Videogiochi violenti e censura
 
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- Return To Castle Wolfenstein

- Soldier Of Fortune

  
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Foto1: 
Pac-Man.

Foto2:
Doom.

Foto3:
Wolfenstein3d.

Foto 4:
Quake

Videogiochi violenti e censura (parte1)
Pac-ManIl fattore caratteristico che contraddistingue le polemiche mosse nei confronti di molti videogiochi consiste nel fatto che, nella maggior parte dei casi purtroppo, esse vengano portate avanti da persone assolutamente non competenti le cui conoscenze esulano dal campo videoludico. Quello della censura/polemica è un fardello che grava sulle spalle del videogioco dai tempi di Pac-Man, accusato di istigare i giovani all'ingestione di pastiglie, e probabilmente ha contribuito anche a far salire la popolarità dei videogiochi in questione. Wolfenstein3D, "the grandaddy of all 3d shooters" (letteralmente: "il nonno di tutti gli sparatutto 3d"), all'epoca della sua uscita venne contrassegnato con la sigla PC-13 (profound carnage, ad indicare l'alta, per quel periodo, presenza di sangue), e ne venne vietata la vendita in Germania, perché accusato di istigare al nazismo. Stesse polemiche toccano al suo seguito pubblicato in questo periodo dopo una attesa di anni: Return To Castle Wolfenstein (a questo proposito vi invito a leggere l'articolo pubblicato da Repubblica.it). Il concetto base è lo stesso (un castello nazista contro l'eroe da noi impersonato) a cui si aggiunge tuttavia il multiplayer (gioco di squadra in internet), che propone lo scontro tra Asse e Alleati. Proprio la possibilità di impersonare nel gioco a squadre la parte nazista avrebbe scatenato le polemiche. 

Doom

La violenza, che è sempre il fulcro delle polemiche, è parte integrante del videogioco sin dai suoi esordi e ha prodotto anche alcune esagerazioni. Un esempio è Chiller, pubblicato negli anni ottanta, aveva come unico scopo il mutilare nel modo peggiore possibile le persone sullo schermo. Ad eccezione di casi estremi come quest'ultimo (personalmente di cattivo gusto) alcuni giochi hanno usato la violenza non come fine ma come parte del gioco, in modo simile ai film d'azione. La maggior parte degli FPS (sparatutto in prima persona) inseriscono nel loro stile di gioco elementi violenti. Tra questi va ricordato il re degli sparatutto in soggettiva, quel capolavoro assoluto che risponde al nome di Doom. Wolfenstein3dGran parte della sua atmosfera e del suo coinvolgimento è dovuto alla tensione esercitata sul giocatore dagli ambienti bui e da particolari gore tipici dei film horror (come vedere i propri compagni trasformati in zombie). Doom sarà solo il primo di una lunga sequenza di bellissimi giochi, tutti di produzione id Software (Doom2, Quake 1/2/3 e lo stesso Return To Castle Wolfenstein di cui parlavamo prima), che porteranno la qualità grafica a livelli sempre più elevati diventando ogni volta il punto di riferimento del settore, tant'è che spesso i loro motori grafici verranno concessi in licenza a terze parti per sviluppare altri giochi. E' il caso di Soldier Of Fortune, mosso dal motore 3d di Quake2 opportunamente potenziato, che implementa una delle caratteristiche più controverse della storia: i corpi dei nemici reagiscono a seconda di dove vengono colpiti (anche se Soldier Of Fortune non è il primo videogioco ad implementare questa feature lo fa sicuramente nel modo più accurato mai visto prima). Chiaramente i rantoli, le animazioni del nemico che si accascia al suolo dopo che è stato colpito ai genitali o alla gola non sono passati indenni sotto i colpi delle polemiche. Soldier Of Fortune consente, come molti giochi violenti, di usare un "parental lock", ovvero un filtro che elimina gli effetti truculenti. Il "parental lock" è molto utile nel caso siate genitori e desideriate evitare che vostro figlio assista a spettacoli particolarmente sanguinolenti anche perché, in effetti, Soldier Of Fortune potrebbe essere, per le persone più sensibili, davvero troppo forte. 
QuakeAltre volte il polverone sollevato da un videogioco per i suoi contenuti "discutibili" rappresenta la migliore delle pubblicità. Il caso più eclatante è di certo Carmageddon, atipico gioco di corse nel quale il modo più facile per arrivare alla vittoria è quello di investire con la propria macchina armata di rostri e spuntoni poveri pedoni indifesi (dai giocatori di football alla vecchietta). Il gioco, povero a livello tecnico (e per quanto mi riguarda, anche dal lato divertimento) ebbe un grande successo in tutta Europa.

Nella seconda parte di questo articolo parleremo della censura in Germania, di come si è affrontato il problema "violenza nei videogiochi" in Europa e nel nostro paese e dell'ultimo gioco investito dalle polemiche.

Francesco Mazzocchi

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