Rolleiflex
& C.: le Europee
Precedentemente
abbiamo accennato al fatto che la Franke & Heidecke perseverò nel
credere profondamente nella tipologia Biottica 6x6 al punto da affinare
sempre di più il modello di punta, diversificando nel contempo la gamma
in modo da rendere appetibile le proprie creazioni al maggior numero di
fotografi e….di tasche. Dopo la nascita e lo sviluppo delle prime
Rolleiflex e visto il grande successo di questa formula, varie furono le
case costruttrici di apparecchi fotografici che seguirono, talvolta
pedissequamente senza fantasia ma soprattutto senza qualità, le orme di
Rollei. Alcune invece misero il meglio delle proprie risorse per cercare
sì di seguire la strada di Franke & Heidecke ma arricchendola con
la propria fantasia e senza tralasciare la ricerca di un’alta
qualità. In sostanza le strade seguite dai vari fabbricanti furono due;
la prima ebbe come effetto la clonazione di un fenomeno di successo che
aveva però alti costi, risparmiando sulle materie prime e tagliando
alcune peculiarità, pur di offrire ad un pubblico più vasto e dal
palato non troppo fine la tipologia "Biottica reflex" e l’illusione
di possedere "quasi una Rolleiflex". La seconda strada fu
invece quella di ispirarsi a Rolleiflex e cercare di produrre un proprio
apparecchio dalle caratteristiche tecniche e qualitative elevate, da
offrire ad un pubblico di professionisti o di coloro che oggi
chiameremmo "fotoamatori evoluti". Anche in questi casi però,
raramente si assistette alla creazione di un "sistema" intorno
alla propria biottica, cosa che invece fu la prerogativa di Franke &
Heidecke.
Vorrei
parlare di quelle macchine che ho conosciuto personalmente e con le
quali ho potuto rilevare una qualità costruttiva ed ottica da potersi
realmente paragonare a Rolleiflex e che pertanto mantengo nella mia
collezione a fianco di quest’ultima (...Ikoflex, Yashica Mat, Minolta,
Microflex, Mamiya, Semflex, Olympus, Ansco…). Premetto che potrò
parlare anche di macchine quasi sconosciute e tralasciare invece qualche
nome ben più noto; i motivi di ciò sono squisitamente soggettivi e
presteranno naturalmente il fianco a critiche che saranno le benvenute
per arricchire il bagaglio di conoscenze di ciascuno di noi, a partire
dal sottoscritto.
I
produttori che più a fondo si impegnarono con questa tipologia li
troviamo essenzialmente in Europa, in Giappone, e in qualche caso negli
USA. Alcuni di essi sopravvivono ancor oggi ed anzi sono ben noti, altri
si sono trasformati, ed altri infine sono totalmente scomparsi. Iniziamo
quindi dall’Europa. Non dimenticheremo certo le Meopta
Cecoslovacche con le Flexaret, le Germaniche Lippische con le Flexora e
le Rollop, le Voigtlander con le splendide Superb, e le Welta con le
Perfekta-Superfekta-Reflekta e Weltaflex, infine anche le Francesi Cornu
con le Ontoflex. Ma i tre fabbricanti Europei che considero abbiano
raggiunto i livelli qualitativi di Franke & Heidecke furono: in
Germania la Zeiss Ikon con le Ikoflex, in Francia la SEM con le Semflex,
ed in Gran Bretagna la MPP con le Microflex.
- In
Germania la Zeiss Ikoflex iniziò a produrre le sue prime biottiche
nel 1936, ma la qualità generale non era ottima; la produzione
proseguì senza raggiungere livelli elevati sino all’inizio del
conflitto mondiale. Fu nel dopoguerra che la produzione venne
perfezionata per raggiungere il suo culmine con il modello Favorit; esso
fu praticamente la fusione di due modelli precedenti, la diffusa IIa e
la più raffinata Ic. Alla Favorit spettò il compito di insidiare sul
Mercato la Rolleiflex Automat, arrivando a sfiorare il livello della
Rolleiflex T. La macchina è dotata di otturatore Synchro Compur da
1sec. a 1/500, di obiettivo Carl Zeiss Tessar 75/3,5 e di un originale e
praticissimo Esposimetro al Selenio con indicazione dei valori EV
direttamente sullo schermo di messa a fuoco che era già notevolmente
luminoso. La cellula dell’esposimetro era celata da un’antina
richiudibile e tra gli accessori disponibili vi erano sia le lenti
Ikoprox per le riprese ravvicinate (come le Rolleinar) sia i Filtri
Polarizzatori Zeiss, oltre ad una serie di Filtri per il Bianco/Nero.
