8 settembre 1943.
L'Italia è un paese ormai prostrato da tre anni di guerra, ma la sua Marina Militare è ancora un apparato temibile, quarta marina militare del mondo, rimane tutt'ora una forza armata efficiente, paradossalmente molto più di quanto lo fosse all'inizio delle ostilità.
Lo sanno gli Alleati, che prevedono tra le clausole armistiziali che la flotta si consegni interamente a Malta, lo sanno i tedeschi, che cercheranno in ogni modo di catturare o affondare le unità italiane, e lo sa ovviamente il Comando Supremo, che tenterà in ogni modo di sottrarre le navi alle grinfie sia dei tedeschi che degli stessi Alleati.
La Vittorio Veneto in navigazione verso Malta il 10 settembre 1943.Il giorno seguente, 9 settembre 1943, la corazzata Roma verrà affondata da una bomba razzo radiocomandata tedesca mentre si allontanava dalle basi del Nord. In effetti, non va dimenticato che inizialmente la flotta era diretta verso la base sarda della Maddalena, nel tentativo di sottrarsi sia ai vecchi alleati che ai nuovi. Solo una volta scoperto che la Maddalena era sotto il controllo dei tedeschi si decise di dirigere verso Malta.
A questo punto è necessario aprire una piccola parentesi storica.
Gli ultimi due anni di guerra, soprattutto sul fronte del Pacifico, hanno ampiamente dimostrato la fine dell'era del cannone, in favore degli aerei imbarcati, questo significa che ormai la corazzata non avrebbe più dovuto rivestire interesse soprattutto nei piani di Stati Uniti e Gran Bretagna, da sempre fortemente impegnati sul mare e dotati di numerose portaerei, soprattutto gli americani. Tuttavia, in Inghilterra, i progetti per le corazzate vennero abbandonati solamente nel 1950, e poco dopo il termine delle ostilità entrò ancora in linea l'ormai inutile seppure potente corazzata Vanguard. Per questo motivo, nonostante le apparenze, il governo inglese, all'indomani dell'armistizio italiano, mise gli occhi sulle due moderne e veloci navi da battaglia italiane della classe "Littorio", ovvero, Vittorio Veneto e Italia (ex Littorio).
Il Primo Ministro inglese Churchill in primo luogo era molto interessato a prendere in carico le due navi e renderle operative per il proseguimento della guerra in Estremo Oriente, e già nell'ottobre del 1943 auspicava che venissero inviate negli USA perché fossero rese adatte alla guerra nel Pacifico contro i Giapponesi.
Tuttavia, la Royal Navy contrariamente a Churchill dimostrò da subito di non gradire affatto una presenza italiana nel Pacifico al suo fianco, per ovvi motivi di gelosie professionali, ma anche per considerazioni di carattere politico, infatti in quel periodo in Estremo Oriente non vi erano unità maggiori inglesi, quindi le navi italiane sarebbe state le più importanti in quello scacchiere a fianco degli americani. Vi erano però ovviamente anche motivazioni di carattere tecnico, dal momento che le "Littorio", concepite per l'impiego in Mediterraneo a poca distanza dalle basi, presentavano una autonomia eccessivamente ridotta in vista dell'impiego in Oceano a grandi distanze dalle basi di origine, soprattutto per quanto riguardava l'acqua necessaria per far funzionare gli apparati motore, ed avevano una capacità dei depositi per il munizionamento di grosso calibro inferiore a quella delle navi inglesi, pari a circa tre quarti delle stesse.
Il Littorio nella tarda estate del 1940.Per la fine del 1943 tuttavia, per l'opposizione sia degli Stati Uniti che della Russia, entrambe queste nazioni decise ad ottenere le due "Littorio" come frutto della spartizione della Flotta Italiana, l'idea di utilizzare queste navi in Oceano era tramontata, ed ebbe inizio il loro lungo internamento ai Laghi Amari, in Egitto.
Gli inglesi erano stati chiari in merito : "Non ci sarà che una debole Marina Italiana, o non ce ne sarà addirittura nessuna"
Fortunatamente per l'Italia, nei mesi successivi a causa dell'andamento della guerra in Europa la posizione inglese andò via via deteriorandosi e gli Stati Uniti assunsero la guida politica della guerra anche in questo scacchiere.Gli effetti di questo passaggio di consegne si videro positivamente per l'Italia già alla conferenza di Potsdam, dove il nuovo Presidente americano Truman accettò il governo di Roma come alleato a pieno titolo e decise di accoglierlo già da subito tra le Nazioni Unite, il che ebbe come immediata contropartita un ammorbidimento della U.S.Navy nei confronti dell'Italia.
Certo questo non piacque agli inglesi, come scrisse il primo ministro in una lettera a Roosevelt del 1944 : "Noi dobbiamo tenere presenti le perdite subite durante la guerra contro l'Italia. Abbiamo sopportato noi tutto il peso di quella guerra, dal 1940 in poi [...]. Le perdite della nostra Marina sono state davvero molto elevate [...]."
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