazione, ruotando leggermente il busto verso il centro
della plancia.
"Andiamo a vedere di che si tratta" decise Kirk. "Signor Sulu,
tracci la rotta. Avanti a velocità 7."
Sulu azionò i comandi. "A questa velocità,"
calcolò "raggiungeremo l'obiettivo in due ore e quaranta
minuti."
"Due ore, trentanove minuti e cinquantotto secondi" lo corresse
Spock.
Sulu si girò verso Chekov, seduto al timone accanto a lui,
e gli lanciò un breve sguardo di intesa. Entrambi
sorrisero.
2. Rotta verso Carina
Giornale di bordo
Data astrale: 4379.1
Durante il nostro viaggio di esplorazione della galassia, abbiamo
captato il segnale di una sonda che indicava la rotta per la
stella Eta, nel sistema Carina. Non sappiamo a chi appartiene la
tecnologia che abbiamo incontrato e neppure cosa ci aspetta una
volta giunti a destinazione, ma ci stiamo dirigendo verso la
posizione segnalata per trovare una risposta alle nostre
domande.
"Capitano, siamo sulle coordinate" lo
informò Sulu.
"Analisi, signor Spock" chiese Kirk al suo ufficiale
scienziato.
Spock puntò immediatamente i sensori, scrutando il sistema
sottostante attraverso il visore. Al termine dell'esplorazione,
si girò verso Kirk per fornirgli il resoconto delle sue
osservazioni. "Il sistema è costituito da un sole e cinque
pianeti" disse. "Il quarto è di classe M. L'atmosfera
è composta da ossigeno e azoto, idonea alla vita
umana."
"Registra forme di vita?" domandò Kirk.
"Rilevo numerose forme di vita superiore, ma a uno stadio ancora
primitivo" rispose l'ufficiale. "Il pianeta presenta un basso
livello di cultura tecnica, ma la popolazione sembra avere
sviluppato un ordinamento sociale."
"Chi potrebbe avere avuto interesse a segnalare un pianeta privo
di una civiltà organizzata?" si chiese Kirk ad alta voce.
"Scendiamo sulla superficie" aggiunse subito dopo. "La squadra di
sbarco sarà composta da me e da lei, signor Spock, oltre
che dal dottor McCoy, naturalmente. Ci accompagneranno gli
ufficiali della sicurezza Martell e Jonys. Ha detto che sono
primitivi, Spock? Il signor Cortés, il nostro antropologo,
sarà felice di unirsi a noi. Lo chiami."
Subito dopo avere dato l'ordine, il capitano premette il pulsante
dell'interfono sulla sua poltrona. "Signor Scott," disse "tenga
pronto il teletrasporto. La squadra di sbarco sta arrivando."
"Mi dispiace, capitano" rispose prontamente l'ingegnere. "Al
momento, l'atmosfera del pianeta è attraversata da forti
turbolenze che potrebbero causare campi distorsivi nei circuiti
del teletrasporto e interferire con i sistemi di
rimaterializzazione sulla superficie."
"È così, capitano" confermò Spock che aveva
ripreso a osservare il sistema attraverso il visore, dopo avere
contattato i componenti della squadra di sbarco. "La stella
è instabile ed emette un materiale che costituisce una
specie di piccola nebulosa intorno a essa e interferisce con
l'atmosfera del pianeta."
"Allora scenderemo sulla superficie, usando i sistemi
tradizionali" disse Kirk, modificando rapidamente i suoi piani.
"Al dottor McCoy non dispiacerà affatto."
"Ci puoi scommettere, Jim!" esclamò McCoy, facendo il suo
ingresso in plancia.
Kirk lo salutò con un cenno del capo e si accinse a dare
le sue disposizioni all'equipaggio, prima di partire per la
missione. "Mantenga l'orbita standard, signor Sulu" disse
all'ufficiale timoniere. "Signor Scott. Prenda lei il comando"
aggiunse, chiamando ancora una volta l'ingegnere.
Kirk, Spock e McCoy lasciarono la plancia per entrare nel
turboascensore. Una volta all'interno, afferrarono saldamente le
impugnature. "Livello numero uno" disse il capitano, appena la
porta si fu richiusa. Era il livello su cui si trovava il ponte
dell'hangar dove li attendeva una capsula pronta al decollo.
