Tirasse su na costa: si dice quando si riceve qualcosa di utile
in un momento di difficoltà, rinfrancarsi
Unquò te ghe sì, doman no te ghe sì altro
Avere 50 franchi de mona in scarsèa: si dice quando, per quieto vivere, si da
ragione a persone di parere contrastante (per tenersi amici tutti e non avere rotture di
palle...)
Pai orbi xe scuro anca a mexodì
Scanta bauchi sveja macachi
"ma va' pisare sul saeno che'l vien su beo norbio!" = vai a fare la
pipì sul sedano che cresce bene...usato nella zona dell'alta padovana per mandare
qualcuno a "quel paese".
Sàpa piàn e spènsi (s di rosa) guaìvo. Sapa da
calpestare e spènsi da spingere. Lo si dice ad una persona che piano piano
inesorabilmente mette in atto qualsiasi cosa aveva in mente di fare anche a danno di
altri.
Sìe ore ea cresse, sìe ea càea. Ogni sei ore l'acqua
entra dal mare alla laguna per poi ritornarci. Questa è una frase che viene detta a chi,
per esempio, si arrabbia perché a lui va tutto storto: lo si consola dicendogli che per
quanto gli vada male prima o dopo sicuramente gli andrà bene. Per lo stesso motivo per
chi si gongola troppo della sua fortuna.
...el vien dal Garda. I classici temporali violenti che
avvengono nel Veneziano provengono quasi tutti da ovest. Cielo terso, poi sempre più
grigio, caldo afoso, brezza in crescendo, colpi di vento, nuvolone nero, verde e poi
pioggia a dirotto. C'è qualcuno che dice che provenghino tutti da quella direzione. Io
sono stato in gita al lago ed ho domandato ai locali il punto esatto: mi hanno risposto da
dietro quelle montagne, sono andato sulle montagne e...
Bisogna veder sel mar riceve o se el torna indrìo. Sempre
di carattere meteologico questa frase significa che le previsioni sono previsioni e non
certezze e quindi quando il maltempo va da ovest verso est e quindi verso il mare
Adriatico si spera che "non torni indietro" e si sfoghi in mare e non a Venezia.
Questa é anche una scusa per quelle persone famose per essere dei meteorologi perfetti:
come Sibilla si ha sempre ragione.
Ma te vien dal Dòeo? Ad una persona che non è tanto
sveglia. Dolo è un paese vicino a Venezia dove non è assolutamente vero che ci siano
persone così. Ma va bene lo stesso.
Al Dòeo eò gà mòeo e àea Mira 'lghè tira. Frase tipica
tanto per fare la rima infatti: non è vero che a Dolo tutti i maschi ce l'hanno moscio
come non è altrettanto vero che a Mira ce l'hanno tutti in perenne erezione.
Seghenè. La frase completa sarebbe "se ghe nè el
magna e se no ghe nè nol magna". Rivolto ad uno scansafatiche che non si dà tanto
da fare per guadagnare e quindi a spendere i soldi per mettere qualcosa sotto i denti .
Eà gà visto piú cassi èa che i cessi de S.Bòrtoeo. Detto
ad una donna di facili costumi. Vicino al campo S.Bortolo ci sono dei gabinetti pubblici,
e chi fa la pipi lo mette in mostra.
Sù e sò come eà pee del casso. Quando uno va a zonzo
inutilmente questa è la giusta frase da dire. Infatti, in modo spregiativo, anche la
parte esterna del pene, sia quando si ha un rapporto sessuale sia quando ci si masturba,
si muove avanti e indietro.
Se no ghe fosse el ponte el mondo sarìa un'ìsoea. Il ponte
è quello "della libertà" e collega la terraferma con Venezia. No comment.
Luna sentàda marinèr in pìe. Quando la falce lunare è
rivolta vero terra è sintomo di bel tempo e quindi il marinaio può stare in piedi nella
sua barca, altrimenti se il tempo è brutto e c'è onda deve restare giù.
Ae porte dell'ospeàl. Quando uno sta molto male non lo si
consiglia d'andare dal dottore o all'ospedale ma "ae porte dell'ospeàl". Lo si
intima anche al bambino capriccioso quando non ascolta i genitori e rischia di farsi male.
El rusa, ea rasa...: Modo di dire che significherebbe d'aver
colto in fallo una persona che ha appena scoreggiato o preavvisare simpaticamente la
propria pernacchia. La frase intera é un indovinello: "ea rusa, ea rasa, ea va in
giro per casa, nissuni ea vede ma tuti ea sente...cossa se?".
Dal Trasto àea sentina: Il trasto è la parte superiore di
una barca e la rende solida; la sentina è la parte inferiore. La differenza di essere
seduti sul trasto e seduti giù in sentina signicherebbe in pratica "cadere dall'alto
in basso".
A paiòl: "andar a pajol" significa cadere nel
pagliolato ed è quando uno è ubriaco a tal punto che non si regge in piedi. Anche se
adesso bonariamente lo si dice, soprattutto tra i gondolieri, a qualsiasi che inciampa e
cade per terra.
Nome che...: Rafforzativo di una frase. Es.:"cò stì
tempi che va via gavémo nome che miseria" (di questi tempi abbiamo solamente
miseria).
"Ma ti gà el moreto a casa?": significa domandare
se a casa uno è abituato o no d'avere il servo di colore che che lo sostituisca nei gesti
di costesia. Questa frase viene normalmente detta quando uno lascia la porta aperta (per
es. aperta la porta del vaporetto lasciando entrare aria troppo fresca).
