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Leonardo Da Vinci

Pittore, scultore, architetto, ingegnere, anatomista, fisiologo, botanico, fisico, filosofo, musicista e letterato italiano (Vinci 1452 - Castello di Cloux 1519); figlio naturale di ser Piero da Vinci, notaio, e di una certa Caterina. La sua vita può essere suddivisa in quattro periodi principali:

  • periodo fiorentino (1452 - 1482);
  • periodo lombardo (dal principio del 1482 alla fine del 1499);
  • della vita errante (1500-1516) che comprende vari viaggi in Italia;
  • periodo francese (1516-1519).

autoritratto202Nel 1467 era certamente già a Firenze con il padre, trasferitosi in quella città. Nel 1469 figura « a bottega » presso il Verrocchio, dove ebbe condiscepoli, tra gli altri, Sandro Botticelli, Lorenzo di Credi e Pietro Perugino. Collaborò certamente con il Verrocchio nel Battesimo di Cristo (Uffizi, Firenze) e con tutta probabilità anche nella Dama del mazzolino (Museo Nazionale, Firenze). Di questo primo periodo della sua attività sono una serie di opere di cui tuttavia la critica ha talvolta discusso la paternità: l'Annunciazione (Uffizi, 1475 circa) che si può considerare la prima grande opera di Leonardo, nella quale appare già applicata la sua famosa prospettiva aerea, l'azzurrarsi cioè dello sfondo per la lontananza, e la sua passione per la botanica nel mirabile tappeto fiorito; l'altra Annunciazione, più piccola, ma dello stesso schema (ora al Louvre); la Madonna del garofano (Alte Pinakothek, Monaco), ancora molto verrocchiesca; la Madonna del fiore o Madonna del Benois (Ermitage, Leningrado), nella quale e particolarmente sentita la ricerca plastico-luministica; il ritratto di Ginevra Benci (1480 circa, ora in deposito presso la National Gallery di Londra). Molto interessanti e belli i numerosi disegni eseguiti da Leonardo per questi dipinti e per la Madonna del gatto (a Londra, a Oxford, a Windsor, ecc.). Ultima opera di questo periodo fiorentino è l'Adorazione dei Magi (Uffizi), allogatagli nel 1481 dai frati del convento di S. Donato degli Scopeti, opera assai complessa per la quale esistono numerosi studi, sia dell'insieme che dei singoli personaggi. Nell'Adorazione la ricerca dello sfumato appare ancora più evidente per il fatto che l'opera è rimasta incompiuta. Confrontandola con il famoso disegno di paesaggio degli Uffizi, prima sua opera certa, datata di suo pugno (1473), è nell'Adorazione evidente la trasformazione della linea vibrante ereditata dal Pollaiolo, dissolta quasi interamente in effetti chiaroscurali che danno inizio a un nuovo linguaggio pittorico. Ugualmente incompiuto è rimasto il S. Girolamo (Pinacoteca Vaticana) probabilmente dello stesso periodo. Nel 1482 Leonardo giunse a Milano presso Ludovico il Moro. Il periodo trascorso da Leonardo in Lombardia fu il più fecondo della sua vita: egli si occupò delle cose più varie: progetti di canalizzazione; studi per le difese del castello; progetti di armi; osservazioni geologiche; studi di geometria, di anatomia, di botanica, di fisica, ecc., occupandosi al tempo stesso anche dell'organizzazione delle feste e degli spettacoli teatrali della corte e creando in pittura i suoi massimi capolavori. È di questo periodo, infatti, la Vergine delle Rocce (Louvre), che secondo un documento risulta allogata nel 1483 dalla confraternita della Concezione in S. Francesco Grande di Milano a Leonardo e ai fratelli Ambrogio ed Evangelista de Predis. Molto ha discusso la critica sull'interpretazione di questo e altri documenti relativi alla Vergine dellee Rocce. Si è ora quasi unanimi nel riconoscere nella versione esistente al Louvre l'opera di Leonardo (forse compiuta solo nel 1506) e in quella di Londra l'opera di Ambrogio de Predis. Con la Vergine delle Rocce Leonardo portò a compimento l'evoluzione iniziata all'epoca dell'Adorazione dei Magi. A differenza del luminismo di Piero della Francesca, il suo luminismo è vibrante, tende ad esprimere l'impalpabile