CORBARI SILVIO
Con l'occupazione tedesca a Faenza il 16 settembre 1944
un gruppo di circa una ventina di antifascisti si portò alla sorgente
del fiume Samoggia dove fu successivamente raggiunto da militari sbandati
e ex prigionieri fuggiti dai campi di concentramento raggiungendo ben
presto l'elevato numero di 60 unità.
Nel corso del mese di ottobre sorsero in seno al gruppo discussioni sulla
strategia da seguire e la disciplina a cui sottostare e alla fine del
mese di ottobre il gruppo finì con lo scindersi in diversi gruppi.
Uno di questi si portò verso le zone dell'8ª brigata Garibaldi
attuando nella marcia di trasferimento un'azione all'albergo Alta Romagna
d Santa Sofia che permise ai partigiani di venire in possesso dei piani
di approntamento della Linea Gotica, che furono poi fatti pervenire agli
alleati.
Anche Corbari, con una decina di uomini, divenuti una trentinca alla fine
dell'anno, si rese autonomo dalla formazione iniziale. Purtroppo il gruppo
di Corbari alla fine di gennaio fu attaccato e distrutto dai tedeschi
a Ca' Morelli di Tredozio. Venti furono i partigiani catturati (sette
saranno poi fucilati a Verona) due i morti in combattimento, il padre
e la madre di Iris Versari inviati in campo di concentramento. Solo Corbari,
Iris Versari e pochi altri partigiani non presenti a Ca' Morelli si salvarono.
La ricostruzione della formazione avvenne molto lentamente. A maggio contava
20 effettivi (il numero dei combattenti non superò mai le cinquanta
unità), ma l'esiguità del gruppo non impedì a Corbari
e a Iris Versari di attuare, nel corso della primavera, alcune azioni
(tra le quali la più clamorosa fu l'uccisione del console della
milizia Gustavo Marabini), da far credere all'esistenza di un distaccamento
numeroso e ben organizzato. L'aumentato numero di partigiani e l'affluire
di nuove reclute portarono alla formazione di un comando per affrontare
i problemi politici, organizzativi, logistici, di armamento, e di una
struttura organizzativa articolata in squadre logistacamente autonome.
Venne ricercato un più stretto legame con la pianura e l'organizzazione,
nella quale era impegnato Tonino Spazzoli, che consentì alla formazione
di usufruire, nell'estate di un lancio di armi e materiali da parte degli
Alleati, sul Monte Lavane, risoltosi però in un duro scontro con
i tedeschi, che ne ebbero preventiva informazione.
Corbari, anche nella nuova realtà organizzativa della formazione,
mantenne un ruolo autonomo e svolse azioni da lui decise e attuate con
pochi uomini. Il 18 agosto 1944, tradito da una spia, venne catturato
a Ca' Cornio di Modigliana assieme a Iris Versari, Arturo Spazzoli, Adriano
Casadei I tedeschi e i fascisti diedero ampio risalto alla cattura di
Corbari, divenuto un simbolo della lotta partigiana, tanto che la voce
popolare lo faceva presente ovunque, ne ingigantiva le azioni e gliene
attribuiva altre da lui mai compiute. Il risalto dato alla cattura e la
messa in scena della ripetuta impiccagione esprimevano la volontà
dei fascisti di uccidere, oltre al fisico, il mito rappresentato da Corbari
e dai suoi compagni.
Dopo la morte di Corbari e degli altri tre partigiani la formazione si
riorganizzò e combattè sino alla liberazione del territorio
della zona del Tramazzo, dove operava.
(testo di Vladimiro Flamigni)
Inno
del battaglione partigiano "Silvio Corbari"
I luoghi della memoria
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