Quando i tre arrivarono, gli altri componenti della squadra di
sbarco erano già seduti ai loro posti, all'interno del
veicolo. Prima di mettersi ai comandi assieme a Spock, Kirk
lanciò un'occhiata ammirata all'ufficiale Jonys, una
brunetta molto attraente nella sua corta uniforme rossa. McCoy
prese posto accanto a Cortés, dietro i due ufficiali della
sicurezza.
3. Paradiso terrestre
Appena sbarcati sul pianeta, i componenti della
squadra si dispersero, cominciando ad analizzare l'ambiente
circostante con i tricorder.
Erano scesi in una piccola radura, sulla cima di un'isoletta
montagnosa, coperta da una fitta vegetazione di tipo pluviale con
grandi alberi e un sottobosco ricco di felci e orchidee
selvatiche. Dal punto in cui erano atterrati, potevano scorgere
le numerose e verdeggianti isolette circostanti, una delle quali
vulcanica, e un oceano blu cobalto.
"Sembra di essere nel Sud Pacifico!" esclamò incantato
McCoy. "Un vero paradiso!"
"Accertiamoci che non ci sia anche il serpente" consigliò
prudentemente Kirk.
In quel momento, Spock, che si era allontanato di qualche passo,
richiamò la loro attenzione.
"Capitano," disse "rilevo segni di vita a cento metri di
distanza. "
Quasi contemporaneamente alle sue parole, un gruppo di indigeni
dalla pelle scura, vestiti solamente di corti gonnellini fatti di
foglie secche, sbucò dalla vegetazione. Gli ufficiali
dell'Enterprise li osservarono incuriositi: gli indigeni
portavano buffi copricapi conici, fatti anch'essi di foglie, e
grossi gioielli d'osso al collo, sulle braccia e sulle gambe.
Gli indigeni avanzavano verso di loro, correndo e strepitando.
"State in guardia," fu l'avvertimento di Kirk al resto della
squadra "sono esseri primitivi! Siate pronti a fare fuoco con i
raggi soporiferi. Non desidero che sia fatto loro alcun
male."
Martell, tuttavia, vedendoli avvicinare urlando, puntò
d'istinto il phaser in quella direzione. Subito, si sentì
un sibilo fendere l'aria e un oggetto, scagliato a grande
velocità da uno degli indigeni, colpì l'ufficiale
alla testa. Martell si accasciò al suolo. McCoy si
chinò immediatamente su di lui, con il tricorder in mano,
mentre il resto della squadra si disponeva in cerchio intorno a
loro, con i phaser in pugno, per difendersi dall'assalto.
Inaspettatamente, quando stavano quasi per raggiungerli, gli
indigeni si bloccarono, cominciando a gesticolare e a farfugliare
incomprensibili litanie. Di fronte a quello strano comportamento,
Kirk fece cenno ai suoi di abbassare le armi, poi lanciò
un'occhiata interrogativa al dottore, ancora chino, all'interno
del cerchio, sull'ufficiale Martell. McCoy guardò con aria
sconsolata i dati del tricorder medico. "È morto, Jim"
disse, rispondendo alla muta domanda del capitano.
Gli indigeni di fronte a loro, intanto, avevano cominciato a
ruotare le teste, oppure a oscillare da un lato all'altro,
mantenendosi fermi sulle gambe. Tutti i componenti della squadra
di sbarco li osservavano con crescente stupore, tranne Spock che,
dopo avere raccolto da terra l'oggetto di legno ricurvo che aveva
colpito Martell, aveva preso a studiarlo con grande attenzione.
"Interessante" disse alla fine del suo esame. "È un
boomerang, capitano, progettato per il non ritorno. Gli aborigeni
australiani ne costruivano di simili per la caccia e per il
combattimento. Era chiamato boomerang di guerra..."
"Sì, sì, signor Spock, lo vedo" lo interruppe
bruscamente Kirk che continuava sempre a tenere d'occhio gli
indigeni. "Che ne pensa, signor Cortés?" chiese. "È
lei l'esperto."
"Sembrano in trance, signore" rispose l'uomo. "Il loro
comportamento ricorda un culto estatico diffusosi tra le
popolazioni melanesiane più di un centinaio di anni fa.
