Nota sul tergo di una pagina di diario, da un taccuino
ritrovato nel
le carceri di Regina Coeli. La data a cui allude corrisponde alla datf
dell'eccidio delle Fosse Ardeatine presso Roma).
Ricordate! Ricordate il ventiquattro marzo!
(L'originale è in lingua inglese; si è ritenuto, per l'incompiutezza
d
linguaggio usato, di riportare la sola traduzione).
li aprile 1944
Ai miei cari figli,
quando voi potrete forse leggere questo doloroso foglio,
miei cari e amati figli, forse io non sarò più fra i vivi.
Questa mattina alle 7 mentre mi trovavo ancora a letto
sentii chiamare il mio nome. Mi alzai subito. Una guardia
apri la porta della mia cella e mi disse di scendere che ero
atteso sotto. Discesi, trovai un poliziotto che mi attendeva,
mi prese su di una macchina e mi accompagnò al Tribunale
di Guerra di Via Lucullo n. 16. Conoscevo già quella triste
casa per aver avuto un altro processo il 29 febbraio scorso
quando fui condannato a 15 anni di prigione. Ma questa
condanna non soddisfece abbastanza il comando tedesco il
quale mandò l'ordine di rifare il processo. Cosi il processo,
se tale possiamo chiamarlo, ebbe luogo in dieci minuti e
fini con la mia condanna alla fucilazione.
Il giorno stesso ho fatto la domanda di grazia, seppure
con repulsione verso questo straniero oppressore. Tale su-
prema rinuncia alla mia fierezza offro in questo momento
d'addio alla vostra povera mamma e a voi, miei cari disgra-
ziati figli.
Amatevi l'un l'altro, miei cari, amate vostra madre e fa-
te in modo che il vostro amore compensi la mia mancanza.
Amate lo studio e il lavoro. Una vita onesta è il migliore
ornamento di chi vive. Dell'amore per l'umanità fate una
religione e siate sempre solleciti verso il bisogno e le soffe-
renze dei vostri simili. Amate la libertà e ricordate che que-
sto bene deve essere pagato con continui sacrifici e qualche
volta con la vita. Una vita in schiavitù è meglio non viver-
la. Amate la madrepatria, ma ricordate che la patria vera è
il mondo e, ovunque vi sono vostri simili, quelli sono i vo-
stri fratelli.
Siate umili e disdegnate l'orgoglio; questa fu la religione
che seguii nella vita.
Forse, se tale è il mio destino, potrò sopravvivere a que-
sta prova; ma se cosi non può essere io muoio nella certez-
za che la primavera che tanto io ho atteso brillerà presto
anche per voi. E questa speranza mi da la forza di affron-
tare serenamente la morte.
|