trapassare di ombre e di toni immersi nell'atmosfera. Ma a differenza delle ricerche del Giorgione, tutte risolte sul piano del colore, le ricerche leonardesche si risolvono prevalentemente sul piano del chiaroscuro. Sono qui compiuti i caratteri più propri della pittura leonardesca: sfumato e dolcezza di penombre, prospettiva aerea, naturalismo tendenzialmente panteistico. Tra il 1495 e il 1497, per incarico di Ludovico il Moro eonardo eseguì nel refettorio del convento dellle Grazie il famoso Cenacolo, in cui Leonaedo seppe fondere mirabilmente le ricerche pittoriche di profondità spaziale-luministica con le ricerche compositive intese a sottolineare contrasto tra l'immobilità del Cristo e il tumultuare ondeggiante degli Apostoli. Il dipinto, che già il Vasari nel 1568 riferiva essere ormai in cattive condizioni, e che u1teriori gravissimi danni per l'umidità aveva a subito dopo l'ultima guerra mondiale, è stato sottoposto (1952 - 1954) ad una accuratissima opera di consolidamento e pulitura delle ridipinture susseguitesi durante i secoli. Anche della Cena si sono conservati schizzi come pure per le singole figure, tra i più belli di Leonardo. Poco dopo Leonardo attese alla decorazione del castello Sforzesco, dipingendo, purtroppo anche qui a tempera, la Sala delle Asse (1498). La ridipintura del soffitto, eseguita nel 1901, è stata alleggerita nel restauro del 1955, che ha messo in luce qualche tratto dell'originale. Al periodo milanese appartiene anche la Dama dell'ermellino (Museo Nazionale di Cracovia), che dovrebbe essere il ritratto di Cecilia Gallerani, favorita di Ludovico il Moro. A questo primo periodo milanese appartengono inoltre importantissimi disegni (per il tiburio del duomo di Milano, per un grande monumento equestre a Francesco Sforza, ecc.). Poco dopo la cacciata di Ludovico il Moro (1499), Leonardo si recò a Firenze per dare un parere sui movimenti del monte S. Salvatore; poi a Mantova (1500) alla corte di Isabella d'Este, di cui eseguì il cartone per un ritratto (Louvre); a Venezia dove si occupò, pare, delle fortificazioni contro i Turchi che minacciavano di invadere il Friuli; poi di nuovo a Firenze (1501) dove Filippino Lippi gli cedette la commissione avuta dai monaci dell'Annunziata per la Sant'Anna, di cui eseguì allora il primo cartone (Royal Academy, Londra). Nel 1502-1503 fu in Romagna, incaricato da Cesare Borgia (il Valentino) di ispezionare le fortificazioni dei suoi stati. Dal marzo 1503 a aprile 1506 fu di nuovo a Firenze ed ebbe l'incarico di dipingere su una parete della sala del Consiglio di Palazzo Vecchio la Battaglia di Anghiari (1503-1505). Purtroppo il dipinto non fu mai condotto a buon fine e della Battaglia sono rimasti solo numerosi studi e disegni, sufficienti tuttavia a rivelare le eccezionali doti di Leonardo nel rappresentare il movimento. Di questo periodo è il ritratto della Gioconda (Louvre), identificata dalVenturi in Costanza d'Avalos, ma dalla maggior parte della critica ritenuta Monna Lisa, moglie del banchiere Giocondo. In quest'opera Leonardo raggiunse, più che in qualsiasi altro ritratto fusione assoluta e perfetta della figura nel meraviglioso paesaggio dello sfondo, la cui vastità geologica riflette gli interessi e gli studi di Leonardo intorno alla geologia. Intorno al 1506 Leonardo si allontanò di nuovo da Firenze alla volta di Milano, anche per terminare la Vergine delle Rocce. Riprese i progetti per un monumento equestre per il maresciallo Trivulzio, iniziati forse dal 1499, monumento funebre che non fu mai realizzato ma di cui rimangono tuttavia numerosi disegni. Nel 1507 venne nominato da Luigi XII peintre et ingénieur ordinaire, con uno stipendio fisso, e probabilmente quello stesso anno cominciò gli studi per la sistemazione dell'Adda, conoscendo in quel occasione Francesco Melzi, da allora suo compagno inseparabile. Nel 1508 tornò a Firenze, dove fu ospite di Piero di Baccio 'Martelli e scrisse i primi fascicoli dei manoscritti che poi