Era chiamato il culto del cargo e si era sviluppato a seguito
dell'arrivo degli occidentali. Da allora, gli aborigeni
ritenevano che i loro antenati sarebbero tornati a visitarli a
bordo di una nave, o di un velivolo, portando con sé un
carico di beni preziosi. Gli abitanti di questo pianeta
potrebbero avere maturato convinzioni simili dopo l'incontro con
una specie tecnologicamente più avanzata, probabilmente la
stessa che ha lasciato la sonda. E ora, capitano," concluse
Cortés "hanno visto noi arrivare a bordo di una
capsula."
"Ci sta dicendo che ci credono i loro antenati?" chiese Spock,
traendo la logica conclusione dal lungo discorso di
Cortés.
"Sì, signore" ribatté l'ufficiale. "È
ragionevole supporlo."
"Perché mai avrebbero colpito Martell, allora?" si
stupì il capitano.
"Il culto terrestre comportava sentimenti ambivalenti"
cominciò a spiegare Cortés. "Gli occidentali
avevano portato con sé anche i fucili che dovevano
sembrare assai temibili a quelle culture primitive. Anche questi
indigeni devono averci visto come una minaccia, all'inizio:
Martell impugnava un'arma per loro sconosciuta e la capsula era a
malapena visibile dalla loro posizione iniziale perché
nascosta dagli alberi."
"Come dovremmo comportarci, ora?" chiese ancora Kirk.
Cortés non ebbe modo di rispondere perché fu
distratto dalla vista di un uomo che, dopo essere sbucato dal
folto della vegetazione, stava superando il gruppo degli indigeni
oscillanti e avanzando rapidamente verso di loro. Sulle orecchie
portava due mezze noci di cocco da cui spuntavano sottili
bastoncini di legno.
"Cos'è quella roba che ha in testa?" bisbigliò Kirk
a Cortés.
"Somiglia alle cuffie ricetrasmittenti" gli rispose altrettanto a
bassa voce l'ufficiale. "Gli abitanti di questo pianeta sembrano
attratti dalle tecnologie tanto quanto lo erano gli aborigeni
dell'antico culto terrestre che cercavano di favorire il ritorno
degli antenati, imitando quelle che gli occidentali avevano
portato con sé. Arrivarono persino a costruire false piste
di atterraggio..."
La dissertazione di Cortés fu interrotta dall'arrivo
dell'uomo con le cuffie. "Sono tornati" esclamò questi in
tono solenne, parandosi dinanzi a loro e guardandoli dritto negli
occhi. "Gli antenati sono di nuovo tra noi!"
La folla si riscosse immediatamente dall'estasi, lanciando un
urlo collettivo di giubilo.
"A quanto pare aveva ragione" disse Kirk a Cortés che
accennò un sorriso di ringraziamento.
Alcuni indigeni si avvicinarono a Kirk e ai suoi e cominciarono a
toccare i loro abiti e gli oggetti che avevano in mano. Altri si
diressero a passi svelti verso il veicolo. "Capitano, temo che
resterà ben poco della capsula se non li ferma subito" lo
avvertì Spock che aveva ascoltato le parole di
Cortés senza perderne neppure una.
Rendendosi conto che il pericolo era tutt'altro che remoto, Kirk
assunse un'aria estremamente dignitosa. "Figli," disse, cercando
di guadagnare la loro attenzione "gli antenati sono tornati e
hanno portato con sé i doni che saranno presto
distribuiti. Prima, però, desideriamo fare ritorno alle
case che un tempo erano nostre."
Con queste parole, riuscì a ristabilire un certo ordine e
gli indigeni acconsentirono ad accompagnarli al villaggio, cosa
che fecero, urlando e saltellando lungo tutto il tragitto.
4. La dea del fuoco
La notizia del loro arrivo li aveva preceduti e
quando Kirk e gli altri raggiunsero il villaggio trovarono gli
abitanti in festa. Furono condotti al luogo di riunione e
invitati a mangiare il cibo a base di noci di cocco, patate dolci
e banane cotte alla fiamma. Assieme al cibo, fu servito loro un
liquido inebriante ottenuto da radici e foglie di una pianta
simile alla kava. Spock, da buon vulcaniano, rifiutò di
assaggiarlo, ma Kirk e McCoy non si fecero pregare. "Non
potrà farci più male dello scotch di Scotty!"
esclamò il dottore. Kirk assentì e levò in
alto, in segno di brindisi, il guscio di noce di cocco che
conteneva la bevanda.
