Porto S Stefano il porto della pirarella e la Fortezza
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EQUIPAGGIAMENTO base

Definito nel precedente articolo il concetto di “Equipaggiamento”, vediamo di individuare le attrezzature minime e sufficienti per compiere con sicurezza delle escursioni giornaliere partendo dal presupposto che stiamo praticando cicloturismo e quindi non un’attività estrema in MTB su sentieri particolarmente accidentati.

VESTIARIO.

Casco.

Deve essere sempre indossato e non solo per le lunghe percorrenze. E’ segno di maturità ed intelligenza. Una caduta accidentale, anche fuori il portone di casa, è sempre in agguato e, potenzialmente, potrebbe arrecare serie conseguenze alla nostra testa; perché rischiare inutilmente?.

Deve essere correttamente indossato cioè, adatto alle dimensioni della testa con la quale diventerà un corpo unico ottimizzando la regolazione agendo sull’apposita manopola posteriore e allacciato sotto il mento. Un casco ballerino in testa o non allacciato è inutile e diventa addirittura pericoloso.

Deve essere di ottima qualità. E’ un piccolo sacrificio economico che si ripaga in termini di sicurezza e durata.

Alcuni caschi, nella parte posteriore e lateralmente alla manopola di regolazione, hanno due led che, se attivati emettono, alternativamente, dei lampi di luce rendendoci maggiormente visibili in caso di guida notturna.

Ricordatevi, infine, che un casco incidentato non ha più le garanzie di sicurezza che offriva prima dell’urto per cui è meglio cambiarlo.

Occhiali.

Devono essere sempre indossati per proteggere gli occhi dall’azione nociva del vento, della polvere, dai raggi UV, da qualche sassolino che schizza dalla ruota, da un qualunque insetto che si trova sulla nostra traiettoria, dalla vegetazione sporgente se pedaliamo su sentieri stretti.

Per evitare che gli occhiali, invece di proteggerci diventino pericolosi in caso di caduta, comprateli con la montatura in policarbonato, praticamente indistruttibile e con lenti –organiche (CR 39)- che non sono di vetro ma, bensì, di materiale plastico di qualità. Laccino alle stecche.

 

OFFICINA.

Kit per riparazione camera d’aria.

Le forature sono sempre in agguato perciò è bene predisporre l’occorrente per ripararle che è il seguente:

due leva gomme di plastica, pennarello rosso piccolo, toppe varie, grattugia, collante.

N.B.: verificate se il mozzo della ruota è provvisto di sgancio rapido o del dado. Nel primo caso non abbiamo problemi (basta allentare l’apposita leva), nel secondo dobbiamo procurarci una chiave adatta per svitarlo.

 

Pompa.

Non credo sia il caso di spiegarvi la sua utilità ed il suo uso….

 

PRONTO SOCCORSO.

Senza improvvisarsi dottori (non fatelo mai per peggiorare la situazione) propongo un mini kit iniziale per curare delle abrasioni dovute ad una caduta e che potrebbe essere composto da:

acqua per lavare la ferita (l’abbiamo già nella borraccia), due “fazzoletti” di Citrosil imbevuti di disinfettante o, a scelta, un flaconcino d’acqua ossigenata con un po’ di cotone idrofilo, qualche garza, una benda di garza orlata per fasciature possibilmente adesiva, qualche cerotto meglio se resistente all’acqua, forbicine, un contenitore dove riporre il tutto.

 

ORIENTAMENTO.

Portatevi una carta della zona. Vanno bene quelle con scala 1:100.000.

 

SOPRAVVIVENZA.

Acqua.

Contenuta dentro delle borracce meglio se termiche. Abbondate un pochino specie nei periodi caldi. L’acqua, fondamentale per idratarci, serve anche a lavare una ferita prodotta da una caduta accidentale.

 

 

Pinza tuttofare. Leat01.jpg (47938 byte) Leat02.jpg (48868 byte) Leat03.jpg (66492 byte) Leat04.jpg (58948 byte)

Tipo Leatherman o similare. Utilissima sempre. Di qualità, possiede tanti utensili che potrebbero risultare decisivi per aiutarvi a risolvere svariati problemi tecnici della bici e non Costano un po’ ma, anche se trattate male, durano una vita.

La mia è una Leatherman super tool 200. La sequenza fotografica la mostra chiusa, aperta e con i particolari dei vari accessori che sono usabili con la pinza chiusa e tutti provvisti di blocco sicura. E’ un prezioso “arnese” da lavoro.

 

 

Coltello. Col01.jpg (33526 byte) Col02.jpg (60450 byte)

Serve sempre, è utile in mille occasioni. Sceglietelo di qualità, leggero, con la lama ben affilata e pieghevole. Per una migliore conservazione, tenetelo sempre ben pulito e passate sulla lama un filo di olio di vasellina bianco (F.U.).

Proporrei: Camillus, Fox, MTech Usa…..

 

 

Fischietto. Fis01.jpg (64079 byte) Fis02.jpg (48244 byte)

Il suono acuto è udibile a distanza per questo è un accessorio utile in caso d’emergenza e che consiglio di inserire nel bagaglio del vostro equipaggiamento. Compratelo di plastica, senza pallina interna e di colore fluorescente per maggiore visibilità.

Il fischietto può essere fine a se stesso o facente parte integrante di un mini kit di sopravvivenza.

Come potete vedere dalla sequenza fotografica, quello in mio possesso ha la possibilità tramite sgancio a baionetta di essere diviso in tre parti. Quella anteriore contiene il fischietto vero e proprio, incorpora una specchietto interno a mò di eliografo ed è provvisto di laccio per portarlo al collo.

Nella parte centrale è incastonata una lente d’ingrandimento, utile in caso di sopravvivenza, per accendere un fuoco.

La parte terminale è provvista di termometro in gradi Centigradi, di una bussola (comparata con altre è risultata affidabile) di un pulsantino che, se premuto, aziona un led discretamente visibile nelle ore notturne e con il quale è possibile comunicare in codice Morse.

 

Telefono cellulare.

Odio portarmelo dietro ma riconosco che, ai fini della sicurezza, può essere determinante per comunicare in caso di difficoltà. Accertativi, quando uscite, dello stato di carica della batteria.

 

Un consiglio.

Lasciate sempre detto a qualcuno di vostra conoscenza (parente, amico) il tragitto che intendete percorrere. Nel caso in cui vi trovate in difficoltà o in pericolo e non potete comunicare, i soccorsi sapranno dove cercarvi.

 

CONTENITORI.

Borsa anteriore, marsupio o zainetto.

Tutte le attrezzature sopra descritte devono essere riposte in un contenitore (a parte il casco e gli occhiali che vanno indossati e il fischietto sempre portato attorno al collo). Possiamo scegliere tra una borsa anteriore da manubrio, comoda, un marsupio da portare in vita (soluzione che preferisco così anche in caso di perdita della bici posso ancora disporre del mio equipaggiamento specie quello da sopravvivenza), o di uno zainetto. L’ultima alternativa è quella che gradisco meno. Per quanto il dorso dello zaino possa essere di materiale traspirante e reticolato, al contatto con gli indumenti sulla schiena interrompe la catena di trasporto del vapore acqueo (sudore) dall’interno verso l’esterno rendendo pelle ed indumenti bagnati e questo non va bene.

 

Amedeo.