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Cari amici/che compaesani/e,
è da alcuni anni che stava maturando dentro di me l’idea di propormi come amministratore del Comune di Musei. Un’idea che ha preso sempre più corpo e sostanza mano a mano che constatavo che il problema delle politiche sociali poteva essere affrontato in modo più mirato ed efficace.
Le esperienze che ho avuto modo di sviluppare all’interno delle associazioni di cui faccio parte, l’A.SA.P. (Associazione Sarda Paraplegici) e la SA.SPO. Cagliari (Associazione sportiva per disabili), mi hanno permesso di conoscere e applicare il bene della solidarietà e di avere una visione particolarmente corrispondente con le reali esigenze delle persone che vivono in uno stato di disagio sociale, in particolare quelle delle persone con disabilità. Per questo ritengo che una persona che vive in modo diretto la condizione di disabile sia una figura ampiamente qualificata per rappresentare le istanze e i bisogni di coloro che non hanno la forza di far sentire la propria voce.
Le recenti normative nazionali e regionali, in materia di politiche sociali, Legge 328 del 2000, Legge Regionale del 23 dicembre 2005 n. 23, aprono importanti prospettive in funzione della valorizzazione delle potenzialità dell’individuo, inteso come persona e come risorsa della società. Le disponibilità economiche regionali, a copertura delle succitate Leggi, potranno essere a disposizione dei Comuni che saranno in grado di elaborare progetti finalizzati alla inclusione sociale delle persone con disabilità fisica, sensoriale e intellettiva relazionale. Per il raggiungimento di questo fondamentale progetto di civiltà dovranno essere definitivamente abbandonate le politiche dell’assistenzialismo fine a se stesso, che ha avuto, fino a oggi, come unico risultato quello di mortificare le persone condizionate da disagio sociale.
Lo stesso fenomeno delle barriere architettoniche dimostra, nella sua applicazione, quanta approssimazione vi sia nella effettiva conoscenza delle reali esigenze di chi è investito pienamente da questo problema. Gli scarsi tentativi di intervento vengono regolarmente giustificati con la solita e comoda risposta che non ci sono i fondi sufficienti per intervenire in modo efficace. Dimenticando però che il reperimento dei fondi è garantito dalla condizione che i Comuni si dotino di un censimento delle barriere presenti nelle strutture pubbliche di loro competenza, come previsto dall’articolo 7 della Legge Regionale n. 32 del 1991, e il Comune di Musei non ha mai provveduto a dotarsi di tale censimento, di conseguenza non potrà mai accedere all’utilizzo degli specifici contributi.
L’articolo 11 della stessa L. 32 prevede la presenza, nella commissione edile Comunale, di un esperto in materia di abbattimento di barriere architettoniche, indicato dalle associazioni dei disabili. Ritengo che l’adozione di questo articolo di Legge rappresenti anch’esso un importante salto di civiltà.
Quanto ho appena esposto raffigura, in parte, quello che dalla mia esperienza di vita può essere messo a disposizione della collettività del Comune di Musei, tenendo conto che potrò avvalermi in qualsiasi momento del contributo materiale e culturale delle associazioni di cui faccio parte.
Mi rivolgo quindi a tutti coloro che con il loro voto ritengano che possa degnamente rappresentarli nell’ambito della crescita culturale e sociale del Comune di Musei.