FOTOGRAMMI DI PIPER.

 

 

 

 

La ricostruzione comincia così a prendere forma.

  Il 3 giugno 2004 (ore 23:00) RaiDue trasmette "Eventi Pop" e presenta il filmato di "It would be so nice", dove i Pink Floyd vengono ripresi in playback mentre eseguono la canzone, anche se la presentazione della RAI cita erroneamente "I Pink Floyd in concerto a Roma 1968". Lo stesso filmato è comparso in una serie di filmati della collezione privata di Nick Mason mostrati prima del famoso concerto di Knebworth (1990), nel collage di filmati che costituivano una sorta di storia della band dalle origini fino a quel momento. Quel collage è stato realizzato da Storm Thorgerson, che ha utilizzato sostanzialmente diversi filmati tratti dagli archivi della BBC, compreso dunque questo filmato che fino a quel momento non circolava tra i collezionisti della band. Molte liste riprendono questo filmato come ripreso nell'aprile 1968 agli studi Abbey Road di Londra. Tra le fonti citiamo il libro: "Embryo - A Pink Floyd Chronology 1966-71" di Nick Hodges e Ian Priston. In questo libro si parla proprio del promo film che dovrebbe essere stato registrato a Londra, forse negli Abbey Road Studios. Nel video, poi, la base musicale è la stessa del 45 giri "It Would Be So Nice" ed il cameraman è tra i musicisti per fare le inquadrature in primo piano: è senz’altro un promo-film e non si tratta di musica dal vivo.

 

  La nostra ricerca ci porta a credere senz'altro che il periodo forse è esatto, ma il luogo è sbagliato. Guardando attentamente il filmato, ci sono diversi particolari che indicano chiaramente che questo filmato è stato girato al Piper Club di Roma…! La nostra ricerca ha così preso una piega inaspettata. Il filmato è stato così analizzato a fotogrammi, anche se è di breve durata (source: VHS-PAL). Alle spalle di Mason due elementi saltano agli occhi: c’è una specie di pannello che contiene una serie di oggetti montati in una famosa scultura moderna. Si scorgono un volante e soprattutto un oggetto tipicamente italiano: un’insegna gialla che stava nei negozi dove all’interno c’era un telefono a gettoni, una tabella circolare di metallo gialla, con il simbolo del telefono nero e dei cerchi bianchi per i numeri della tastiera. Quanti lo ricordano? Se ne vede una in bella mostra alle spalle di Mason (foto WouldC, cerchietto in alto). La stessa scultura si vede benissimo nelle foto di altri gruppi o cantanti che si sono esibiti al Piper.

Dietro la batteria, un altro elemento strano: una gran cassa a cui è stata coperta la scritta (sicuramente uno dei nomi delle band proprietarie della batteria che si esibivano su quel palco), un altro elemento della batteria ed un piatto (foto WouldC, cerchietto al centro della foto).

Fin qui tutto potrebbe essere normale. Ma quando la telecamera riprende l’ambiente alle spalle di Wright, non ci sono dubbi: c’è una sala vuota, si vedono chiaramente delle sedie accatastate (foto WouldD, cerchio giallo a sinistra) ed una serie di pannelli chiari orizzontali in alto sul muro che ricordano molto quelli che si vedono nelle varie foto del Piper che si trovano su internet (foto WouldD, sulla testa di Wright). Si possono così riconoscere le 'famose' balconate del Piper e l'uscita (cerchio a destra).

 

Ai giorni d'oggi il Piper è cambiato rispetto a quei tempi, ma foto del Piper come si presentava negli anni ‘60 si possono trovare su:

 http://www.infol.it/theslenders/ieri_1.html (The Slenders, un gruppo degli anni '60) (* sito non più funzionante)

 http://www.whocollection.com/1967-1969.htm

 http://www.johnfloresgraphics.com/piper.html

 

In particolare su quest’ultimo, sito di Giancarlo John Flores (che disegnò alcuni costumi di scena dei “The Pipers”), si vedono bene alcune foto con la sala ed il palco del Piper come si presentava negli anni dal ’66 al ’69 (le foto con scritte in inglese sono del sito di Bobby Posner sui Rokes ed era la pubblicità originale per l'apertura del locale, la foto più grande rossa viene da una rivista americana chiamata “Town & Country”, che pubblicò un articolo sul Piper nel 1969. Ma sono tutte più o meno le stesse foto.

Ma cos'era il Piper Club in effetti? Una carrellata di fotografie prese dalla rete la possiamo trovare in questa pagina, insieme ad una piccola storie della discoteca più celebre di Roma, dagli anni '60 agli anni '90.

 

 

Se si raffrontano queste foto conosciute della sala del Piper Club con quelle del filmato dei Floyd, si vedono chiaramente che sono le stesse balconate e le stesse uscite: l'indizio è fondamentale!

 

  Altri fotogrammi, presi da un'altra fonte dello stesso filmato (source: VCD-mpeg). Le balconate del Piper Club e l'uscita della sala che si intravede nel filmato non lasciano più dubbi. Sono abbastanza chiare anche le sedie ammucchiate nella sala.

 

Ritornando alle prime supposizioni, è sicuro che non si tratta degli studi di Abbey Road: troppo grande la sale per essere lo studio di Londra, si vedono anche delle uscite (foto WouldD, cerchio giallo dalle parte di Waters, anche se nella trasmissione Rai del 2004 è più chiaro ed evidente, abbiamo dovuto estrarre questa foto da un filmato di qualità inferiore) e negli studi ci sono solo porte chiuse con vetri e altro per trattenere il suono di chi incide.