Nel frattempo, la giovane addetta alla sicurezza Sondra Jonys se
ne stava seduta in silenzio in mezzo agli altri ufficiali,
intimidita com'era dagli sguardi degli uomini del villaggio, ma
anche da quelli delle donne che le si avvicinavano per lisciare
la stoffa del suo abito e toccarle i capelli, raccolti in
un'elaborata acconciatura. A loro, che indossavano solo
gonnellini e collane, al pari degli uomini, l'abbigliamento della
ragazza doveva apparire alquanto insolito.
Al termine del banchetto, un indigeno imponente, dal corpo
ricoperto di tatuaggi di uccelli e pesci, si levò in
piedi. Sul suo petto spiccava il disegno di quello che sembrava
essere un grosso squalo.
"È il nostro capo, Ka-nui-lani" disse a Kirk l'uomo con le
cuffie che non si era mai allontanato dal suo fianco.
Il capo villaggio batté tre volte a terra il bastone che
portava in mano per richiamare l'attenzione del suo popolo,
quindi cominciò a parlare. "I divini antenati si sono
ridestati dal sogno" disse con voce stentorea "e sono tornati tra
noi, portando il sacro cargo dell'abbondanza. Ora, è il
momento che ci consegnino i doni tanto attesi."
"Siamo nei guai, Jim," disse McCoy "a meno che lei non abbia
portato con sé specchietti e perline."
"Che cosa suggerisce, signor Cortés?" chiese il
capitano.
"Si aspettano abiti e tecnologie" rispose l'ufficiale.
Kirk si alzò e si sfilò la maglietta, rimanendo a
torso nudo. "Ka-nui-lani," disse, consegnandola al capo "ricevi
questo dono dagli antenati. Altri ne arriveranno presto."
Il capo afferrò la maglia con fare rapace e la
indossò. "Ancora" chiese in tono perentorio, indicando gli
altri indigeni con un ampio gesto del braccio. Kirk aprì
il comunicatore, il cui suono attirò immediatamente la
curiosità dei presenti. "Capitano Kirk a Enterprise"
disse, contattando la sua nave, in orbita attorno al pianeta.
"Parla Scott."
La voce proveniente dal cielo destò un grande stupore tra
la folla che si dispose ad ascoltare in silenzio la comunicazione
tra l'antenato e colui che sicuramente era un dio.
"Signor Scott," chiese Kirk "pensa di riuscire a far funzionare
il teletrasporto e inviare sulla superficie qualche abito e
qualche piccolo oggetto tecnologico? È un'emergenza."
"Ci provo capitano. Se si tratta di oggetti, possiamo correre il
rischio, ma non le assicuro che si materializzeranno intatti"
replicò l'ingegnere.
Subito dopo, si udì il ronzio del teletrasporto e sulla
superficie del pianeta apparvero alcune divise della flotta
astrale e qualche vecchio radioregistratore.
"Grazie, Scotty. Come sempre lei riesce a fare miracoli. Qui
Kirk, chiudo" disse il capitano. "Ecco i doni che aspettavate"
aggiunse, rivolto a Ka-nui-lani.
Gli indigeni si precipitarono a raccoglierli, ma Ka-nui-lani
sembrava più interessato allo strumento che permetteva di
comunicare direttamente con gli dei e ordinò a Kirk di
consegnarglielo. Il capitano rifiutò e Ka-nui-lani
sollevò il braccio. Immediatamente, gli ufficiali
dell'Enterprise furono circondati da numerosi indigeni che
impugnavano i terribili boomerang di guerra. A Kirk e ai suoi non
restò che cedere i comunicatori, rallegrandosi comunque
del fatto che, almeno per il momento, nessuno sembrava
interessato ai loro phaser, né ai tricorder o agli altri
oggetti che portavano con sé.
La tensione sembrava superata, quando all'improvviso si
udì un forte rombo. Gli sguardi di tutti gli indigeni si
volsero in direzione del vulcano. Kirk invece si girò
verso Spock con aria interrogativa.