Primo, secondo e Capodistria: Il primo è il primo canale
della Rai, il secondo è il secondo e Capodistria sarebbe la prima rete televisiva vista
dopo quella nazionale. Oltre ai cartoni animati di "Gustavo" ci si rammarica di
non essere mai riusciti a vedere le donne nude che si diceva fossero presenti a mazzi ogni
notte.
Palco, sorapalco e musica in platea: il complesso sistema,
macchinoso di un'opera teatrale è pagagonato qui ad un'abbigliamento altrettanto
rindondante della persona a cui è indirizzata la frase. (Quando uno gà sentomìa mage).
Chi dise ma in cùeo eò gà: chi è in dubbio se lo prende
sempre in quel posto. Lo si dice quando una persona comincia un discorso con un
"ma..." in sospensione.
Perderse par'l caìgo: quando uno fa tardi ad un
appuntamento probabilmente è perché ha trovato la nebbia.
Pantaeòn sé in chèba: i soldi ormai ce li hai in tasca.
Un alto e un basso fà un guaìvo: se ne nella vita una
volta va male, un'altra volta andrà bene e perciò avrai pareggiato.
Impissa eà 'uce! Gavemo da star tanti ani al scuro: Accendi
la luce! Abbiamo tanti anni da passare al buio (sottoterra). Lo si dice tante volte quando
uno, al crepuscolo per esempio, o per risparmiare o perché non ci fa caso si dimentica di
accendere la luce.
Magna e bevi che eà vita se un lampo: approffitta, mangia e
bevi che la vita è breve e dopo non potrai più godertela a questo modo. No alla dieta,
dunque.
I te porta da Capeeti: frase di qualche tempo fa. Il Prof.
Cappelletti era un famoso medico dei pazzi che esercitava a Venezia.
Ma ti vien da Maroco? (o da S.Sèrvoeo o da S.Clemente). Sono
tutte ( o lo erano) sedi di manicomi provinciali.
Che togo! Famoso fino a pochi anni fa, si riferisce al
celebre ammiraglio giapponese che sbaragliò la flotta russa nella grande battaglia navale
degli stretti di Tsushima. Detto di cosa meravigliosa. Varianti: "Che figo!".
Da novéo tuto se beo: detto specialmente nel rapporto tra
fidanzatini novelli, dove sembra che l'amore sia infinito e che lo stato di grazia durerà
inalterato per sempre.
Nialtri semo altri teèri: il teèr è, ad esempio, il
telaio della finestra. Detto di capacità di sopportare le magagne della vita perché,
appunto, temprati dall'esperienza.
Mimorti che Aristodemo stò omo: detto di persona prolissa.
Usato dalle donne nei confronti del marito quando prolunga la discussione con una lunga
polemica.
Che Dio te mandasse pan, pesse e un spin in cùeo che te
saltassi alto come un cavàeo: che il Signore ti doni di che sfamarti (pane e pesce)
ma che, digerendo il tutto, almeno uno spino ti buca il buco del culo e che sentendo molto
dolore, tu faccia un salto così alto solo come un cavallo può farlo. Invece di "Oh
bella, ma guarda un pò".
Cò l'acqua riva aea gòea anca i stronsi nua: quando le
difficoltà stanno quasi per avere la meglio, chiunque (anche uno stronzo) trova la forza
per reagire.
El se partìo cò toe e cavaeti: detto di persona che assume
improvvisamente un comportamento tanto anormale da sembrare rasentare la follia.
Vado a coionar i orbi: vado a prendere in giro i ciechi.
Vado a dormire.
El se entrà e i o gà portà fora in quatro: è stato
ricoverato in ospedale e subito lo hanno portato fuori in quattro (becchini). Si è deciso
ad entrare in ospedale...troppo tardi.
No se pol morìr de san: nessuno muore di "sano",
di qualcosa bisogna pure ammalarsi e morire.
Ciò, ciapa! Mètitio in soasa: Eccotelo. Mettitelo in
cornice. Sottoliineare l'altrui seriosa affermazione (da incorniciare) con sarcasmo,
alludendo così alla pratica innutilità o alla leggerezza del concetto espresso.
Te vegno eà e cò un morsegon te staco el lai: se vengo
lì, con un solo morso ti stacco il fianco destro (il lai) della barca. Pittoresca maniera
di iniziare una baruffa "nautica", da gridare in piedi a pieni polmoni, vestiti
in cannottiera e a braccia conserte, avendo peraltro cura di non accennare minimamente a
spostarsi dalla propria barca.
Far i gatini: vomitare dopo una gran bevuta di alcolici.
Va remengo Garibaldi: Garibaldi ha "unito l'Italia del
sud con quella del nord", si usa dire. E a quelli del nord non va giù.
Siera
da scorese: avere una brutta cera.
Baretta
fracada: soggetto incazzato col cappello ben impiantato in testa fino alle
sopraciglia.
Cori zotolo: invitare qualcuno a
togliersi dai piedi e lasciarlo andare dove vuole lui.
Corighe
drio ti...: quando non vale la pena di fare qualcosa in cui si debba far fretta si
lascia andare avanti un altro a farla tanto non si perde niente.
Magnime
el bàgari: invitare qualcuno a cibarsi del nostro pene per evidenziare la nostra
fermezza di non ottemperare a quel dato inutile, e probabilmente rischioso, bisogno.
No go anda:: non avere anda
significa non avere voglia.
Andar
a torsio: andare in giro inutilmente senza combinare un gran ché.
Man
sgorlando: a mani vuote. Es: quando uno va ad ricevimento e non porta niente