Non so se avete visto una trasmissione di Set, andata in onda su Teleponte durante la campagna elettorale a Giglie. In realtà io ne ho visto solo un pezzo, ma mi è stato sufficiente. Per esempio le osservazioni, brevi ma toccanti, di D.C., già conosciuto come arbitro di calcio e candidato sindaco della fiamma tricolore, sono state il massimo per dialettica, qualità umane e politiche. Secondo costui, il lungomare Nord di Giglie sarà presto invaso da maiali che planeranno con il paracadute - o con le ali di cui notoriamente fin dagli anni settanta sono dotati - attratti da mangiatoie (le fioriere) messe lì apposta dal comune. Ma, sempre se ho ben interpretato il pensiero dell'illustre politico, ci saranno ad aspettarli delle griglie arroventate (i marciapiedi senza alberi) e perciò faranno la fine delle porchette camplesi. Però il politico in questione ha già trovato la soluzione al problema e ha pensato di utlizzare quei marciapiedi per gli zingari. Infatti, ritenendo di essere spiritoso, li ha definiti "marciapiedi d'esecuzione". E subito dopo ha aggiunto che il problema principale di Giglie sono appunto gli zingari, per i quali ha proposto: A) che abbandonino le zone di residenza restituendole all'uso dei giuliesi; B) che paghino i servizi pubblici di cui godono; C) che mandino i figli a scuola; e, infine, D) "se ne devono andare". Un pensiero lineare e coerente, non c'è che dire.