"È solo una scossa di assestamento, capitano. Non ci sono
pericoli imminenti, il vulcano è inattivo" disse
l'ufficiale che aveva approfittato dello spavento provocato dal
rumore per puntare il tricorder in direzione dell'isoletta
vulcanica.
Gli indigeni sembravano tuttavia terrorizzati e Ka-nui-lani
riprese la parola. "La dea del fuoco che brucia in continuazione
e della terra senza colore è adirata. La sua vendetta
è potente e esploderà in fiamme abbaglianti, boati
e tumulti che ridesteranno la dea sottomarina e la faranno
risalire dagli abissi come un'onda gigante."
"Si riferisce agli tsunami causati dai terremoti che seguono le
eruzioni vulcaniche" spiegò pedantemente Cortés ai
compagni.
"Gli antenati ci aiuteranno a compiacerla" stava proseguendo
intanto Ka-nui-lani. "Conduceteli al luogo della separazione
affinché tornino ai sogni e intercedano per noi presso gli
dei, ma lasciate qui l'anziano. La sua potenza è superiore
a quella degli altri e servirà a placare la dea e a
infonderci la forza necessaria."
Senza che potessero opporvisi, McCoy fu separato dai suoi amici
che furono accompagnati all'imboccatura di una caverna e
costretti a entrare. Prima di abbandonarli, quello con le cuffie
porse furtivamente a Kirk una conchiglia bivalve.
"Per chiamare il dio" bisbigliò.
Kirk accettò il dono, pur sapendo che gli sarebbe servito
a poco.
Gli indigeni sigillarono quindi la via d'uscita alle loro spalle
con un grosso masso.
"Suggerimenti?" chiese il capitano ai suoi ufficiali, non appena
si trovarono intrappolati nella caverna, illuminata soltanto
dalla fioca luce che filtrava dal masso e dalle piccole torce che
i quattro avevano estratto dagli zaini.
"Il luogo della separazione potrebbe coincidere con i luoghi del
distacco delle culture aborigene terrestri, le fenditure del
terreno che conducevano al regno dei morti" iniziò a
spiegare Cortés. "La struttura del posto corrisponde. Se
così fosse, non dovremmo avere problemi a trovare
l'uscita. Dovremmo incontrare presto una serie di cunicoli che
sfociano in mare."
"Da quella parte" disse infatti Spock, subito dopo avere
effettuato la scansione con il tricorder.
La squadra si avviò compatta nella direzione indicata dal
vulcaniano.
"Cosa pensa che faranno al dottore?" chiese Kirk a Cortés,
mentre avanzavano a fatica negli stretti corridoi.
"Sono preoccupato," rispose l'ufficiale "le tradizioni degli
aborigeni terrestri includevano riti sacrificali. Se questi
indigeni pensano che la dea del fuoco è intenzionata a
distruggere il villaggio, non esiteranno a offrirle la vita del
dottore nel tentativo di placare la sua ira."
"Potremmo spiegare loro che il vulcano è inattivo e che
non corrono pericoli" propose Spock.
"Temo che la sua logica non serva contro una cultura da
età della pietra. Affrettiamoci!" li incitò il
capitano.
Kirk e compagni avanzavano metro dopo metro nella caverna
finché videro apparire una luce al fondo di essa. Si
incamminarono in quella direzione e, come aveva anticipato
Cortés, sbucarono su una stretta spiaggetta, lambita da
onde impetuose.
Decisi a tornare nel luogo in cui avevano lasciato il dottore,
cominciarono a inerpicarsi per un sentiero scosceso, guidati da
Spock che seguitava a leggere i dati sul tricorder.
Arrivati al villaggio lo trovarono deserto: gli indigeni si erano
spostati in una vicina raduna. Una volta che li ebbero raggiunti,
si nascosero tra gli alberi. Da lì, videro che la maggior
parte degli uomini era inginocchiata, con lo sguardo fisso a
terra, mentre Ka-nui-lani, ritto di schiena davanti a loro,
rinfocolava le fiamme all'interno di una piccola costruzione in
terracotta che poggiava su un basamento di pietra. Il dottor
McCoy era poco distante, seminascosto da una fila di indigeni che
impugnavano i boomerang di guerra. Due uomini, posizionati ai
suoi fianchi, lo tenevano fermo, stringendogli un braccio
ciascuno.
