Prima di concludere ritengo interessante citare un caso, forse più squisitamente teorico che pratico, riguardante la IX Divisione, al comando dell'Ammiraglio Carlo Bergamini, ovvero delle due nuovissime e potenti navi da battaglia Vittorio Veneto e Littorio.
Tali navi si trovavano in quel periodo a Taranto e, oltre a dover ancora completare l'addestramento, non erano ancora state messe a punto, per vari particolari dell'allestimento, in primo luogo per le prestazioni dell'armamento principale, giudicato non ancora pienamente soddisfacente. Per questi motivi a bordo erano ancora presenti molte maestranze e personale civile.
Inoltre, fatto non trascurabile, il 7 luglio a bordo del Littorio si verificò un incidente piuttosto grave, scoppiò un incendio nella torre inferiore prodiera da 381 mm, con la morte di un operaio e danni che avrebbero necessitato di almeno un mese di riparazioni (Francesco Mattesini, La battaglia di Punta Stilo, Roma, Ufficio storico della Marina).
Secondo alcune fonti l'ammiraglio Bergamini, venuto al corrente di quanto stava per accadere (ebbe l'ordine da Supermarina di tenere le navi pronte a muovere in tre ore) telefonò a Supermarina chiedendo di poter salpare con le sue navi per prendere parte al combattimento. Le critiche sarebbero nate a questo punto, dal momento che l'Ammiraglio Domenico Cavagnari, a capo della Marina, negò il permesso d'intervenire.
Il punto ora sarebbe quello di stabilire se effettivamente tale chiamata da parte dell'ammiraglio Bergamini ci fu, e nel caso se l'ammiraglio Cavagnari abbia fatto bene o meno a negare il permesso.
La storiografia ufficiale non dice nulla a proposito di questa fantomatica telefonata negli archivi della Marina (Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare, Milano, Mondadori), e se ne ha notizia solo da testimonianze personali successive al termine del conflitto, il primo a parlarne fu l'ammiraglio Angelo Iachino.
L'idea che l'ammiraglio Bergamini, per quanto di indole aggressiva, abbia richiesto di sua iniziativa di poter prendere parte alla battaglia, dovendo percorrere almeno 100 miglia di mare senza alcun tipo di scorta navale (i cacciatorpediniere disponibili erano tutti in mare con il grosso della flotta) con due navi nuovissime e preziosissime, non ancora a punto, con molto personale civile a bordo, senza un addestramento completo, oltretutto con una di queste danneggiata ed impossibilitata ad usare un terzo dell'armamento principale, pare proprio una questione poco probabile. Difficile credere che Bergamini avrebbe messo a repentaglio due navi di così grande importanza in questa maniera, specie considerando che in mare con la flotta avversaria era presente anche una portaerei.Nel caso questa telefonata sia effettivamente stata fatta, parrebbe logica e condivisibile la decisone di Cavagnari di non permettere che le due navi uscissero in mare, per i motivi sopra elencati.
Certo se in mare fossero state presenti le due corazzate probabilmente lo scontro si sarebbe concluso in maniera ben diversa, ma così non fu, e non pare possibile sarebbe potuto essere altrimenti.