 

 

Quando la telecamera riprende bene in alto, un altro elemento fa escludere che si tratti sia di Abbey Road, che del Palasport EUR (già si capisce dal fatto che non ci sono le gradinate, come si vedono invece alle spalle di Wright nel filmato di ‘Interstellar Overdrive’)(foto EUR6): il soffitto è normalissimo, c’è una specie di struttura per le luci e si intravede anche una sorta di scaletta che da terra arriva in alto. Il tetto del Palaeur, invece, è un opera d’arte inequivocabile, dunque non si tratta di quel luogo.

 

Grazie a Danilo Steffanina, abbiamo anche confrontato l'aspetto delle gradinate presenti nel filmato della BBC al Palazzo dello Sport del 1968 con alcune fotografie del concerto dei Pink Floyd del 20 giugno 1971 sempre al Palazzo dello Sport di Roma: la somiglianza delle gradinate alle spalle dei Floyd è oramai certezza, è il Palazzo dello Sport dell'EUR!

 

Ma ora ritorniamo alla nostra ricerca. Si così deve analizzare la strumentazione che usano i Pink Floyd. Nel video di "It would Be So Nice" l’amplificazione alle spalle di Wright è della Marshall (foto WouldF) ed il microfoni sembrano anonimi; nel video di “Interstellar” (quello del PalaEUR), l’amplificazione è della VOX e Wright usa un microfono dei soliti, come quelli che appaiono nel filmato di “Pompei”.

 

Se poi si guarda la foto presa da un fotogramma del filmato di ‘Interstellar Overdrive’ (foto EUR5), si noterà un particolare notevole: alle loro spalle, oltre all’amplificazione, si notano degli anonimi pannelli, che non ci sono nel video di “It would…” ed in alto una striscia delle gradinate dell’Eur. Ricordate i pannelli del fotogramma del filmato di “Rome Goes Pop” con la performance dei Captain Beefheart (prima foto)? Sono gli stessi, senza ombra di dubbio! Ed anche l'amplificazione è la stessa (dietro al gruppo) del concerto dei Captain Beefheart: questo conferma che l'amplificazione veniva fornita dall'organizzazione del festival, mentre i vari gruppi portavano sul palco solo i loro strumenti. La prova finale che "Interstellar Overdrive" è così effettivamente registrato al Palasport ed inserito nel documentario "Rome Goes Pop". Il filmato di “Interstellar Overdrive” è senz’altro di maggio anche per Sara Guidoni-Vidoni, una delle maggiori esperte audio mondiali dei roio dei Floyd, la quale lo ha analizzato nel suo audio: senza dubbio si riferisce al concerto di maggio, perchè è relativo al solo pezzo di “Interstellar Overdrive”, quell'Interstellar che è veramente particolare. Le immagini sono proprio quelle della performance relativa a quel brano, perfettamente sincronizzato, un pezzo suonato dal vivo, non in playback. Il tempo ci darà ragione.

  Infine, un'ultima precisazione circa il periodo in cui sembrano essere stati fatti i due filmati, molto ravvicinati tra di loto: si può notare un altro particolare importante: guardando le foto di Waters, sia nel filmato di “It Would…” (foto WouldD), sia quelle del supposto PalaEUR (foto EUR4), il taglio dei capelli di Waters è identico (anche quello degli altri componenti), non c'era una grossa differenza tra i due. Dunque i due filmati sono molto vicini tra di loro (appena 18 giorni, comunque lo stesso aspetto per una esibizione). Anche confrontando l'aspetto di Gilmour, appare grosso modo lo stesso a distanza di poco tempo (foto WouldE e foto EUR3). Così come possiamo raffrontare l'aspetto di Gilmour con la rara foto del concerto del 23 maggio 1968 al Fantasio Club di Amsterdam (www.pinkfloydz.com), dove si vede abbastanza facilmente la somiglianza sia nei vestiti, sia nell'aspetto dei capelli. Un'altra occhiata alle ultime foto riprese dal filmato di "Interstellar Overdrive" del PalaEur.

 

E, per ultimo, una eccezionale fotografia del concerto del 6 maggio al Palasport, concessa dall'amico Danilo Steffanina.

by courtesy Danilo Steffanina ("The Final Lunacy")

[Foto band: © Archivio Danilo Steffanina/The Lunatics]

 

 

Si tratta di una stampa originale di grande formato su carta fotografica dell’epoca… trovata da un ragazzo olandese in mezzo ad altro materiale di un negozio di dischi che era stato dismesso e venduta poco dopo come “probabile concerto del ’68 in Olanda...". Invece, si vede chiaramente che si tratta del palco del Palazzo dello Sport dell'EUR, nel corso della performance dei Pink Floyd al Festival. La provenienza della foto (Olanda) non deve stupire, in quanto è risaputo che l’organizzazione del Pop Festival di Roma era, appunto, olandese, come abbiamo visto nelle pagine precedenti.

 

[N.B. : i link di questa pagina sono riferiti al periodo della prima ricerca; pertanto, alcuni di essi potrebbero non essere più disponibili, poichè, nel corso degli anni, le pagine a cui sono riferite possono essere state cancellate o non più funzionanti o non aggiornate]

 

 

 

 

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