Presentazione: CuccuruQ è stato
scritto in occasione della campagna di flotta STIC intitolata
Racconto forzato trek. La prova consisteva nello scrivere un
racconto lungo al massimo cinquemila battute che includesse le
seguenti parole: andoriano, arpione, assassino, astronave,
cavolfiore, commodoro, comunicatore, francese, latteria, missile,
pistola trifasica a dardi retroproiettati, pollo di gomma,
sarchiapone, siluro fotonico, tempesta e William
Shakespeare.
– Non le piace, T'Pol? – chiese
Archer, vedendo che la vulcaniana rigirava la forchetta nel
piatto – Eppure, il cuoco ha preparato il cavolfiore alla
francese apposta per lei.
– Non credevo di dovere usare gli inibitori olfattivi anche
per le vostre verdure – replicò secca il
sub-comandante.
– Vuole assaggiare? – la stuzzicò Trip,
spingendo verso di lei il piatto con la bistecca.
T'Pol arricciò il naso.
In quel momento, si udì il bip di una chiamata e la voce
di Hoshi risuonò nell'alloggio: –Capitano.
Archer si avvicinò al comunicatore posizionato sulla
paratia e schiacciò il pulsante. – La ascolto,
guardiamarina.
– Ho ricevuto una comunicazione subspaziale dal commodoro
Forrest.
– L'ammiraglio Forrest – la corresse il capitano.
– Nossignore – ribatté Hoshi – si
è qualificato come commodoro e questa è la prima
stranezza. La seconda è che il segnale proveniva da una
luna situata al confine vulcaniano-andoriano.
– Cosa diceva il messaggio?
– Vi aspetto. E questa è la stranezza più
strana di tutte – concluse il guardiamarina.
– Dica al signor Mayweather di tracciare una rotta. Sto
arrivando. Archer chiudo.
Quando l'Enterprise raggiunse la fonte del
segnale, Archer e Trip salirono a bordo della navetta Uno e si
diressero al satellite.
Durante il viaggio, i sensori segnalarono la presenza di uno
sparviero klingon. Prima che potessero contattarla, l'astronave
armò un siluro fotonico e lo scagliò verso di loro.
Gli scudi della navetta assorbirono il colpo. Poi, così
come era apparso, lo sparviero scomparve e gli ufficiali
proseguirono la discesa senza altri intoppi.
Il posto in cui sbarcarono era arido e costellato di rocce
polverose. Nel mezzo di quel nulla opaco, c'era una casa,
circondata da un prato e una staccionata bianca. Archer e Trip si
avvicinarono.
Al loro arrivo, la porta si spalancò e i due si trovarono
in una stanza arredata soltanto con un televisore e un divano su
cui sedeva un uomo che dava loro le spalle.
Sullo schermo, scorrevano le immagini in bianco e nero di quattro
passeggeri in uno scompartimento ferroviario che discutevano del
sarchiapone americano. Righe di elettricità statica
zigzagarono per qualche secondo sul monitor e la scena
cambiò, mostrando dapprima un ragazzo, fermo sotto
l'insegna di una latteria, che cantava a squarciagola Fatti
mandare dalla mamma a prendere il latte, poi un uomo con
l'impermeabile e lo sguardo storto che arrestava un assassino e
infine un missile pronto a partire.
L'uomo sul divano rise alle gag, pianse ascoltando la canzone,
sussultò di fronte al poliziesco e applaudì al
lancio.
Confusi dalla situazione insolita, Archer e Trip gli si portarono
di fronte e il capitano rimase di stucco nel vedere che aveva lo
stesso aspetto di Forrest, ma più giovane di qualche anno.
– Chi è lei? – chiese.
– Sono un Q – rispose l'altro – Da quando avete
cominciato a viaggiare nello spazio, avete attirato la nostra
attenzione. Questi vecchi filmati ci dicono molto della vostra
specie, ma non c'è niente di meglio di un incontro
personale per capire di che pasta siete fatti. Ho pensato di
mostrarmi a voi con una faccia familiare per facilitare la nostra
conoscenza. Mi sono permesso anche di sottoporvi a una piccola
prova, prima che arrivaste.
– Lo sparviero klingon – sospirò il
capitano.
Il Q annuì e chiese loro: – Avete fame?
Senza aspettare la risposta, schioccò le dita e, con uno
sguish stridente, i tre furono catapultati in un fast-food con
tavoli coperti da tovaglie a quadretti bianchi e rossi. Su ognuno
di essi, c'era un pollo di gomma che reggeva un foglio tra le
alucce. I galletti si animarono di colpo e strillarono
all'unisono: – CuccuruQ, il tuo menu.
Trip trasalì. Estrasse d'istinto il phaser e si
trovò in mano un tubo di legno da cui sporgeva la punta di
una freccia rivolta minacciosamente verso di lui.
– Stia attento – lo ammonì il Q –
È una pistola trifasica a dardi retroproiettati. Se non la
sa usare, potrebbe farsi male.
Trip lasciò cadere a terra l'oggetto.
Il Q piegò il pollice della mano destra sull'anulare e
mignolo e portò le altre due dita agli occhi, quindi le
girò verso di loro – Vi tengo d'occhio –
disse, prima di svanire.
La casa scomparve con lui e Archer e Trip si incamminarono verso
il loro veicolo.
Sulla via del ritorno, i due ufficiali
incapparono in una tempesta ionica che mise fuori uso la
navigazione e le comunicazioni. La navetta cominciò ad
andare alla deriva.
– Sarà un altro test del nostro amico? –
chiese Trip.
– Se così fosse, adesso sta davvero esagerando
– esclamò il capitano.
In quell'istante, si sentirono due colpi metallici seguiti da uno
strattone: l'Enterprise era venuta in loro aiuto, agganciandoli
con l'arpione e riportandoli sani e salvi dentro l'hangar.
– Non bastavano i vulcaniani – bofonchiò Trip,
quando furono in plancia – Adesso c'è un'altra
specie che pretende di controllarci e sembra anche capricciosa.
Sei preoccupato, capitano?
– Per niente – rispose Archer – William
Shakespeare ha detto: gli uomini, in certi momenti, sono padroni
del loro destino.
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