Il giovane Antonio la
sera dopo aver lasciato spatole e pennelli, si univa agl'altri
ragazzi di Porta San Gennaro a Foria trascorrendo le serate come
i giovani di allora solevano fare: Raccontando barzellette,
fumando, prendendo in giro i passanti. Di tanto in tanto,
qualcuno annunciava che vi era una periodica riunione
organizzata presso la casa di qualche famiglia del quartiere
dove allegra brigata correva a trasferirsi. Fu qui che Totò
incontra il suo primo amore, Vincenzella, una ragazzina dalla
folta chioma bruna che si esibiva applauditissima in queste
feste-spettacolo. Gareggiare con lei per fare colpo fu la cosa
più naturale. Il giovane si appassionava a imitare Gustavo
De Marco, eclettico burattino che si snodava e saltava al ritmo
di tamburo questo a quell' epoca andava molto di moda a Napoli,
quest'ultimo fu il più grande ispiratore di Totò. Da quel
momento non c'era festa o intrattenimento casalingo che non
ricercasse la presenza di Antonio il quale, tra gli applausi dei
presenti, riproponeva tutto il repertorio del celebre attore. Il
passaggio dai poveri salotti di via Foria ai fatiscenti teatri
di legno che sorgevano nei pressi della stazione centrale fu
quasi automatico.
La svolta di Antonio nel mondo del TEATRO avviene a Roma, grazie ad un suo amico barbiere di via Frattina "Pasqualino"
finalmente il giovane Totò ottenne una scrittura al "Teatro Jovinelli" dove ebbe
molti consensi.. Arrivarono così i primi soldi e il suo nome si cominciò
a diffondere per tutto l'Italia.

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