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ALLE ORIGINI DEL PENSIERO SULLA MALINCONIA



"Agli albori dell'umanità, prima di ogni vana credenza, prima di ogni sistema, la medicina nella sua interezza risiedeva in un rapporto immediato della sofferenza con ciò che l'allevia"(6-M. Foucault), ma nel momento in cui il nostro discorso prende l'avvio, la "storia"è gia cominciata. Dalle antiche cosmologie che componevano l'universo di quattro elementi, il fuoco, l'aria, l'acqua e la terra risalgono le prime nozioni di medicina che parlano della malinconia. A questi elementi del cosmo corrispondevano sostanze visibili e tangibili del corpo, gli umori. Essi avevano il potere di controllare l'esistenza e i comportamenti dell'umanità determinando il carattere degli uomini a seconda di come si combinavano. Un filosofo del medioevo riporta l'antica teoria dei quattro umori: " Esistono infatti quattro umori nell'uomo, che imitano i diversi elementi; aumentano ognuno in stagioni diverse, predominano ognuno in una diversa età. Il sangue imita l'aria, aumenta in primavera, domina nell'infanzia. La bile gialla imita il fuoco, aumenta in estate, domina nell'adolescenza. La bile nera, ovvero la melanconia imita la terra, aumenta in autunno, domina nella maturità. Il flegma imita l'acqua, aumenta in inverno, domina nella vecchiaia. Quando questi umori affluiscono in misura non superiore nè inferiore al giusto, l'uomo prospera".( 7-R. Klibansky, E. Panofsky, F. Saxl) La dottrina dei quattro umori, gradualmente si modeficò in quella dei quattro temperamenti. I termini sanguigno, flemmatico, billioso, malinconico finirono per caratterizzare aspetti peculiari non necessariamente morbosi della natura umana. Tali caratteri per quanto predisposti a malattie ben definite, normalmente, erano del tutto sani. Per quanto riguarda invece l'humor melancholicus , si verifica un processo di separazione dal solo temperamento alla vera e propria malattia: in Ippocrate troviamo la "melancolia mentale" di cui l'ansietà e la depressione erano le costanti. ( 8-R. Klibansky, E. Panofsky, F. Saxl) Aristotele nei "Problemata XXX", una monografia sulla bile nera, illustra la concezione del melanconico naturale. Il Typus Melancholicus ha come caratteristica costituzionale e permanente, una prevalente quantità della bile nera rispetto agli altri umori. Quando le alterazioni della bile nera e dell'umore melanconico sono solo temporanee, dovute a disturbi digestivi o ad eccessive influenze del caldo e del freddo, allora si parla di malattia melanconica. Aristotele paragona gli effetti della bile nera a quelli del vino: "Ora come un individuo che sta bevendo muta il suo carattere a seconda della quantità di vino che consuma, così c'è per ogni carattere una classe di persone che lo rappresenta........ il vino rende anormale un uomo non per lungo tempo, ma solo per poco, però la costituzione naturale di un uomo lo rende tale permanentemente per tutta la durata della sua vita". (9-Aristotele) Per cui la disposizione naturale del melanconico, anche se non si manifesta, tuttavia caratterizza l'individuo in una singolarità spirituale permanente. La bile nera come il vino costituisce una forza stimolante intensa che mette l'organismo in uno stato di tensione influenzando il suo spirito e il suo comportamento: "il temperamento malinconico, così come provoca malattie con sintomi molto diversi, è in se stesso variabile, dato che come l'acqua è a volte freddo e a volte caldo". (10-Aristotele) Se la bile nera è prevalentemente fredda si hanno tipi deboli e letargici, se è invece calda si hanno persone vivaci e facilmente eccitabili. La dottrina aristotelica parla di individui le cui passioni sono più violente degli uomini comuni, ma che riescono tuttavia a ricavare un'equilibrio dall'eccesso. Questi che si distinguono per le loro doti artistiche ed intellettuali, sono i mesotipi (melanconici moderati) nei quali esiste un mescolamento ottimale tra bile calda e bile fredda. La melanconia nella sua forma di malattia si costituisce invece nella caduta agli estremi atimico od estatico dell'umore, nel passaggio dall'equilibrato all'eccessivo, nell'acrasia e nell'ametria. Queste antiche teorie, a cui si devono i termini di tipo bilioso o melanconico e di costituzione melanconica hanno costruito una definizione della malinconia che trascende l'aspetto puramente esperienziale e psicologico attribuendole un fondamento che è radicato profondamente nel biologico, attraverso una filosofia naturale dell'uomo. Esse sono da considerarsi gli antecedenti, originari, nella storia del pensiero medico-filosofico di una posizione concettuale della psichiatria moderna, di quella elaborazione fenomenologico-esistenziale di Hubertus Tellenbach alla quale, in modo specifico, facciamo riferimento in questo studio.

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