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IL RITMO, UN ASPETTO FORMALE DEL VIVENTE


Osservando con l'intelletto e con il cuore il gioco dei fanciulli, Eraclito di Efeso (500 a.c. ) scopre la legge del divenire, dell'instabilità intrinseca di tutte le cose."L'immaginazione di bambini che giocano sulla spiaggia in riva al mare che fanno e disfano senza sosta i loro giochi, che seguono il capriccio incessante delle onde con un continuo andare e venire di stati d'animo"
(51-S.Mistura), ci suggerisce una visione delle azioni e degli affetti umani legata inesorabilmente al ritmico: la sequenza temporale dei cambiamenti, degli aumenti e delle diminuzioni di tensione così ben espresse dal movimento capriccioso delle onde.
Il logos della natura che parla contemporaneamente delle cose del mondo e dell'anima dell'uomo, esprime compiutamente il flusso dell'esistenza e il suo movimento così come lo coglie Nietzsche con un'allegoria: "Il gioco del fanciullo cosmico Zeus, 1'eterno scherzo di una distruzione del mondo e di una nascita del mondo". (52-F. Nietzsche)
Il ritmo è un aspetto formale dell' intero universo, attraverso di esso il corpo e 1' anima trovano equilibrio ed armonia nel movimento.
Esso scandisce 1'esistenza degli uomini, la nascita e la morte, la crescita del mondo vegetale, i movimenti delle onde sonore e dell'attività elettrica del cervello, le vibrazioni delle molecole, i movimenti degli astri e dei pianeti. C'è del ritmo nel volo di un uccello diceva Platone, nelle pulsazioni delle arterie, nel passo di un ballerino e nei periodi del discorso.
Nei testi sacri delle antiche religioni, la parola era celebrata come una emanazione divina legata alla ritmicità. "Il ritmo poetico non solo facilitava 1'apprendimento mnemonico, la recitazione e la trasmissione dei testi sacri, ma determinava in colui che recitava una armonizzazione degli elementi inconsci e scoordinati dell'essere, tramite vibrazioni sincroniche che si propagavano nelle connessioni psichiche e spirituali della sua individualità. Infatti i ritmi che sono l'ossatura numerica determinata dell'intera natura, dalla sua più intima sostanza fino ai suoi più remoti limiti, mettevano 1'uomo in sintonia con quell'armonia cosmica, che infine riusciva a sentire e a capire". (53-L.Benoist) La parola ritmo, dal greco rhytmus deriva dal verbo reo che significa, principalmente, scorrere. Cardine attorno a cui ruota l'esistenza, è un principio attraverso il quale una parte è messa in relazione con il tutto: 1'anima con il corpo ed entrambi con il cosmo. Il ritmo è la forma del divenire, la forma del mondo dei fenomeni sosteneva Nietzsche. Secondo questa forma fondamentale dell'accadere della vita, si rivelano: vissuti psichici, eventi naturali, manifestazioni culturali.
La percezione di un tempo interiore scandito dal ritmo era evidente nell'antichità, nelle sue modalità di esistenza: "Ogni qualsiasi cosa ha la sua epoca, ed ogni impresa sotto il cielo ha la sua ora: nascere-morire, piantare-sradicare, massacrare-guarire, rompere-costruire, piangere-ridere, lamentarsi e danzare cercare-perdere, stracciare-cucire, tacere-parlare, amare-odiare". (Predica di Salomone).
Nei suoi aspetti biologici il ritmo si manifesta nelle funzioni organiche che passano regolarmente nel corso delle 24 ore attraverso un massimo ed un minimo (ritmo circadiano); nel battito del cuore e del polso, nel sonno e nella veglia, in tutta la periodicità naturale, 1'alternarsi dei giorni, dei mesi, delle- stagioni, della luce e del buio.
Nei suoi aspetti culturali e mitici si manifesta nel canto, nella danza e nella parola poetica. (54-H.Tellenbach) La lentezza e la velocità di un ritmo contribuiscono entrambi all'armonia di un moto e sono il risultato di una capacità di controllo e di misura interiori; essi appartengono alla normalità e alla caratteristica del movimento.
"Misura e ritmo sono, invece assenti nella malattia; la loro assenza, anzi rileva la malattia stessa; la rapidità come ritmo veloce è, così, sostituita dall'agitazione e la lentezza come ritmico adagio si converte in rallentamento". ( 55-G.Tibaldi )
L'accordo tra ritmo soggettivo e oggettivo, interiore ed esteriore, definiscono uno stato di armonia per cui possiamo concordare con Tellenbach quando afferma che "l'inclinazione alla malinconia aumenta tanto più chiaramente il ritmico viene eliminato dalla sfera culturale"( 56-H.Tellenbach ), quanto più il tempo determinato dalle macchine si impone sulla determinazione psichico-spirituale.

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