L’avvento delle norme volontarie sui sistemi di gestione (ISO 9001 ed ISO 14001) ha portato all’inserimento di una nuova figura nelle organizzazioni, talvolta impropriamente indicata come “responsabile della qualità” o “responsabile assicurazione qualità”. Si tratta di una persona designata all’interno delle organizzazioni che decidono di adottare tali norme, talvolta giovane e con scarsa esperienza lavorativa, che spesso è incaricata di svolgere anche altre mansioni.
Il “responsabile della qualità” è chiamato ad applicare le norme, a predisporre i documenti richiesti, a seguire le attività necessarie per portare l’azienda alla certificazione.
Capita, seguendo come consulente le aziende in iter di certificazione, di trovare spesso queste persone demotivate, scettiche sui reali benefici delle norme, dubbiose sulla possibilità di portare alla certificazione la propria organizzazione. Talvolta, qualcuno parte all’inizio del “progetto ISO” con entusiasmo, realmente convinto dei benefici di un sistema di gestione, per ritrovarsi, dopo qualche mese, critico sulle reali capacità della propria organizzazione e di chi dirige l’azienda di applicare in modo corretto la norma e di arrivare alla certificazione.
Nelle note che seguono, si espongono alcuni suggerimenti, che possono aiutare il “responsabile della qualità” nella sua mansione:
Studiare e cercare di
conoscere le norme in modo molto approfondito, sin dall’inizio,
anche frequentando corsi e confrontandosi con il consulente. Oltre
alle norme che devono essere applicate, è necessario conoscere i
principi che ne stanno alla base, leggendo i testi degli autori che
hanno posto le basi dei sistemi di gestione: | |
Conoscere e padroneggiare
molto bene gli strumenti informatici impiegati. I programmi di
videoscrittura, i fogli elettronici ed altri software applicativi
contengono comandi che consentono di rendere molto veloce e migliore
il lavoro di redazione, modifica e registrazione. Molto spesso, il
tempo è il fattore limitante, si è presi da molti altri impegni, più
“urgenti” e “importanti” dell’ISO. Impadronirsi di utili
combinazioni di tasti per eseguire velocemente correzioni e modifica
dei testi aiuta a ridurre moltissimo i tempi morti, ad essere più
produttivi ed
efficienti; | |
L’archiviazione
costituisce un problema per molte persone. Dopo qualche mese, ci si
trova con mucchi di “carta”: documenti, bozze, registrazioni,
appunti, dispense, ecc., spesso accumulati in modo disordinato in
cartelle, che diventano sempre più voluminose e difficili da
consultare. È molto importante definire sin dall’inizio un metodo di
archiviazione e gestione delle informazioni (e dei file) efficace e
ordinato, dove possano essere prontamente
rintracciate. | |
La pianificazione è un
elemento essenziale di un progetto: occorre definire con sufficiente
dettaglio i risultati che si vogliono ottenere dal sistema di
gestione (facciamoli scrivere all’alta direzione), individuare i
responsabili e definire le risorse necessarie. Occorre poi
programmare le attività da svolgere, assegnare incarichi, stabilire
scadenze. I documenti di pianificazione e programmazione
dovrebbero essere approvati dall’alta direzione e distribuiti
a tutte le persone coinvolte.
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È importante effettuare
verifiche ispettive interne sin dall’inizio, anche con l’aiuto di
consulenti, per valutare il grado di applicazione delle procedure e
dei documenti approvati e la loro efficacia, ricercando sempre un
feed back attivo da parte del personale
dell’organizzazione. | |
Periodicamente, è
necessario effettuare uno stato di avanzamento delle attività
svolte, sulla base dei documenti di pianificazione e programmazione,
e delle verifiche interne, individuando quanto è stato fatto e
quanto invece noi o le altre persone incaricate si è “dimenticato” o
“non ha avuto il tempo” di completare. Questo stato di avanzamento
deve servire anche per mantenere traccia di quanto accaduto durante
il “progetto ISO”. | |
L’alta direzione spesso
risulta “assente” o “troppo impegnata”, anche se proprio l’impegno
dell’alta direzione costituisce un elemento critico per il successo
del progetto. È comunque importante che il responsabile della
qualità svolga in modo corretto la propria mansione: proponiamo alla
direzione possibili programmi, manteniamola sempre informata sullo
stato di avanzamento del lavoro con report scritti periodici,
manteniamola aggiornata sui problemi che si verificano, indichiamole
quali sono le possibili soluzioni. | |
Quando si interloquisce con l’alta direzione o con altre persone all’interno dell’organizzazione, è importante impiegare un linguaggio appropriato (J. M. Juran, D. R. Arter) e non tediare i nostri interlocutori con un gergo “qualitatese”, “burocratico” o “legale”, da specialisti. Ad esempio, invece di scrivere che: |
il modulo 18 non è firmato dal responsabile
possiamo annotare, come scrive Dennis Arter:
I documenti con le istruzioni sui lavori da eseguire non sono controllati adeguatamente. Questa carenza provoca costi aggiuntivi e ritardi.