Ka-nui-lani smise di armeggiare attorno al forno e si girò
per arringare il suo popolo. "L'antenato sarà il nostro
cibo, noi berremo il suo sangue e mangeremo la sua carne. In
questo modo, il suo spirito antico e divino entrerà in noi
e ci metterà in contatto con la dea, permettendoci di
frenare il suo desiderio di vendetta. La cerimonia che sta per
iniziare è interdetta ai vostri occhi. Chiunque, a cui non
sia stato concesso il permesso, oserà sollevare lo
sguardo," li ammonì "attirerà su di sé la
punizione degli dei."
"Questo è proprio quello che ci serve" disse Kirk.
"Avanti, liberiamo il dottore!"
I quattro uscirono allo scoperto. Immediatamente, gli indigeni
che sorvegliavano McCoy iniziarono a lanciare loro contro i
boomerang che furono prontamente disgregati dai phaser, mentre
erano ancora in volo. Jonys e Cortés avanzavano, sicuri di
riuscire a tenere a bada gli indigeni, ora che erano sprovvisti
di armi. Kirk invece aveva raggiunto Ka-nui-lani e ingaggiato un
corpo a corpo con il possente guerriero.
Nel vedere i suoi compagni avvicinarsi, McCoy aveva preso a
divincolarsi, ma gli uomini che lo trattenevano sembravano decisi
a non mollare la presa. Spock li aggirò e, toccando loro
il collo con le mani, li addormentò all'istante. Il
dottore era libero e Kirk nel frattempo aveva steso Ka-nui-lani
con un ultimo pugno ben assestato.
In tutta quella concitazione, gli indigeni che si stavano
preparando ad assistere alla cerimonia avevano mantenuto gli
occhi bassi, come era stato loro ordinato, temendo di attirare su
di sé l'attenzione degli dei che dovevano essere scesi
sulla terra molto adirati, almeno a giudicare dai rumori che si
sentivano intorno. Kirk e gli altri ne approfittarono per
allontanarsi in gran fretta. Raggiunta la capsula, salirono a
bordo e tornarono di corsa sull'Enterprise.
5. Sono un medico!
"Capitano," disse Spock "non sono riuscito a
identificare la specie a cui appartiene la sonda che ci ha
portato su Eta IV, ma ho ricostruito per intero il testo del
messaggio. Diceva: rotta 378.2, ripeto 378.2, ripeto 378.2.
Tenersi a distanza, sono cannibali. Rotta 378.2, ripeto 378.2,
ripeto 378.2."
Kirk annuì. "Sappiamo che appartiene a qualcuno che ha
voluto mettere in guardia gli altri esploratori stellari"
commentò. "Rotta verso la posizione iniziale. Massima
velocità. Troviamo quella sonda!" ordinò a Sulu.
"Tenente," chiese quindi a Uhura "informi la flotta astrale e
registri un nuovo messaggio da inserire nella sonda. Facciamo in
modo che a nessun altro capiti la nostra stessa
disavventura."
"Giusto, capitano" approvò Spock.
"Non le è piaciuto essere un dio?" gli chiese McCoy con
finta ingenuità.
"Il compiacimento è un'emozione così... umana"
rispose il vulcaniano con studiata indifferenza.
"Non lo dice solo perché gli indigeni l'hanno considerata
una divinità minore?" continuò a punzecchiarlo il
dottore.
"Riguardo ai nostri ruoli" ribatté impassibile Spock "non
sono certo io quello che ha rischiato di finire al forno."
"Sono un medico, non un tacchino!" esclamò risentito
McCoy, cercando con lo sguardo il sostegno del capitano.
"Non te la prendere, Bones!" lo consolò Kirk che
era abituato a quelle scaramucce tra i suoi due ufficiali
superiori. "In fondo, gli Etiani non hanno fatto altro che
riconoscere la tua autorevolezza."
A quelle parole, il dottore fece un gesto di approvazione, come a
indicare che giustizia era stata fatta. Spock, per tutta
risposta, inarcò un sopracciglio.
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