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Tra il XII e XIII secolo
lavoravano in Toscana alcune affermate maestranze di origine
settentrionale che lasciarono in alcune città della regione, Lucca, Prato
e Pistoia, cospicue tracce del loro lavoro. Ai primi del Duecento Guidetto
da Como lavorava per la cattedrale di Lucca dove scolpì le loggiatelle
della facciata. Poco dopo a Pistoia Lanfranco dei Guidi scolpiva il fonte
battesimale di S. Giovanni in Corte una grande vasca composta all'interno
da due settori circolari rivestiti in marmo, uno dei quali porta
l'iscrizione e la data. Anche l'esterno si orna di formelle quadrate di
marmo bianco e rosso variamente scolpite con i motivi decorativi tipici
del periodo romanico. Guido
Bigarelli scolpì per Pistoia uno dei suoi capolavori: il pulpito
della chiesa di S.Bartolomeo.
E' questo il più antico tra i pergami cittadini e nel corso del tempo ha
subito molti rimaneggiamenti voluti dal mutare della sua funzione.
Spostato dalla sua primitiva posizione alla fine del Cinquecento
dall'abate Alessandro del Ripa che volle adibire il suo recinto a cantoria
è stato successivamente ricomposto anche se non senza difficoltà. |
Guido da Como, Pulpito
chiesa di S. Bartolomeo |
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La storiografia più antica,
Vasari, Fioravanti, Arferuoli, più volte si è soffermata sui due pulpiti
eseguiti da Guido a Pistoia, uno per il Duomo e l'altro per S. Bartolomeo.
Le iscrizioni sopravvissute rendono conto della data di esecuzione di
quest'ultimo, il 1250, e del soprintendete ai lavori, Torrigiano. Durante
recenti restauri è stata rinvenuta un'altra iscrizione con scolpita una
data, il 1239 da riferirsi probabilmente ai parapetti con le Storie di
Cristo dopo la Morte. Le evidenti incongruità cronologiche e
stilistiche tra le due serie di lastre scolpite fanno pensare che il
pulpito oggi in S. Bartolomeo nasca dall'assemblaggio dei parapetti
scolpiti da Guido per la cattedrale. Il vero pulpito di S.Bartolomeo, che
in origine si presentava come una cassa rettangolare di modeste
dimensioni, era costituito soltanto dalle formelle con le Storie
dell'Infanzia scolpite, probabilmente, da alcuni collaboratori. Guido ha
lasciato a Pistoia altre testimonianze della sua arte, ma anche la
presenza della sua Officina presso il Castello dell'Imperatore di Prato è
stata fondamentale per i proficui contatti con Nicola Pisano. Il celebre
scultore era alla prima esperienza toscana e una ventina di anni dopo, per
la prima volta a Pistoia, fu incaricato dell'altare della cappella di S.
Jacopo. |
Il
culto per San Michele Arcangelo a Pistoia |
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Pistoia di cui è nota
l'importanza in età longobarda occupa un posto di rilievo nel panorama
della diffusione del culto per l'Arcangelo Michele essendo direttamente
legata alla monarchia che aveva assunto l'Arcangelo a suo patrono. San
Michele in Forcole, la cattedrale che tra i Santi del suo lungo titolo
annovera san Michele e S. Michele in Cioncio testimoniano la diffusione in
città del culto per l'Arcangelo. Guido da Como scolpì per quest'ultima
chiesa il San Michele con il Drago. La grande scultura un tempo
sull'architrave del portale raffigura l'Arcangelo con le ali spiegate, il
dragone sotto i piedi e il globo nella mano sinistra. |
Guido da Como, |