In questa rubrica vengono riportate tre poesie attinenti al calcetto. Le prime due, già note, appartengono al curatore della presente opera. Dell’ultima, “I calciatori”, non è possibile rivelare l’autore, in quanto questi ha preferito mantenere l’anonimato. Si intuisce, però, che si tratta di uno di quei calciatori tristi che teme di non poter rientrare nel giro all’apertura della nuova stagione. La poesia è perciò dicata a tutti coloro – e sono tanti – che si trovano nelle sue condizioni. (vedere lo Stato dell’arte).
"Quando finisce il calcetto"
C'è chi va e c'è chi viene,
qualcuno s’ammala, nessuno sta bene.
Va via Berardo per un brutto incidente,
torna Marcello con altra gente:
Arvè llù belle Lauri Lanfranghe
che corre simbre e mai se stanghe.
Arvè pure Enzo Orsatte
cha s'ahère na cì destràtte
Rivediamo Nori Erso
Che si era un poco perso
E quando gioca Erso Nori
Per le gambe son dolori
S'arvàte pure Marco Francione
che nen za cha ghè lu pallone.
Ce sta angore Claudie Striglione:
ma ci cazze se n'addone?
Però l'età si fa sentire
e Peppe strilla a non finire:
al ginocchio s'è infortunato,
ma sembra l'abbiano scannato.
Lo sostituisce Enzino, in porta,
ma la sua durata è molto corta:
il polpaccio lui si strappa
e una bestemmia quasi gli scappa.
E chi ce la mette, all'uddeme,‘na toppe?
Ma Berardo Nardi, Robbocoppe:
nghè llù vracce ammaciaccàte
Enzine e Peppe s'ha carecate.
Li vuol portare al pronto soccorso:
"Dài, vi danno anche il rimborso".
Ma Peppino non ci sente:
"L'ortopedico è un delinquente!"
E' nu spettacule esaltande:
Berarde arrète e llìddre avànde
Une ciòppeche e chellàddre pure,
se n'arvà a la case, sotto cure!