Anche se per i puristi potrà sembrare una bestemmia, non ho mai notato
differenze qualitative sostanziali tra l’obiettivo di questa Ikoflex e
quello della Rolleiflex T che ritengo equivalenti; del resto sarebbe
stato ben strano che Zeiss dotasse le proprie macchine di obiettivi più
scadenti per non dispiacere alle Rolleiflex. La macchina dà invece
notevoli soddisfazioni ed è estremamente piacevole da impugnare ed
usare; ha un peso che conferisce una giusta sensazione di solidità ed
un’ ergonomia invidiabile a livello del pulsante di scatto, che
consente con rapidità la ricarica e lo scatto successivo. Purtroppo
però la Zeiss decise di cessarne la produzione nel 1960, lasciando
campo libero a case come Rollei e SEM in Europa,e Mamiya e Yashica in
Giappone. Costoro decisero di continuare la produzione della tipologia
delle biottiche per più di venti anni ancora perfezionando con fortuna
le proprie creazioni.
- In
Francia un geniale ed eclettico progettista, Paul Royet, diede vita
nel 1947 alla SEM con cui iniziò a costruire una serie di
Biottiche 6x6 che avrebbe prodotto in notevoli quantità e differenti
versioni sino al 1976. Le lenti per gli obiettivi vennero fornite
dai più prestigiosi produttori Francesi, quali Berthiot ed Angenieux;
gli obiettivi erano 75mm. a tre lenti con focali 4,5 o 3,8 o 3,5. Quindi
75mm. a quattro lenti con focale 3,5 ed infine 150 mm. Con focale 5,4
!! Ma di quest’ultima sorpresa parleremo in una delle prossime
occasioni.
Sta
di fatto che le Semflex furono caratterizzate da una ricerca atta
a migliorare quelli che Royet vedeva come difetti nelle Rolleiflex e da
una progettazione tale da superare dei limiti che in tal momento le
biottiche di Braunsweigh sembravano avere; ad esempio pochi sanno che fu
SEM ad applicare per primo un teleobiettivo alla biottica, il primo ad
inserire il Flash integrato, ed ancora il primo a produrre una biottica
con regolazioni semplificate del diaframma
. Queste biottiche si chiamavano SEM Standard, SEM Oto, SEM Studio,
Semflash, SEM Joie de Vivre e ci fu anche una serie di SEM Militari per
l’Aeronautica Francese. Naturalmente venne prodotta tutta una serie di
accessori dedicati che andavano dai filtri ai paraluce, dagli
esposimetri al Selenio alle impugnature a pistola (confrontare con i
Rolleilux e l’impugnatura per Rolleiflex), dai Flash al magnesio ai
Flash elettronici. Ma la caratteristica saliente delle Semflex è data
dalla robustezza, che ne fa degli strumenti affidabili, e dalla qualità
elevatissima di talune ottiche. La quantità totale delle Semflex
prodotte è ridicola se paragonata alle Rolleiflex; infatti assomma a
171.000 macchine nelle differenti versioni. E’ però notevole se si
pensa che la quasi totalità della produzione fu riservata al solo
mercato Francese in quanto SEM non seppe o non volle spingersi con forza
nei mercati Europei ed oltreoceano.
In
Inghilterra
nel frattempo la Micro Precision Products (MPP) aveva iniziato a
produrre una biottica di ottimo livello, la Microcord; questa
macchina era dotata di uno splendido obiettivo Ross Xpress (che Ivor
Matanle considera paragonabile al Tessar delle Rolleiflex) e di un
otturatore Prontor SVS. Questo modello venne in seguito perfezionato e
ne nacque la MPP Microflex; confesso che sono rimasto incuriosito
dalla descrizione altamente positiva che Ivor Matanle fa di questa
macchina ed ho iniziato una ricerca per acquistarne una. La caccia è
stata lunga e laboriosa in quanto la macchina non fu prodotta in
quantità degne di nota ma alla fine…ho trovato un esemplare in
condizioni eccellenti presso un commerciante di Londra. Provata la
macchina con rulli in bianco e nero di varie sensibilità devo
confessare che ne sono rimasto entusiasta; la resa ottica ha un livello
qualitativo che la pone sicuramente tra il Planar 3,5 ed il Tessar delle
Rolleiflex. La qualità costruttiva è molto elevata e rivela una grande
cura mentre l’otturatore Prontor SVS scatta ancor oggi con una
precisione e prontezza invidiabili pur essendo datato 1959; i materiali
usati erano certamente di qualità superiori alla media ed è un peccato
che la macchina non abbia avuto maggiore diffusione. Personalmente
ritengo che la Microcord si possa tranquillamente assimilare ad una
Rolleicord con l’obiettivo Schneider Xenar mentre la Microflex possa
fare il pari con le Rolleiflex con Tessar e Planar 3,5. Tra le
copie/concorrenti di Rolleiflex considero quest’ultima macchina
"di serie A" e certamente una delle primissime in questa
speciale classifica; da notare che in Inghilterra è naturalmente nato
un Club di fedelissimi possessori di Microflex e Microcord che
considerano queste macchine assolutamente al pari di Rolleiflex (grazie
anche al noto spirito nazionalista Britannico). Anche in questo caso
bisogna concludere che il limite di esse fu dato dalla mancanza di una
politica commerciale che ne portasse la diffusione a livello quantomeno
Europeo, ovvero….. anche in questo aspetto Franke & Heidecke
furono maestri inimitabili.
Un raro
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