formarono il Codice Arundel. Dopo vari soggiorni a Milano, durante i quali si occupò soprattutto di questioni di idraulica, nel 1513, eletto papa Leone X, si recò a Roma, al servizio di Giuliano de' Medici, fratello del papa, ed entrò in rapporti con il Bramante, il Raffaello e Giuliano da Sangallo. Si dedicò allora in particolare a studi di geometria e di geologia e scrisse gran parte del Codice G, importante per il Trattato della pittura; preparò progetti di bonifica per le Paludi Pontine, studiò a Civitavecchia il moto ondoso del mare. Ancora a Roma, nel 1516, si trasferì poco dopo in Francia, nel castello di Cloux, presso Amboise, al servizio di Francesco I, che gli assegnò una pensione annua e appannaggi per i prediletti discepoli Melzi e Salai. Durante questi ultimi anni di vita (ormai assai invecchiato e semi-paralizzato) completò il San Giovanni Battista e il Bacco (Louvre) e terminò la Sant'Anna con la Madonna e il Bambino (Louvre) iniziati a Firenze nel 1501, diversi nello schema dal primo cartone (Royal Academy di Londra). Ma più che alla pittura, in questi ultimi anni si dedicò agli studi di matematica e di idraulica e progettò « mutazioni di case » (case prefabbricate per nuovi centri abitati). Venne sepolto, secondo il suo desiderio, ad Amboise, nella chiesa di Saint-Florentin, che andò distrutta nel 1808. Tutti i suoi preziosi e innumerevoli fogli di disegni, progetti, studi, manoscritti comprendenti la sua vasta attività, andarono dispersi e subirono varie vicissitudini. Furono ricomposti, in modo diverso dallo originario, in numerosi codici conservati in importanti biblioteche. Non inferiore all'opera artistica di Leonardo è la sua attività di scienziato; nella sua ricca e complessa personalità arte e scienza furono fuse in ammirevole sintesi, e solo le esigenze di una esposizione sistematica inducono a disgiungere questi due momenti dell'attività leonardesca. Del profondo legame tra scienza e arte Leonardo ebbe piena coscienza. Non vi è, si può dire, ramo della scienza nel quale non abbia lasciato un'impronta durevole: dall'anatomia alla meccanica, dall'ottica alla fisiologia, dall'idraulica alle scienze militari, dall'astronomia alla botanica, dalla geologia alla teoria del volo. In tutte le discipline egli portò la spregiudicatezza di un metodo di indagine ancorato all'esperienza, libero da impacci dogmatici e dalle pastoie della passiva accettazione della scienza libresca. Il fatto che Leonardo non abbia raccolto le proprie osservazioni in opere sistematiche, ma le abbia lasciate disperse in vari scritti, riprendendo talvolta un argomento a distanza di molti anni, e le vicende dei suoi mano scritti, rendono estremamente difficile una cronologia di studi leonardeschi. Introdusse novità importanti nel campo della meccanica, conducendo anche uno studio sistematico di alcuni problemi. Per primo egli introdusse il concetto di momento di una forza rispetto ad un asse; seppe decomporre una forza secondo la componente nella direzione del moto e in quella perpendicolare ad esso. Studiando la tensione di due tratti di una corda sospesa a due punti, diede la prima soluzione del problema della composizione di due forze concorrenti. Contrariamente alla opinione di Aristotele e degli aristotelici, Leonardo sostenne che l'aria ritarda il moto di un corpo, e non lo accelera; fondandosi su questa affermazione e sui risultati degli studi sistematici sull'attrito, giunse a delineare il principio di inerzia, del quale però non trasse le conseguenze. Precorse invece di due secoli la comprensione del principio di reazione, che solo da Newton ebbe chiara formulazione analitica. Altri importanti lavori leonardeschi nel campo della meccanica riguardano la ricerca del baricentro di un corpo, la formazione del poligono di sostentazione che afferma che un corpo è in equilibrio stabile quando la verticale passante per il suo baricentro cade nell'area della sua base di appoggio. Notevoli studi Leonardo compì sulla resistenza