Tra il XII e XIII secolo lavoravano in Toscana alcune affermate maestranze di origine settentrionale che lasciarono in alcune città della regione, Lucca, Prato e Pistoia, cospicue tracce del loro lavoro. Ai primi del Duecento Guidetto da Como lavorava per la cattedrale di Lucca dove scolpì le loggiatelle della facciata. Poco dopo a Pistoia Lanfranco dei Guidi scolpiva il fonte battesimale di S. Giovanni in Corte una grande vasca composta all'interno da due settori circolari rivestiti in marmo, uno dei quali porta l'iscrizione e la data. Anche l'esterno si orna di formelle quadrate di marmo bianco e rosso variamente scolpite con i motivi decorativi tipici del periodo romanico. Guido Bigarelli scolpì per Pistoia uno dei suoi capolavori: il pulpito della chiesa di S.Bartolomeo. E' questo il più antico tra i pergami cittadini e nel corso del tempo ha subito molti rimaneggiamenti voluti dal mutare della sua funzione. Spostato dalla sua primitiva posizione alla fine del Cinquecento dall'abate Alessandro del Ripa che volle adibire il suo recinto a cantoria è stato successivamente ricomposto anche se non senza difficoltà.
Originariamente posto ad una ottantina di centimetri dalla parete sinistra in prossimità del presbiterio e probabilmente appoggiato al recinto misurava un metro e sessanta per novantotto centimetri. La chiesa di S.Bartolomeo conserva alla parete della navata destra altre formelle scolpite con le Storie dell'Infanzia di Cristo che prima dell'ultima ricomposizione del pulpito ne costituivano i parapetti assieme alle quattro scene dedicate alle manifestazioni di Cristo dopo la morte, Cristo al Limbo, Cristo ad Emmaus, Apparizione agli Apostoli e Incredulità di san Tommaso che oggi ne costituiscono il recinto. Le difficoltà di lettura iconografica sono in parte risolte sia dalle testimonianze storiografiche sia dalla lettura delle iscrizioni che si sono conservate.

 Guido da Como, Pulpito chiesa di S. Bartolomeo

La storiografia più antica, Vasari, Fioravanti, Arferuoli, più volte si è soffermata sui due pulpiti eseguiti da Guido a Pistoia, uno per il Duomo e l'altro per S. Bartolomeo. Le iscrizioni sopravvissute rendono conto della data di esecuzione di quest'ultimo, il 1250, e del soprintendete ai lavori, Torrigiano. Durante recenti restauri è stata rinvenuta un'altra iscrizione con scolpita una data, il 1239 da riferirsi probabilmente ai parapetti con le Storie di Cristo dopo la Morte. Le evidenti incongruità cronologiche e stilistiche tra le due serie di lastre scolpite fanno pensare che il pulpito oggi in S. Bartolomeo nasca dall'assemblaggio dei parapetti scolpiti da Guido per la cattedrale. Il vero pulpito di S.Bartolomeo, che in origine si presentava come una cassa rettangolare di modeste dimensioni, era costituito soltanto dalle formelle con le Storie dell'Infanzia scolpite, probabilmente, da alcuni collaboratori. Guido ha lasciato a Pistoia altre testimonianze della sua arte, ma anche la presenza della sua Officina presso il Castello dell'Imperatore di Prato è stata fondamentale per i proficui contatti con Nicola Pisano. Il celebre scultore era alla prima esperienza toscana e una ventina di anni dopo, per la prima volta a Pistoia, fu incaricato dell'altare della cappella di S. Jacopo.

Il culto per San Michele Arcangelo a Pistoia

 

Pistoia di cui è nota l'importanza in età longobarda occupa un posto di rilievo nel panorama della diffusione del culto per l'Arcangelo Michele essendo direttamente legata alla monarchia che aveva assunto l'Arcangelo a suo patrono. San Michele in Forcole, la cattedrale che tra i Santi del suo lungo titolo annovera san Michele e S. Michele in Cioncio testimoniano la diffusione in città del culto per l'Arcangelo. Guido da Como scolpì per quest'ultima chiesa il San Michele con il Drago. La grande scultura un tempo sull'architrave del portale raffigura l'Arcangelo con le ali spiegate, il dragone sotto i piedi e il globo nella mano sinistra.
La mano destra, di cui oggi è privo, teneva la lancia con la quale sconfisse il drago secondo la più diffusa iconografia.

Guido da Como,
San Michele Arcangelo