Quando prepariamo un diagramma di flusso, preoccupiamoci di spiegare a chi lo deve leggere il significato dei diversi simboli. Quando redigiamo un manuale, una procedura o mettiamo a punto un sistema di registrazione, anche da sottoporre in bozza, proviamo a chiederci: |
qual è il valore aggiunto di questo documento? Qual è il valore aggiunto dei singoli contenuti? Possiamo eliminare qualcosa che non è necessario o richiesto?
chi legge il documento è in grado di comprenderlo? I termini impiegati sono chiari per chi dovrà leggere ed applicare il documento? Il testo è abbastanza breve?
possiamo ridurre il numero di pagine, frasi e parole per dire le stesse cose?
È importante non
trascorrere le giornate chiusi nel proprio ufficio a redigere
documenti, estraniandosi dalla realtà, soprattutto se si è stati
appena assunti proprio per seguire il “progetto ISO”. È necessario
invece conoscere e prendere contatto con tutti all’interno
dell’organizzazione, ad iniziare dai responsabili, cercando di
parlare con loro, di discutere dei casi difficili e delle
preoccupazioni riguardanti la mansione svolta, di comprendere quali
sono le prassi vigenti, le attività, interessandosi ai processi
lavorativi svolti, cercando di comprendere quali sono le criticità e
i problemi di tutti i giorni. Un “responsabile della qualità”
dovrebbe essere sempre curioso della propria organizzazione:
frequentare un corso per auditor e assistere ad audit, anche in
altre organizzazioni, può aiutare ad acquisire la professionalità
necessaria. | |
Utilizziamo il consulente che ci affianca in modo appropriato: può essere un utile riferimento e confronto nell’interpretazione dei diversi requisiti, può indicare possibili soluzioni, ci può aiutare ad individuare in modo obiettivo opportunità di miglioramento e punti di debolezza del sistema, può costituire un utile sostegno per superare problemi e resistenze interne nella programmazione o nelle attività di addestramento e di auditing interno. Non facciamogli fare lavoro che spetta al “responsabile della qualità”, altrimenti non si diventerà autonomi, non si crescerà professionalmente, si adotterà un sistema che è estraneo all’organizzazione, che invecchierà e si “sfalderà” rapidamente, non venendo aggiornato, alla conclusione dell’incarico, dopo la certificazione. |
La persona incaricata della mansione di “responsabile della qualità” può essere molto preparata in materie scientifiche e tecniche, ma occorre rendersi conto che il compito richiesto è molto diverso da quello che si è appreso a scuola. Un sistema di gestione non è il frutto del lavoro di una singola persona, ma dipende anche da come esso viene interpretato e applicato da tutta l’organizzazione, da come i processi aziendali sono efficacemente collegati e coordinati tra loro. La responsabilità non è quindi soltanto del “responsabile della qualità”: egli dovrebbe avere una visione sufficientemente ampia dell’organizzazione e dei suoi processi aziendali e coordinare le attività necessarie alla messa a punto ed al mantenimento del sistema di gestione.
Esiste poi molto spesso un problema legato alla direzione. Scrive però K. Ishikawa:
Uno dei leader della prima QC Circle Conference, tenutasi nel 1963, era una donna che aveva ottenuto notevoli risultati attraverso la collaborazione con il proprio caposezione. Interrogata, la signora rispose:” È per questo che sono tanto impegnata. Metà del mio lavoro consiste nello spronare il mio capo con i dati: li uso come una frusta sulla groppa di un cavallo.” Un’osservazione molto appropriata.
P.S. – alcuni dei suggerimenti riportati in questa pagina sono tratti dalle norme di riferimento: invito il lettore a cercare nella norma utilizzata (ISO 9001 o ISO 14001) quali punti sono stati consultati.
Letture consigliate
Dennis R. Arter – Gli audit sulla qualità – FrancoAngeli (1996)
Kaoru Ishikawa – Che Cos’è la Qualità Totale – IlSole24Ore Libri (1992)
Joseph M. Juran – Managerial Breakthrough – 2^ ed. McGraw Hill (1995)
Joseph M. Juran – Juran on Quality by Design – Free Press (1992)