dei materiali, ricorrendo al metodo del confronto tra le deformazioni subite sotto l'azione di determinati carichi e sulla stabilità dell'arco. Certamente cospicua fu l'attività di Leonardo nella risoluzione di problemi idraulici, tanto in Francia quanto in Italia; i suoi studi sull'argomento furono in gran parte raccolti da Luigi Arconati nel Trattato del moto e misura dell'acqua. Di grande rilievo è il fatto che Leonaro desse una chiara spiegazione del paradosso idrostatico ed enunciasse il teorema della portata costante di una condotta. Un gruppo a sé costituiscono gli studi sul volo, dei quali solo da pochi anni si è in grado di apprezzare tutta la profondità; confluiscono in questi studi la competenza del fisico che rettamente interpreta la sostentazione degli uccelli attribuendola alla spinta dell'aria e chiaramente individua i punti di applicazione delle forze, la perspicacia dell'anatomista che sa trarre insegnamenti dalla struttura motrice degli uccelli, l'ingegnosità del costruttore di macchine che sa ideare alianti per il volo librato, progettare il paracadute, disegnare un elicottero, l'elica del quale « si fa femmina dell'aria ». È notevole il fatto che Leonardo, resosi conto che il motore umano non sarebbe mai stato sufficiente a sollevare una macchina volante, si fosse orientato verso lo studio del volo librato che sfrutta le correnti d'aria. Della sua indipendenza di giudizio e dell'importanza che egli attribuì alla conoscenza diretta dei fenomeni, testimoniano le sue eccellenti osservazioni di anatomia umana, fissata in notazioni acute e in una insuperata iconografia. Alla dissezione di cadaveri umani, Leonardo aggiunse quella di altri animali e ne trasse note di anatomia comparata; né si limitò ad osservare lo stato adulto, ma segui l'evoluzione degli organismi attraverso studi di embriologia. Allo studio morfologico degli organi Leonardo unì costantemente quello della loro fisiologia. Per lo studio anatomico dell'occhio Leonardo si valse del sistema di far bollire l'organo immerso in chiara d'uova che rassodandosi formava con esso un solo blocco solido che poteva essere facilmente sezionato; è questa la prima descrizione del cosiddetto metodo di inclusione, oggi largamente usato per i preparati anatomici, sostituendo la paraffina alla chiara d'uovo. Ricche di interesse sono le osservazioni botaniche delle quali sono testimonianza i disegni di piante che rivelano una precisa conoscenza diretta. Leonardo fu il primo ad osservare la fillotassi; si occupò dell'assorbimento idrico delle foglie; comprese il significato degli anelli annuali dei tronchi; intuì la funzione della linfa nelle piante. Nel campo della geologia e della cosmografia le idee di Leonardo furono in generale quelle del suo tempo, il che non gli impedì di interpretare con spregiudicatezza alcuni fatti di grande rilievo. In particolare, Leonardo sostenne contro l'autorità degli antichi e contro lo stesso racconto biblico del Diluvio, che le conchiglie che si trovano nel terreno in località distanti dal mare e spesso elevate appartengono ad animali marini che facevano parte della fauna ittica di quelle zone quando erano ancora sommerse. Acute osservazioni compì Leonardo sull'azione erosiva delle acque, della quale descrisse correttamente il meccanismo, anche se ne esagerò l'importanza, ritenendola l'unico agente della trasformazione della superficie terrestre. Il pur sommario accenno all'opera scientifica di Leonardo da un'idea della sua eccezionale ampiezza e del suo valore e suscita il problema dell'influenza che quest'opera prodigiosa ebbe sul progresso della scienza. Benché gli studi di Leonardo non siano stati pubblicati se non molto tempo dopo la morte dell'autore, e non abbiano pertanto avuto tutta l'influenza che avrebbero potuto avere, pure, varie ragioni fanno ritenere che non mancò un'influenza leonardesca sugli sviluppi successivi della tecnica e della scienza.

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