Critica posizione della Capettini
.....successo durante un durissimo rastrellamento tedesco
e mongolo. Gli alleati e i capi partigiani avevano dato l'ordine "si
salvi chi può e come può". Cioè sciogliersi,
disperdersi, filtrare individualmente o a piccoli gruppi tra le maglie
dello schieramento nemico. Sfuggire, se possibile e come possibile, all'annientamento
totale.....
Ma la situazione più critica era quella della Capettini,
forte di non meno di 300 uomini oltre alla compagnia cecoslovacca, che
si era trasferita da Castagnola a Monteacuto, sopra S. Sebastiano. La
maggior parte degli uomini della Capettini erano ragazzi di Varzi e dei
monti del varzese, luoghi occupati dalle forze tedesche e prossimi a essere
investiti dal terribile rastrellamento. Occupate dalle forze nemiche erano
anche le posizioni della Brigata: Cella, Cignoli, Montemartino, Brallo.....
Non meno tragica la situazione della compagnia cecoslovacca. Non era possibile,
o almeno era fortemente tragico, trasmettere a questa gente il freddo
ordine "Si salvi chi può". Fu questo, e non va dimenticato,
uno dei momenti in cui più vennero alla luce il sangue freddo,
la coscienza della propria responsabilità, e la chiara prova delle
indubbie capacità direttive di Primula Rossa. Giovane privo di
titoli di studio, di modestissime condizioni sociali ma meraviglioso e
impareggiabile comandante partigiano. Mentre altri si apprestavano ad
attuare le disperate direttive del Comando di Divisione, Primula Rossa
radunava i suoi uomini ancora divisi in distaccamenti ed in pieno assetto
da guerra.
A loro diceva semplicemente: "Gli altri si sono sciolti e se ne vanno.
Noi che dobbiamo fare?". I vari comandanti di distaccamento, a nome
di tutti, rispondevano: "Angelo non abbandonarci. Noi siamo qui,
come sempre, per attendere i tuoi ordini". "Quando è
così", rispose Primula Rossa, "caricate i muli di munizioni
e viveri, mangiate e tenetevi pronti. Partiremo al più presto possibile.
Vado a prendere i cecoslovacchi". Scese velocissimo in macchina fino
a S. Sebastiano dove trovò i bravi cecoslovacchi abbandonati e
sfiduciati. Fu accolto come un salvatore. Non c'era tempo da perdere.
Ordinò loro di raggiungerlo al più presto a Garadassi e
ripartì. Una volta giunto al punto di ritrovo vide che gli uomini
erano già pronti. Appena arrivarono i cecoslovacchi cominciarono
la marcia. Primula Rossa in testa, dietro il portabandiera con il vessillo
spiegato al gelido vento invernale ed infine tutti i partigiani della
Capettini. Partirono per dove? Verso l'ignoto? No! Primula Rossa aveva
fatto il suo piano e sapeva benissimo dove voleva arrivare. Non ignorava
che la marcia sarebbe stata lunga, estenuante, bestiale e che forse non
sarebbero mancati cattivi incontri, ma sapeva anche che quella era l'unica
via della salvezza per la sua bella Brigata e che bisognava ad ogni costo
affrontarla.
.....salirono fino al monte Lesima (1724m), ricordiamo
che era pieno inverno e la neve era alta più di mezzo metro, e
scesero poi nella val Trebbia. Qui, dopo aver trovato una sistemazione
ai cecoslovacchi, lasciò liberi gli uomini che abitavano in quella
zona di tornare temporaneamente alle loro case, mentre lui e i restanti
trovarono alloggio nelle grotte naturali in mezzo ai boschi e nei periodi
di calma nelle case e nelle stalle dei montanari. Appena passata l'onda
del rastrellamento la brigata Capettini tornò a riunirsi in piccoli
gruppi organizzati e ricominciò a far sentire la sua presenza.....
|